mercoledì 22 ottobre 2008

Quel nome che mi piace tanto

Ognuno ha il nome che si ritrova. Gliel’hanno affibbiato fin dalla nascita mammà e papà. Magari è brutto, insopportabile, pesante come un macigno. Magari ha il sapore di antico o è profondamente antiquato. Magari invece è bello e suona bene. Perché ogni parola che si rispetti ha un suono che si rispetti. Come fosse un fraseggio musicale più o meno armonico.

Spesso quella del nome è una scoperta affascinante. Specie quando si attende un figlio. Come lo chiamiamo?, si chiedono con insistenza i genitori per il nascituro. Che nome gli appiccichiamo addosso? Quello della nonna (se femmina) oppure del nonno (se maschio)? Teniamo viva la tradizione di famiglia o ci lanciamo in un rispolvero creativo e inebriante? Lo scegliamo a caso oppure lo cerchiamo su internet?

Beh, da oggi la Cassazione mette a freno la fantasia. Nessuno potrà più sbizzarrirsi sulla scelta dei nomi. Tant'è che la Suprema Corte ha confermato il cambiamento d'ufficio del nome di battesimo imposto da una coppia di Genova al primogenito. Il bimbo non potrà chiamarsi "Venerdi", come avrebbero voluto la mamma Mara e il papà Roberto. Si chiamerà Gregorio. E non è che questa repentina inversione di tendenza abbia fatto particolarmente piacere ai due genitori che, senza successo, hanno cercato di insistere sulla legittimità della scelta del nome Venerdì.

Ma la giustizia non è uguale per tutti, se sull’ "Oceano” degli Agnelli e sulla “Chanel” di Totti nessuno ha fatto una piega. Ma si sa, Mara e Roberto sono persone comuni e per loro la regola vale, eccome. E si applica fino in fondo.

Per carità, nessuna discriminazione. Ma se vi capita di stringere la mano ad una certa Asia, prima di muovere delle critiche, accertatevi quantomeno che si tratti della celebre attrice, figlia di Dario Argento.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse sarebbe ora che la Cassazione limitasse un po' la sua area d'influenza.
Già viviamo in uno Stato ove nulla è permesso, al massimo è "concesso" !
Cerco che se fosse esistito un San Venerdì nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare...immagino.
Benché esista di già un Venerdì Santo.

Anonimo ha detto...

C'era una volta il nome di battesimo, anche quando si parlava di non battezzati.
Di solito si imponeva il nome del santo patrono del paese, o di un giorno solenne (Natale, Pasqua, Tutti Santi,...). Certo in principio si ripetevano aristocraticamente i nomi degli avi. Matteo III, Giovanni XI, ecc. E i contadini imitavano i nobili ripetendo di padre in figlio gli stessi nomi per decine di generazioni.
Il cambiamento avviene solo più tardi e con tutte le stranezze del caso. Anticipando i tempi, il Bongianni ("Nomi e cognomi", 1928) criticava sdegnosamente la moda dei primi del Novecento di attingere i nomi dalla fantasia del teatro dando sfogo allo "sciocco esotismo" dettato dalla «voga a nomi "distinti" o "signorili": non "Massimo" ma "Max", chiamarsi Francesco è da plebeo». Così vennero gli "Ivanhoe", i "Raoul", i "Gontrano", gli "Oscar", le "Carmen", le "Dolores", le "Aida".
E i patrioti italici puntarono su "Garibaldi", che tra l'altro impose ai suoi figli "Menotti" e "Ricciotti". Per contro, i "sovversivi", specie in Emilia Romagna, coniarono ai pargoletti i nomi altamente simbolici: "Marx", "Comunardo", "Caserio", "Diavolindo", perfino "Lenin", ecc.

Tutto ha diritto di cittadinanza? Tutto no, ma quasi tutto.
Nell'antichità le guide spirituali tenevano segreto il loro nome "perché non fosse negativamente utilizzato dai loro nemici".
Da qui l'esigenza delle generazioni di ieri come d'oggi di ritenere importante il suono del nome, che giunge a noi da remote origini conservandone un seme segreto, intriso quasi di primitive vibrazioni, di usanze dai significati tribali. Spesso gli uomini per scegliere il nome dei propri discendenti si sono affidati alla cabala, all'analogia, al gioco di parole, al motto, al destino.
Esiste sul web un bestiario di nomi e cognomi più o meno esistenti che fanno riflettere. “Nomen omen”, il nome è il destino, dicevano i latini: i fratelli Paternostro (si occupano di pompe funebri), Angelina De Santis (prof di religione), Elena [!] Tartaro e il dott. Cariotti (dentisti),...

Che dire dei nomi doppi o tripli diffusi fin dal Medioevo.

E il trend inarrestabile dei nomi stranieri in Italia? Superando beghe burocratiche sono realtà le varie Emily, Jennifer, Naomi, Jessica, Nicole, Denise, Naike, Swami, Naima, Kaori, Katyusha,… e i maschi Kevin, Michael, Ryan, Samuel, Aaron, Jonathan, Christian, Manuel, Anthony,…

È ormai scontanto la prassi tra giovani dei nomi abbreviati con “i” o “y” finali antesignani dei “Nicknames”: Ketty, Caty, Miky, Ely [!],Marty, Giovy, Aly, Lavy, Sebi, Massi, Costi, Dani, Moni, Franci, Meli. O ancora nel turbine delle sigle: Flo, Cri, Lis, Ema, Manu, Fede, Ludo, Raffa, Flami,…

Altro fenomeno. Gli pseudonimi, di solito negazione delle proprie origini. Wikipedia ne elenca attualmente (ottobre 2008) ben 727. Usatissimi da letterati, politici, pittori, cantanti, sportivi, mafiosi, attori e registi. I più noti: Woody Allen (Heywood Allen Stewart Königsberg), Trilussa (Carlo Alberto Salustri), Totò (Antonio Stefano Vincenzo Clemente Focas Commeno De Curtis), Italo Svevo (Aron Hector Schmitz), Sting (Gordon Matthew Sumner), Madonna (Madonna Louise Veronica Ciccone), Lucky Luciano (Salvatore Lucania), Donatello (Donato di Niccolò di Betto Bardi), Stendhal (Henri Beyle), George Sand (Amantine Aurore Lucile Dupin), Ginger Rogers (Virginia Katherine McMath), Ridolini (Larry Semon), Alberto Moravia (Alberto Pincherle), Ugo Foscolo (Niccolò Foscolo), Yves Montand (Ivo Livi), Molière (Jean-Baptiste Poquelin), Malcolm X (Malcolm Little), Lenin (Vladimir Ilyich Ulyanov), Sophia Loren (Sofia Villani Scicolone), Greta Garbo (Greta Lovisa Gustafsson). Il più grande calciatore di tutti i tempi usò uno pseudonimo: Pelé (Edson Arantes do Nascimiento).

Ma forse il primato di “popolo con il chiodo fisso del nome originale” spetta ai cinesi (aspirazioni, sogni, allucinazioni dei genitori ricadono sui figli). Come si suol dire, nomi che sono tutto un programma. Alle ultime Olimpiadi hanno partecipato: il pugile cinese Zhang Xiaoping, medaglia olimpica, ha un nome che richiama pace e sicurezza; la campionessa di judo Tong Wen, 1 metro e 80 d’altezza, ha un nome che racconta eleganza; Wu Jingyu, oro nel taekweondo, esprime augurio di tranquillità e agiatezza; Guo Jingjing, doppio oro nei tuffi, ricorda l’immagine del cristallo; Yang Yiling, negli ideogrammi del nome si associa la preziosa giada; il campione Zou Kai, dal nome che augura vittoria; Yin Jian, medaglia nella vela, nel suo nome ricorda la spada; la bruttina Jin Ziwei, oro canottaggio, ha un nome che simboleggia l’immagine della bellezza.

Consigli di nomi originalissimi e geniali? Ecco i nomi dei figli dei Vip.
Story: Jenna Elfman
Prince Michael II: Michael Jackson (ma spesso viene chiamato Blanket)
Ever: Milla Jovovich
Messiah Ya’majesty: T.I.
Tu Morrow: Rob Morrow
Tabooger: Dan Cortese
Apple & Moses: Gwyneth Paltrow e Chris Martin
Kyd: David Duchovny
Sage Moon Blood: Sylvester Stallone
George (dall’I al V) Foreman: George Foreman (George ha cinque bimbi e li ha chiamati tutti George, più due femmine che ha chiamato Freda George e Georgetta)
Se volete scoprire altri nomi di figli di vip: http://www.nomix.it/articolo_leggi_55.php

E infine citiamo, a simbolo dell’originalità italica, i nomi dei figli del nostro ministro della Difesa on. Avv. Ignazio La Russa, presi simpaticamente in giro da Fiorello: Geronimo, Kocis (o Cochis) e Apache. Le figlie di Veltroni: Martina e Vittoria [!]. La sua primogenita vive a New York e studia cinema all'università. Mentre i “veltroni-boys” si sgolano e occupano gli atenei in segno di protesta per evitare la nuova riforma.