martedì 31 agosto 2010

Gheddafi showman indigna la Meloni


The day after. All’indomani delle stravaganze di Muammar Gheddafi, che puntualmente in ogni sua visita in Italia sfodera dal cilindro un paio di numeri da showman navigato (il riferimento è all'incontro con alcune ragazze italiane e l'invito a convertirsi all'Islam e all' affermazione "le donne da noi vengono trattate meglio"), interviene il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, nel ruolo di paladina della femminilità italiana oltraggiata. Sberleffi a destra e a manca, dunque, per le ragazze made in Italy, cresciute col mito di Paris Hilton ma concentrate a spremersi le meningi in corsi universitari e master postlaureaMa la Meloni le difende a spada tratta. E dalle colonne del quotidiano torinese “La Stampa”, esterna un “certo fastidio” per il fatto che il leader libico “si rivolga alle ragazze italiane e non a tutti, come sarebbe normale". Poi "una divertita curiosità per la stravaganza dei suoi atteggiamenti, ogni qualvolta viene a trovarci".

Infine però corregge il tiro per evitare sconvenienti gatte da pelare e tiene a precisare: “c'è il rispetto dovuto nei confronti del presidente di una nazione grande e nobile con cui è importante avere i migliori rapporti possibili". E sottolinea l'importanza delle relazioni tra Italia e Libia "per la nostra storia comune, per gli scambi commerciali, per la questione immigratoria, per quella dei beni confiscati agli italiani, per la distensione delle tensioni interreligiose".
Ma Gheddafi se ne infischia. E oggi si prepara a concludere la sua visita “d’affari” col premier Silvio Berlusconi con qualche altra simpatica boutade. Divertendosi a indignare il mondo politico, o forse l’opinione pubblica, o (cosa assai più probabile) tutti quei nani da giardino che si arrampicano sugli specchi perché non hanno i mezzi per poter concludere affari del genere.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)