mercoledì 25 maggio 2011

A Milano scatta il piano C. Moratti e Pisapia se le suonano. E ce la cantano

L’Italia è una e indissolubile, non c’è niente da fare. E a chi voleva che la partita elettorale Moratti-Pisapia giocata a colpi d’accuse e di querele, insulti e denigrazioni reciproche (La Moratti: "Pisapia ha rubato un'auto!". Lui: "La querelo!!")  fosse tutta di taglio, stile e colore nordista dovrà ricredersi. Perché a qualche giorno dal tanto atteso ballottaggio che riconsegnerà Milano al Pdl oppure la darà vinta al Pd entra in scena, come  deus ex machina nelle migliori tragedie di Eschilo, Gigi D’Alessio. E che c’azzecca, direbbe Antonio Di Pietro? Il cantante melodico napoletano chiuderà la campagna elettorale del Pdl a piazza Duomo, non proprio l’habitat naturale di Gigi, partenopeo per sangue, convinzione e dizione. Il cantante sarà accompagnato da Alessandra Stan e dalla vecchia gloria del soul Kid Creole. Sono previsti poi intermezzi con gli attori Edoardo Sylos Labini e Saba Anglana. Subito una valanga di insulti sulla sua pagina di facebook. Ma tutto può succedere nell'Italia che cambia, mischia e confonde le carte, si prende gioco di tutti. E per una volta il vento secessionista che tira in Padania lascia il posto per una volta, cioè durante le elezioni, al carezzevole scirocco, agli echi borbonici e alle magiche suggestioni della terra e' Napule.  

Pisapia non si arrende e risponde col genio imprevedibile e creativo di Elio e le storie tese, insieme a Giuliano Palma e i Bluebeaters, Paolo Rossi, Lella Costa, Debora Villa. Da Roma arriverà Daniele Silvestri, mentre  Jovanotti e Ligabue dovrebbero intervenire in video.
Ancora molto incerto l'esito elettorale. Ma la gara canora, senza neppure pensarci troppo, l’ha già vinta il candidato di centrosinistra. Peccato che si tratta di decidere chi governerà Milano, la capitale della moda, dell'economia e della finanza. E invece sembra di assistere a una puntata del Festivalbar.  Se le battaglie politiche si combattessero a colpi di programmi elettorali, sì che ci sarebbe poco da cantare. Ma ormai è roba d’archivio. Ora la politica è spettacolo, paillettes, applausi, fischi. Talk show, comparsate televisive, ospitate, feste più o meno mondane. Panem et circenses, insomma. Il popolino gode. S’ammorba, si stordisce. E i mistificatori continuano ad affabulare ora anche con le canzonette, colonna sonora della chiusura delle campagne elettorali, che invece dovrebbe essere il momento più importante per focalizzare progetti e intenti. Canta, o popolo, che ti passa (o almeno così sperano entrambi…). In bocca al lupo all’uno e all’altra. E vinca il miglior venditore di... fumo.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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