venerdì 27 gennaio 2012

Sanremo 2012: Adriano Celentano non si svende e alza il prezzo della polemica.



Un sogno eroico. Adriano Celentano che varca le soglie del teatro Ariston e appare come d’incanto col suo corpo snodato. Ma stavolta si rischia grosso. Il molleggiato potrebbe voltare le spalle al festival, un po’ come fece provocatoriamente nel lontano 1961, quando propose una versione decisamente insolita di Ventiquattromila baci. Allora arrivò secondo ma riuscì a vendere 500 mila copie. Ricordi lontani. Adesso padre Celentano in odor di predica vorrebbe salire sul pulpito e sentenziare a ritmo lento su liberalizzazioni, tasse, proteste, crisi, autotrasportatori, scioperi, tassisti e perfino su Aldo Grasso e quelli come lui, che sostengono che la sua sia tutta una manovra pubblicitaria a vantaggio del suo nuovo album, “Facciamo finta che sia vero”.

Macché. Come al solito tutta colpa di quelle brutte bestie dei giornalisti. In primis, quelli della Stampa, che hanno sfoderato dal cilindro un possibile cachet di un milione e 200 mila euro. “ Bella figura che farà questo quotidiano quando si saprà ciò che realmente prenderei”, scandisce Celentano dal suo blog.
L’invito è agli amici Morandi e Mazzi. “Io altrimenti, se voi non vi decidete a chiarire, a Sanremo non ci vengo”. Che cosa si dovrebbe chiarire? Il veto espresso dalla Rai attraverso Lorenza Lei. L’artista sarebbe stato costretto ad accettare condizioni-bavaglio che avrebbero leso la sua libertà di espressione. Quindi, stando a quanto rende noto il clan, l’ oggetto del contendere non sarebbe il probabile compenso, col tentativo di “alzare il prezzo”. Ma nelle ultime ore finalmente l'accordo tra mamma Rai e il molleggiato è stato raggiunto. Nessuna pubblicità durante gli interventi sul palco, 350 mila euro per ogni  apparizione a puntata  e soprattutto piena libertà di espressione, nel senso che non ci sarà nessun controllo preventivo, in quanto i contenuti delle Filippiche celentanesche resteranno top secret fino alla sua esibizione. I malpensanti direbbero che si avverte la differenza senza Silvio Berlusconi -Presidente del Consiglio tra i piedi. 

Un fatto è certo: Celentano è un caso. Ogni volta che appare in video. Un caso nazionale. Derubricato come se nulla fosse alle pagine di “Spettacolo" dei quotidiani, ingiustamente. Eh sì, lui si merita lo stesso trattamento di tassisti e autotrasportatori. Fa finta di arrabbiarsi, ma in realtà se la gode tutta la celebrità di rimbalzo a questa polemica. E la moglie-manager Claudia Mori, se tutto alla fine filerà liscio come previsto, potrà dirsi soddisfatta. Chi non lavora, non fa l’amore, ma chi partecipa al festival di Sanremo a certe condizioni, ne ricaverà talmente tanti benefici da poter fare l’amore giorno e notte almeno per i prossimi cinquant'anni. E' solo che stavolta c'è l'happy end, con tanto di effetto sorpresa. Celentano infatti devolverà l' intero compenso in  beneficenza a Emergency e alle famiglie povere di sette città. Il molleggiato  spiazza sempre. Giuliano Ferrara lo elogia, incoronandolo filantropo e lo invita a pensare anche ai figli non nati di chi decide di abortire. E chissà, magari il re degli ignoranti accoglierà anche questo appello... 

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

giovedì 26 gennaio 2012

L'isola degli sfigati



Chiamarli naufraghi, dopo il naufragio all’isola del Giglio, sarebbe davvero di cattivo gusto. Quindi meglio sfigati, per dirla con Michel Martone. Ma qui non si tratta di studenti universitari fuori corso, bensì di Vip momentaneamente fuori servizio. Valeria Marini, Carmen Russo, Flavia Vento, Aida Yespica, Arianna David, Guendalina Tavassi: tutte in crisi di astinenza televisiva.
A seguire: Cristiano Malgioglio, il mago Otelma, Rossano Rubicondi, Deh Harrow, Alessandro Cecchi Paone, Apicella, Enzo Paolo Turchi. Tutti, tranne il mago, Malgioglio, Apicella e  Tavassi,  già concorrenti nelle precedenti edizioni del reality di Raidue. Tutti in odore di rispolvero.
La prima puntata inizia bene in fatto di ascolti, con 3, 3 milioni di telespettatori e uno share del 13, 43 per cento (gran risultato se si considera che giocava l’Inter).
Prima edizione orfana di Simona Ventura, che assai sportivamente manda un video messaggio di saluto. E non poteva fare diversamente, visto che il suo nome era fortemente legato a questo programma.
Vladimir Luxuria, conduttrice dall’isola, se la cava bene. Nicola Savino invece, conduttore in studio, se la cava di meno. Inadatto ai tempi televisivi, sfoggia anche il savinese, nuovo slang anti-Accademia della Crusca. Nina Moric, Laura Barriales e Lucilla Agosti si presentano minimal nel look e pure nel pensiero. Tant’è che le tre opinioniste appaiono come complementi d’arredo.

Ecco il quadretto dell’Isola edizione numero 9. Se non fosse stato per Cristiano Malgioglio, unico vero deus ex machina dello show, a un certo punto sarebbe perfino calata la palpebra. Anziché rilanciarsi nello star-sistem, Malgioglio ha deciso di lanciarsi con apprezzabile coraggio dall’elicottero.
A Guendalina Tavassi, in mancanza di qualità e talento, non rimane che saltellare da un reality all’altro. E dopo il Grande fratello, stavolta addirittura le tocca un forzato soggiorno in Honduras tra i famosi. Eh già, perché sarebbe famosa pure lei? Sì, famosa fomentatrice di risse.
Non resta che affidarsi al divino Otelma e alle sue profezie: Flavia Vento, aiutata da Savino, solleverà qualche altro polverone linguistico? Si attendono news varie ed eventuali…

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it )

lunedì 23 gennaio 2012

Grande Fratello 12: Rudolf il dissidente fa crollare il castello di sabba del reality

Rudolf non ci sta. Ad essere preso per il c… da mezza Italia, come dice lui mentre si accinge a fare i bagagli e tornare in studio. A passare per una persona sgradevole, uno che si lamenta del Gf, uno che sputa sul piatto di Endemol e calpesta le regole del programma, comprese quelle della sceneggiatura, che lo costringeva a tutti i costi a flirtare con Ilenia, rischiando di mettere in forse la sua storia con la fidanzata fuori dalla casa. Amedeo dice no a un montaggio che lo ritrae in intimità con Chiara mentre fuori la sua ragazza potrebbe capire male.
Alessia Marcuzzi sbotta in diretta perché “non se ne può più di sentirvi lamentare, non sappiamo più come montare le vostre immagini”. E Francesco Facchinetti applaude in contemporanea su twitter la sua Pinella, invitandola ad allungarsi il vestito decisamente succinto e fa girare l’hashtag con la voce: “USCITE”. Alfonso Signorini in studio tace, non sapendo che pesci prendere.
Quella dei concorrenti di quest’anno di un reality sempre più fiacco, grottesco e in crisi, che sta rischiando di diventare davvero la caricatura di se stesso, è un’anomalia che la Marcuzzi accoglie con una certa vena collerica: "Non mi era mai capitato in tanti anni di conduzione di dover sentire continuamente lamentele di concorrenti che non vogliono stare nella casa. Se volete ricongiungervi alle vostre fidanzate, vi invito a uscire, ad andarvene".  Ma questa ribellione è invece un segnale importante. I concorrenti della casa non ci stanno più, alle regole non scritte di un gioco che si fa duro, a vestire panni che non gli appartengono, a vivere flirt che non esistono, a passare per quei personaggi che gli autori con cura scrivono apposta per loro e gli assegnano con quella devozione che la stessa Marcuzzi si ostina a difendere a spada tratta.

Se ne va così Rudolf, il dissidente, sbattendo la porta a uno showbiz dalle regole troppo pesanti.
Esce dalla casa del Grande fratello per non uscire fuori da se stesso e restare nella sua pelle. A dispetto delle critiche della conduttrice, che difende il "sistema” Gf da grande paladina.
Ma ormai la stessa difesa ha un colore sbiadito. Perché il pubblico, meno stupido di quanto si possa immaginare, si è svegliato dal lungo letargo. Gli stessi concorrenti non ci stanno. Non tutti, s’intende. Restano ancora quelli più asserviti con la speranza di ottenere un briciolo di fama. Ma i morti di fama non si sazieranno neppure con qualche briciola. Così come la Marcuzzi non riuscirà a spazzare via le nuvole del cielo sempre più cupo del Gf. Signorini la butta sulla maleducazione dei concorrenti. Facile escamotage ruffiano. Dire “pezzi di merda” agli autori è troppo. Davvero troppo. “Andassero tutti a casa”. Ecco. Dissentire non si può. Altrimenti non si varca nemmeno la soglia di quella porta. O si serve il padrone fino in fondo o niente.
Resta un fatto: finora due dei  morti di fama dell’edizione numero 12 del reality si sono ribellati al ruolo di  marionette, hanno scelto di non compromettere seriamente la propria immagine e di non perdere gli affetti lasciati fuori dalla casa. Per una volta ha prevalso la logica del buon senso. Quella che dovrebbe impedire a chiunque abbia un po’ di senno di sottrarsi a una carneficina mediatica, un circo autorizzato, un gioco cattivo e perverso. Almeno per una volta i pupi non vogliono più essere manovrati. “Un cattivo esempio per tutti quei ragazzi che fanno i provini”, sentenzia con voce alterata la Marcuzzi. Un segnale importante invece per chi pensa di potercela fare mostrando davvero le proprie qualità reali. Ecco. Il sistema Gf è visibilmente crollato nella propria struttura dalle fondamenta di carta, seppur tirata a lucido, proprio come svanisce nel nulla un castello di sabbia investito da un'onda lunga, e prima o poi cala il sipario su un palcoscenico sguaiato, maleducato e carnivoro, dove tutto è effimero e violentemente costruito. E per confermarlo stavolta non ci sarà neanche bisogno di aspettare i dati sugli ascolti.


Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

domenica 22 gennaio 2012

Sanremo 2012: ecco chi fa le valigie

Scoperchiare il vaso di Pandora è un rischio troppo grosso da correre, che diventa pericolo se si tratta di far uscire in anteprima spezzoni di brani che poi saranno interpretati sul palco dell’Ariston. O peggio, se si rispolvera un disco non proprio inedito. Così scivola su una buccia di banana con un errore clamoroso Gigi D’Alessio, reo di aver fatto ascoltare ai fan in anteprima su facebook il suo brano “Respirare”. Quindi la coppia più oscena di questa edizione del festival, D’Alessio-Bertè, è stata finalmente cacciata dal cast. Stessa sorte è toccata alla cantante jazz poco conosciuta in Italia ma famosissima all’estero, Chiara Civello, perché il suo brano “Al posto del mondo” era già stato presentato due anni fa alle selezioni dei giovani dall’ex concorrente di X Factor 2, Daniele Magro. Cresce l'attesa per i nomi dei big che subentreranno al loro posto.




Niente festival neppure per Tamara Ecclestone. Causa: troppi capricci. E gli organizzatori hanno perso  davvero la pazienza. Cachet troppo alto, quello richiesto da Victoria Beckham, che rischia pure lei una sonora bocciatura. In compenso ci sarà Federica Pellegrini, ospite di una serata.
Intanto quello di Samuele Bersani resta finora il testo più interessante. Il pallone sarà un affresco surreale di un mondo fiacco, dove l’unico segno di movimento è dato appunto dal pallone.
A seguire, il testo di Emma, scritto da Kekko Silvestre, leader del Modà, gruppo col quale l’eroina di Amici si è presentata a Sanremo l’anno scorso. Il brano “Non è l’inferno” racconta la disperazione di un uomo che si sente tradito dal suo Paese. Della serie: l’attualità colpisce nel segno.
La coppia inedita Lucio Dalla- Pierdavide Carone sembra volersi appiattire un po' troppo su 4 marzo 1943. Ma è ancora tutto da vedere (e soprattutto da ascoltare). E poi le recenti dichiarazoni di Dalla su un festival definito "una finta festa" non giocano proprio a suo favore.
Ma in fondo al vaso scoperchiato c’è ancora una speranza: che l’amore cantato da Francesco Renga, vincitore di Sanremo 2005, colpisca al cuore della giuria e del pubblico. Metaforicamente parlando, s'intende...

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

domenica 15 gennaio 2012

Sa(n)remo International : quest’anno l’ Ariston canta “straniero” . La pagella premonitrice di Stella mattutina



Preparate i vocabolari tascabili, i traduttori simultanei, andate fin d’ora a lezione d’inglese. Insomma, preparatevi. Perché a studiare bene il programma dei five days sanremesi, servirà una buona conoscenza delle lingue, e dell'inglese in particolare. Dalla celebrazione un filo retorica dell’Unità d’Italia si passa all’esterofilia più spietata e incalzante. Quest’anno infatti tira un vento internazionale sul palco dell’Ariston. A cominciare dalle vallette, entrambe non italiane al festival della canzone italiana. Come dire: da un estremo all’altro. Tamara Ecclestone e la modella ceca Ivana Mrazova. A passare il testimone saranno Belen e Canalis, naturalmente.Vallette "barbare" nel senso più letterale del termine, visto che in Italia non le conosce nessuno. Che lingua parleranno sul palco dell'Ariton? Preparatevi a tutto. Potrebbero rifare, perché no,  perfino la koinè alessandrina
Cinque serate (dal 14 al 18 febbraio) e l’esibizione di ciascun cantante in gara con a fianco un “mostro sacro” straniero. Da Goran Bregovic, il genio della musica spettacolo a Brian May, il chitarrista dei Queen, passando per Shaggy, Noa e Patty Smith. E molti altri ancora. Stella mattutina accoglie con un voto premonitore ciascuno dei 14 big in gara.

Pier Davide Carone e Lucio Dalla: voto 8. Carone è uno dei ragazzi di Amici ma ha una marcia in più. Non semplice interprete, ma giovane autore (per Sanremo ha già scritto “Per tutte le volte che”, la canzone vincitrice di Valerio Scanu al festival di due anni fa). Lucio Dalla dirigerà l’orchestra ma siamo certi che lo farà concedendosi un po’ più generosamente al pubblico di quanto ha fatto lo schivo e altero Franco Battiato con Luca Madonia l’anno scorso. Possibili candidati alla vittoria. O comunque tra i primi tre.

Nina Zilli: voto 8 e mezzo. La vera rivelazione di Sanremo 2011 con l’uomo che amava le donne, vintage fino in fondo. Non scimmiotta, ma interpreta. 

Samuele Bersani: voto 9. Frizzante cantautore dal linguaggio dinamico, destinato ad arrivare fra i primi tre. La canzone promette una poetica suggestione sulla società contemporanea. Artista vero. Uno dei candidati possibili alla vittoria.

Emma: voto 7. Personalità e grinta per la vincitrice di Amici che si ripresenta sul palco dell’Ariston, stavolta da sola. Tentativo apprezzabile. Coraggiosa fino in fondo. Probabile vincitrice di Sanremo 2012. Alte le probabilità. Causa: popolarità da televoto, mezzo che anche quest'anno decreterà il vincitore del festival.

Noemi: voto 6 e mezzo. Da X Factor, il clone di Fiorella Mannoia si atteggia troppo a grande star. Si può fare di più, e soprattutto di meglio. Ma il televoto l'aiuterà senz'altro ad attestarsi tra i primi sei.

Francesco Renga: voto 7. Affascinante, melodico, abbastanza da festival. Canterà d’amore? Si spera. Anche perché solo quando canta d’amore gli viene veramente bene. Destinato ai piani alti della classifica. Se proprio gli va male arriva quarto, o al massimo quinto.  

Matia Bazar: voto 6 e mezzo. Non è Sanremo senza di loro. Veterani del festival, stile inconfondibile, melodie prevedibili, testo chiaro e semplice. Utile suggerimento: rinnovarsi davvero e osare un po’ di più. Dire che arriveranno a metà classifica è dire troppo. Ma forse ci arriveranno.

Marlene Kuntz: voto 8. Renderà più rock Sanremo pop. Sarà votatissima dalla giuria, poco col televoto.

Irene Fornaciari: voto 6 e mezzo. Figlia di cotanto padre Sugar, sa di blues woman scatenata. Grande voce, molta difficoltà ad essere accettata. Non è certo una self-made girl, ma il talento c’è. Solo che non buca lo schermo. Ma solo l’Ipod. Ai piani bassi della classifica. Causa: scarsa popolarità da televoto.

Arisa: voto 4. Stessa mossa, stessa posa, finta ingenua, vera insicura. Dopo essersi fatta un mare di inimicizie come membro della giuria di X Factor, di certo non potrà appellarsi al televoto, ma confidare solo nella clementia della giuria. Anche lei a forte rischio di eliminazione, fin dalla prima serata. 
      
Chiara Civello: voto 7. Semi sconosciuta al grande pubblico, in perfetta linea con la tendenza esterofila di Sanremo 2012. Quantomeno politically correct.
Gigi D’Alessio e Loredana Bertè: voto 4. La Bertè ci perde, D’Alessio ci guadagna. Ma i due insieme non caveranno un ragno dal buco. Accoppiata non proprio azzeccata. A rischio eliminazione.

Dolcenera: voto 6 e mezzo. Non eccelle, non dispiace. Se punterà molto sullo stile, forse potrebbe guadagnare qualche punto in più. Al di là dell’abbinamento alla tastiera del suo inseparabile pianoforte. Ci si augura che non si trucchi troppo. O meglio, senza quei colori total black da dark lady consumata.

Eugenio Finardi: voto 5. Il voto risente dell’inevitabile paragone. Dovrà accollarsi la pesante eredità di Roberto Vecchioni nel presentare al grande pubblico la musica da cantautore. E vabbè, pazienza…

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

Sorpasso senza freccia per Italia's Got Talent. Maria De Filippi & Co. battono Milly Carlucci e le sue stelle danzanti

E stavolta hanno vinto loro. Zio Gerry, la signora Maria e il difficile Rudy Zerbi. Complici le scodinzolate e i continui ammiccamenti di Belen, che quest’anno oscurano le gag del figlio d’arte Simone Annichiarico (che cosa direbbe il papà Walter Chiari?...). La squadra di Italia’s Got Talent ha superato quella danzereccia di Ballando con le stelle. Canale 5 vs Raiuno in una battaglia, quella degli ascolti del sabato sera in prima serata, senza esclusione di bizze. Quelle del pubblico, che sembra ormai – un po’ come gli elettori nei confronti della politica - sempre più qualunquista e voltagabbana. Un po’ di qua, un po’ di là. Un sabato sera su Raiuno, a vedere come se la cavano Lucrezia Lante della Rovere e Simone De Pasquale o l’impacciato e ironico Gianni Rivera in coppia con Yulia Musikhina. Lo show dal format originale di Simon Cowell fa divertire il pubblico. Soprattutto quando ai veri talenti si alternano esibizioni al limite tra il ridicolo e il grottesco, sfiorando la soglia del surrealismo televisivo e di un dilettantismo allo sbaraglio spettacolarizzato al massimo che, su modello della Corrida, tanto piace.

Dati alla mano, Maria De Filippi & Co. vincono la serata con 5.763.000 telespettatori e uno share  del 25.43% (che sale al 28.85% tra i 15-64 anni). Un pubblico vario, quindi. Duro colpo per Milly Carlucci, convinta di avere gli ascolti dalla sua parte. Sarà stata colpa di una certa ripetitività inevitabile per un programma di ballo che, seppur con qualche variazione, alla fine è sempre quello. E consumata la curiosità del primo giro di danze, il pubblico si è annoiato.
A nulla è valso lo humour anglosassone d Bobo Vieri, entrato nel cast dei ballerini con mille polemiche legate al suo cachet di 30 mila euro a puntata, né lo stile pappa e ciccia (quest'anno per la verità non troppa) di Paolino Belli.  
E se da un lato piccoli campioni crescono, dall’altro grandi campioni tramontano. E spenta ormai da un po’ la sua brillante stella calcistica, all’ex bomber non resta che qualche generosa consolazione televisiva.
Ma chi conosce bene la Carlucci sa che lavorerà come una matta per recuperare. Nel frattempo, per rendere la delusione più sopportabile, suggeriamo a Milly di ballare. Baila, anzi, balla, che ti passa! Del resto è appena la seconda puntata. E la partita è ancora tutta da giocare.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

martedì 3 gennaio 2012

Sanremo 2012: col bis Morandi rischia un flop

Quando il direttore artistico Gianmarco Mazzi gli ha detto ufficialmente per la seconda volta sì, lui abituato a 412 presenze in campo con la Nazionale italiana cantanti, lui che ha contribuito a fondarla, quella squadra, in fondo non si è nemmeno meravigliato più di tanto. Gianni Morandi riconduce il festival di Sanremo. La notizia è ormai stranota. Al suo fianco, dopo Belen e Canalis, ci sarà Rocco Papaleo in un ruolo alla pari, cioè di divisione-condivisione del palco dell’Ariston. Morandi al timone di un secondo festival per il secondo anno consecutivo. Privilegio toccato a pochi nella storia del festival. Nell’ordine: Nunzio Filogamo, che ne condusse le prime quattro edizioni (dal 1951 al 1954), Mike Bongiorno (cinque edizioni di fila, dal ’62 al ’67), Claudio Cecchetto (dall’edizione dell’’80 a quella dell’’82) e Pippo Baudo, abbonato alla kermesse dal ’92 al ’96 e poi ancora nel biennio 2002-2003 e in quello 2007-2008.

Privilegio che invece rifiutò categoricamente di concedersi Paolo Bonolis, re di ascolti nell’edizione numero 59. Perfino il cauto Fabio Fazio cadde nel tranello, conducendo una prima volta nel 1999 con Laetitia Casta e poi l’anno dopo con Teo Teocoli, Lucioano Pavarotti e Ines Sastre. Ma Paolo Bonolis, no. Mossa astuta, che lo incoronò “Re Sole” di un’edizione inimitabile e unica per originalità e spirito innovativo.
Sulla stessa,linea, Antonella Clerici, il volto più popolare di Raiuno, che ha preferito calcare il palcoscenico della città dei fiori e chiudere dietro di sé il sipario per evitare di vanificare i fortunati risultati, di poco superiori a quelli di Bonolis. Ma lui, no. Gianni il temerario, dopo aver cantato con fare dinoccolato e voce vibrante in ben 18 pellicole e 7 sceneggiati, e aver partecipato sei volte a festival come cantante, con una vittoria nel 1987 insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri col brano “Si può dare di più” il problema di un probabilissimo calo di ascolti, fisiologico nella storia del festival a conduzione reiterata, non se lo pone nemmeno.

Eppure, se la matematica non è un’opinione, ogni volta che – dati alla mano – lo stesso conduttore con la stessa casacca si è ripresentato l’anno dopo su quel palco, lo share è sempre calato di almeno tre punti. E’ successo a Filogamo, a Mike, a SuperPippo. Insomma, un po’ a tutti. A questo punto sorge una domanda: perché mai non dovrebbe succedere anche al caro buon Gianni? E’ l’effetto che fa rivedere lo stesso conduttore. Ecco perché la scelta di rifare il festival dopo un’edizione di successo come quella dell’anno scorso, con una media di oltre 10 milioni di telespettatori a serata e picchi di share del 52 per cento, non è soltato azzardata, ma addirittura incosciente per un artista come Morandi, cinquant’anni di carriera alle spalle e la costante incognita di finirla quanto prima. Perfino Belen, a rivederla di nuovo all’Ariston, avrebbe ispirato qualche sbadiglio. Ma Gianni sembra non curarsene affatto. Lavora 10 ore al giorno al suo secondo festival, che se dovesse fare flop, gli farebbe chiudere anticipatamente i battenti. Ma Gianni è ottimista, fiducioso, entusiasta. E punta tutto su Adriano Celentano. Così come l’anno scorso aveva puntato su Roberto Benigni. Per carità, nessuna certezza:  tutto può ancora succedere. E sarà il risultato reale degli ascolti a confermare oppure a smentire questa tesi. Certo, "non si può avere culo per due volte consecutive", sentenzia Roberto Vecchioni, che preferisce essere ricordato come il vincitore dell'anno scorso piuttosto che ripresentarsi con un brano magari ripescato per miracolo e in fondo alla classifica.
In ogni caso, in bocca al lupo a Morandi, l’ eterno ragazzo della canzone italiana. Perché no, fino a prova contraria, si può sempre sfidare il destino e magari rivincere, anche ai tempi supplementari.


Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)