
Eppure in quest'ultima coppia di veline c’è qualcosa di inquietante, che per dovere di cronaca non si può non tacere. Rispetto alle loro colleghe precedenti (vedi Trevisan-Freddi, Canalis-Corvaglia, ma anche Satta-Wiggers, tanto per citarne alcune) le due ragazze sfoggiano una totale plasticità dei volti, che dura da un paio d’anni. Né una parola di più né una parola di meno, ok. Le veline sono questo. Ma ciò che preoccupa sono i loro sorrisi di plastica scolpiti in faccia, tutte le sere uguali, identici, quelle espressioni del volto ben modellato e armonico del tutto stereotipate, che non lasciano tradire un moto dell’animo, né trapelare un’ emozione. Per carità, in certi contesti meglio essere asettici e neutrali, ma così è troppo. Anche le veline sono umane. O no? Anche le veline hanno un cuore, un'anima, sangue nelle vene. Anche loro si arrabbiano, sono tristi o particolarmente allegre, s’innamorano, si deprimono, si esaltano, litigano a morte coi loro fidanzati-calciatori, buttano giù ogni tanto due paroline di fila, snocciolano qua e là qualche commento in stile Hunziker. E, nei migliori casi, bucano perfino lo schermo. Certo, non gli si chiede mica di interpretare in ogni puntata il ruolo tragico di Ofelia nell’Amleto di Shakespeare, ma neppure di esprimere il nulla più totale.
Dipenderà dalla loro formazione e dal loro percorso precedente? Probabile. Infatti, prima di approdare a Striscia, la velina mora, Federica, ha partecipato al concorso di Miss Italia con la fascia di Miss Roma 2007, Costanza invece è arrivata seconda a fotomodelladellanno.com. Dunque ragazze immagine, punto e basta. Però la drammaticità e l’espressività di un volto, oltre a muscoli tonici e ben modellati, sono doti altrettanto importanti in tv, come nel cinema, nella pubblicità come nella moda. Senza contare poi il fatto che un bel giorno, licenziate dalla scuderia di Ricci, potrebbero sempre decidere di condurre un programma o di recitare in una fiction e magari pure in un film. A quel punto sì che dovranno fare davvero i conti con questo aspetto. E allora che cosa c’è di meglio che cominciare fin d’ora a lasciar trapelare quantomeno un briciolo di umanità e a farlo proprio da Striscia, considerata dal vallettume televisivo e non un’ottima vetrina? Così finalmente si scioglierà il dubbio che attanaglia milioni di italiani: ma la Cocò e la Fefè sono fatte di carne oppure di plastica?
Elena Orlando (elyorl@tiscali.i)