giovedì 10 febbraio 2011

Vorrei dimenticarmene ma...


Una luce fioca mi abbaglia. E’ debole, intermittente. Mi prende, mi scuote. Vorrei dimenticarmene ma non posso. E’ la malinconia che mi dà la gioia di essere triste. Triste quando il resto del mondo ride, cammina, corre, vaga nello spazio senza fermarsi un secondo a riflettere. E’ la malinconia che mi prende nei lunghi pomeriggi d’estate. Quando il silenzio delle strade assolate con l’asfalto infuocato è un rumore assordante. E’ allora che sprofondo nella parte più nascosta di me stessa. Ritrovo i pensieri scomodi, le verità non dette. E’ allora che rivedo i luoghi dell’anima, quelli che non ho mai lasciato.
O all’imbrunire, quando il sole va a dormire per far posto alla luna. E scende la notte col suo buio pesto.
Il buio non mi fa più paura come quando ero piccola, talmente piccola da stare in una mano. Allora non pensavo a niente. E mi sentivo leggera. Allora il buio era paura, angoscia. Ora il buio mi avvolge. Mi accarezza la pelle. Mi fa compagnia, mi ascolta, mi consola. Gli racconto di quelle sensazioni perse nel tempo. Di quelle facce scolorite di cartapesta. Di quegli odori lontani di vaniglia e zenzero. Chissà cosa si prova quando c’è troppa luce, quando i contorni sono ben definiti, le immagini nitide, le definizioni nette, i fatti inequivocabili. Chissà cosa si prova a guardarsi davvero allo specchio. A non farsi la guerra. Chissà cosa si prova ad aspettare l’alba stesi sull’erba e fissare le nuvole. Chissà cosa si prova a vivere senza un po’ di malinconia. Io non potrei, non potrei mai. /…

Elena Orlando (
elyorl@tiscali.it)

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