Il monito arriva dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che nelle virtù interiori e nelle qualità intellettuali delle veline ha sempre creduto. E non solo perché il programma che ha fatto della velina un’icona femminile presto divenuta il simbolo di un’intera generazione è uno dei più seguiti della sua rete regina (Striscia la notizia di Antonio Ricci, in onda tutte le sere su Canale 5 e campione di ascolti), ma soprattutto perché il Cavaliere è stufo di un’equazione semplicistica e demodè che si ostina a relegare le veline nell’angolino buio di ragazze sculettanti senza qualità né cultura, angolino che poi altro non è che l’anticamera del ghetto squallido e opaco delle oche giulive senza neuroni in zucca che ancheggiano come le vamp davanti alla telecamera.
Insomma, in poche parole il premier invita caldamente a smetterla coi soliti stereotipi. E’ ora di finirla con l' uso e troppo spesso l'abuso di un termine che Berlusconi definisce “denigratorio, discriminatorio e un po’ razzista, nonché decisamente poco femminista e secondo il quale una bella ragazza dovrebbe essere necessariamente sciocca e incolta”.
Le veline sono donne intelligenti. Vedi, per esempio, la ex di Bobo Vieri, Elisabetta Canalis, una che è riuscita a capitalizzare al massimo l’esperienza televisiva con Greggio e Iacchetti, senza per questo rinunciare poi a sforzarsi di cambiare veste, provando in tutti i modi a fare l'attrice. E già, perché chi fa la velina finisce poi inevitabilmente col portarsi dietro un’etichetta impressa come un marchio targato a fuoco sulla pelle: sei una ex velina. Ricordatelo sempre...
Che tradotto in vulgata comune, sta a significare: calma, bella, dove vuoi arrivare? Guarda che eri una che fino a poco tempo fa sgambettava in silenzio, senza proferire parola. Una, per intenderci, tutta sorrisi e fru fru. Appunto.
Antonio Ricci, mente diabolica di Striscia, a cui l'audace ironia e l'intelligenza di certo non mancano, rispose provocatoriamente a questo cliché, con: “veline, fan tutti le veline”. Il riferimento, neppure troppo celato, era alla miriade di politici, giornalisti, giudici, monaci, socioeconomisti, tutti lì pronti a fare a pugni per apparire in tv. Ecco, proprio a voler fare di tutta l’erba un fascio, saranno pur loro i fratellastri delle veline, o no? il tasso di probabilità è molto alto.
Beh, di certo sono di gran lunga preferibili le veline, quantomeno per la salute pubblica e il benessere collettivo. Tra Bruno Vespa, Clementina Forleo e Vladimir Luxuria (solo per citarne alcuni) oppure Melissa Satta, Veridiana Mallmann, Miriana Trevisan, Cristina Quaranta, Roberta Lanfranchi, Laura Freddi, Alessia Merz (solo per citarne alcune) chi è meglio vedere in tv (col massimo rispetto per tutti, s'intende)? Decisamente le seconde. A meno che qualcuno non possieda, oltre che uno sfrenato moralismo, anche un gusto dell’orrido spietato, che non perdona.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
mercoledì 8 ottobre 2008
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7 commenti:
Rieccomi qui !
Fra articoli, letture, lavoro e relazione per la tavola rotonda del Rito Simbolico Italiano alla quale interverrò come relatore....qualche cosa mi è sfuggita a dire il vero.
Questo post mi fa pensare a quanto, sotto sotto io somigli al Cavaliere (alla faccia di chi denigra il mio berlusconismo totalmente pragmatico e contingente).
Non solo per l'altezza (leggi bassezza), il naso a patatone e le gaffe, ma anche per il giudizio sulle Veline, che io ho sempre sostenuto.
Però ho anche scritto e detto più volte che andrebbero valorizzate. Per me il tg satirico dovrebberlo condurlo loro.
Però le ragazze andrebbero valutate più per il lato comico che per quello fisico.
Bentornato, caro. Ecco, ora non scivolarmi però sul velinismo, che come tutti gli ismi è sempre da bandire.
Concordo con te, le veline potrebbero anche condurre il tg satirico di Ricci. Però, diciamo al 50 per cento, senza usurpare il trono (peraltro meritato) agli inossidabili Greggio-Iacchetti. E.
Le “casta” delle Veline, queste “antipatiche”.
Mettiamola in termini di guadagno.
Quanto prende una velina? Più di un ingegnere? Certamente più di un carabiniere, come ha giustamente meditato la Granbassi prima di passare da Santoro. Perché sposano un Calciatore? Probabilmente perché condividono la stessa “mission”: devono monetizzare al massimo perché la loro carriera è a tempo determinato.
Pare che una velina incassi mediamente 183 euro lorde al dì, che moltiplicato per 26 puntate mensili la retribuzione sale a 4758 euro. Poi subentra l’indotto: promozioni, serate in discoteca (dai 500 euro in su), calendari, manifestazioni, fotografie paparazzate concordate, ospitate in tv,...
Spese da sostenere? Devono pagare soprattutto i vari agenti (i soliti Lele Mora, Lucio Prisco, Beppe Caschetto,…) e i promoter (perfino l’ultima miss Italia 2008 ne aveva uno ancor prima di vincere) e le tasse.
Leggo che c’è chi paragona le veline alle hostess Alitalia: “per sorridere e offrire da bere, 90 ore mensili, meno di 5 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, percepiscono 2500 euro. All'università, un precario o un ricercatore neo assunto per lavorare 10-12 ore al giorno, per 5 giorni settimanali ne percepisce al massimo 1200”.
Al di là dei numeri bisogna riconoscere che è un lavoro come un altro, sebbene più in vista.
In epoca ciceroniana il ruolo della 'materfamilias' tese a rafforzarsi e la donna cominciò a partecipare alla vita sociale e intellettuale.
Allora, come adesso, "l'emancipazione sociale, morale e politica è direttamente collegata a quella economica".
Alla natura femminile si riconosceva (e si deve riconoscere) l'origine della vita, la sua tutela ed il suo armonioso sviluppo.
"Molti storici, di allora e di oggi, fanno coincidere il decadere dell'istituto familiare, la crisi dei valori sociali e familiari con l'emancipazione femminile e con l'istituto del divorzio, senza rendersi conto che con questa emancipazione le donne chiedevano semplicemente di poter avere gli stessi diritti degli uomini ". Ciao Ely. Ciao Luca.
Sai, io usurperei quel trono, sebbene Enzo ed Ezio mi siano molto simpatici.
Sarebbe meraviglioso se Striscia fosse condotto da Ambra Angiolini ed Elena Barolo !
Qui l'ho scritto, sei testimone !
Se Ricci mi ruba l'idea pretendo i diritti o quantomeno il riconoscimento etero-diretto !
Per Andrea: e ora non dirmi che saresti capace di rifiutare un invito a cena da una velina???? :)
Scherzi a parte, apprezzo moltissimo i conti in tasca alle signorine sgambettanti e il riferimento a chi lavora sodo e seriamente e viene mal retribuito (tanto per usare un eufemismo).
In età ciceroniana cominciare a partecipare alla vita sociale fu per le donne una gran conquista, ma ancor prima i tentativi furono molti (vedi L'amata Clodia di Catullo, per esempio, salonnier incallita...).
Anche se sull'emancipazione femminile (vera o presunta) avrei qualcosa da ridire. La donna spesso indossa i pantaloni, mostrando troppa aggressività, e uscendo dal proprio ruolo per vestire i panni di un'isterica in carriera,che di femminile ha poco e niente. Quindi, la femminilità innanzitutto, senza dover per questo rinunciare ad una sana (sottolineo sana) ambizione sociale e professionale e all'indispensabile indipendenza economica (mai fare le mantenute, per intenderci).
Per Luca: ma secondo te, potrei aspirare al ruolo di zietta delle veline? Dai, sarei una zietta tutto sommato permissiva. :) E.
Andrea, ma che t'importa di quanto guadagna una Velina ?
Mica sono soldi pubblici del resto !
Questa demonizzazione del danaro, francamente, non la comprendo.
Il danaro non è sterco del demonio, anzi, spesso è nutella se la vai a comperare al supermercato !
Questo ragionamento del guardare in tasca....sembra quasi rivelare una certa invidia, che non mi parrebbe auspicabile.
Indipendentemente dal lavoro che uno fa, buon per lui se guadagna dico io !
Se fossi donna e fossi anche gnocca, forse anch'io farei la Velina....pur volendo auspicare ad un ruolo tutto mio !
Sarebbe divertentissimo !
Tu Ely, non ti buttar giù. Ma che zietta !!!!!
PS: inviami la tua foto che hai qui sul blog, magari ne realizzo un post sul mio blog ;-) Baci.
Non avete capito il tono del mio intervento.
Non volevo esaltare i guadagni delle "signorine", ma con - stupore, incredulità e disorientamento - le contraddizioni del presente che viviamo.
Per Stellina: non ho detto che non uscirei mai con una velina. Se riuscissi ad accettare che il lavoro della velina è pulito e senza compromessi, lo farei [...ma essendo 'discordante', come del resto tutti, ammetto di aver l'autografo della Palmas e della Barolo (si chiama Elena!) ;-) ]
Per il resto, condivido l'"ambizione sociale", la "femminilità", l'"indipendenza economica".
Per Luca: Non demonizzavo il denaro. Sempre impulsivo, Luca!
Sai cosa diceva il nostro Dante Alighieri dell'invidia? "La meretrice, che mai dall'ospizio / di Cesare non torse gli occhi putti / morte comune e delle corti vizio, / infiammò contra me gli animi tutti".
Traduzione 2008: l'invidia è un male necessario che hanno più o meno tutti (nota che Dante epiteta l'invidia "meretrice", "morte comune" e "vizio delle corti"), però - laddove se ne presenta l'occasione - l'invidia tanto più è facile tanto più è terribile. Cioè: Ciascuno di noi ambisce (come dice Ely) di esser il primo favorito del principe. È una competizione sana fino a quando non sfocia nella patologia.
E poi prendendo a prestito alcuni aforismi che condivido:
-l'invidia è l'incapacità di vedere, amare e contemplare il bene, la bellezza e la luce presenti nell'animo di un uomo;
-l’invidia è la vendetta dei perdenti;
-l'invidia è il risentimento che si prova per la felicità dell'altro;
-l'invidia è un meccanismo di difesa, un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità quando si sente minacciata dal confronto con gli altri (Umberto Galimberti, “I vizi capitali e i nuovi vizi”, Einaudi, 2003, p.31).
"Il danaro non è sterco del demonio, anzi, spesso è nutella ": sbagliato!
«Il Dio denaro è ciò che vi è di più rispettabile ed influente al quale si sacrifica lutto senza pietà». Altro che nutella! L'hai dimenticato Luca?
"Indipendentemente dal lavoro che uno fa, buon per lui se guadagna dico io!": sbagliatissimo!!!
Tu mescoli il detto che "il lavoro nobilita l'uomo" con il fatto che "i soldi sono il solo mezzo con il quale ottenere il possesso dei prodotti" e "i soldi sono tutto". Anche se un tizio i soldi li ha conquistati illecitamente, con il sangue e dolore degli altri, con il sotterfugio, con la prevaricazione, col malaffare, con l’avidità dell’eterno onnipotente? Bisogna ammirarlo, rispettarlo, riverirlo? Lo ammetto: sono un extraterrestre e non “uomo di mondo”.
Scoop: lo sai il vero senso di "meretrice" in Dante?
La personificazione della donna venale, sinonimo di puttana, “è la curia papale che tiene la corte imperiale sotto l'influsso malefico del suo sguardo impudico...” (Antonino Pagliaro, “Commento incompiuto all'Inferno di Dante, Canti I-XXVI: canti I-XXVI”, Herder, 1999, p.64).
Saluti a tutti.
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