“Vi prego, non chiamateli tormentoni”. La preghiera di Linus, direttore artistico di Radio Deejay e fratello maggiore di dj Albertino, famoso speaker del “Deejay Time”, storico programma dance pomeridiano, arriva poco prima della partenza ufficiale dell’Estate 2008. Ebbene sì, la proposta è delle più rivoluzionarie e audaci: rinnegare senza alcun rimpianto una tradizione, ormai divenuta troppo onerosa, che ogni estate consacra in maniera ostinatamente forzata le hit più gettonate, un tempo (erano gli anni Sessanta), al mitico juke box con la sua lastra di plexiglass, oggi alla radio o nell’inseparabile iPod che ci accompagna mentre camminiamo per strada, i più frequenti motivetti che canticchiamo sotto la doccia negli afosi pomeriggi di agosto. Tanto per intenderci, del genere di “Una rotonda sul mare” di Fred Bongusto, “Sapore di sale” di Gino Paoli, “Un’ estate al mare” di Giuni Russo, “Aria” di Marcella Bella, “La mia banda suona il rock” di Ivano Fossati, “Andamento lento” di Tullio De Piscopo, “Dancing Queen” degli Abba o “Just the way you are” di Billy Joel, perfetta per un lento a prova di struscio. E molte altre. Ecco, erano questi i nostri tormentoni. Ci ronzavano nelle orecchie e s’insinuavano nella nostra mente a tal punto da sfiorare l’ossessione maniacale. Ogni sera e ogni mattina. Ogni giorno e ogni notte, lì a ritmare le interminabili vacanze al mare, in montagna oppur, per i più sfigati, in città.
Evviva Linus, che ci ha salvato, almeno per una volta, dal pericolo.
Però, a dirla tutta e a voler essere onesti fino in fondo, il tormentone ci ha riprovato ancora. Eccolo, anzi, rieccolo, con la sua bella faccia tosta, disinvolto e sfrontato quanto basta.
Così, quest'estate, che cosa ci tocca sentire a ripetizione? Beh, Give it 2 me di Madonna, naturalmente. E’ lei la regina. E ve ne sarete subito accorti. Basta aprire le radio, visitare YouTube o andare sul sto di iTunes, per ammirare le studiatissime movenze feline della regina del pop, checché se ne dica, giunta splendidamente (anche grazie a qualche aiutino artificiale) ai suoi primi 50 anni (li compirà il 16 agosto). E vedere come si attorcigli come un ragno, mentre ti fissa con fare enigmatico. Si parla del vibrante video del secondo singolo tratto dal suo undicesimo album, Hard Candy, uscito in Italia lo scorso 25 aprile, un mix di R&B, hip hop, pop e dance, prodotto da Madonna, Timbaland, Pharrell Williams, Danja, Justin Timberlake, con la collaborazione di Swizz Beatz, Sean Garrett, Akon e Kanye West, tutti nomi già affermati nel campo della produzione. Attualmente l’album ha venduto 3 milioni di copie nel mondo e 100.000 copie solo in Italia e il singolo in questione, Give it 2 me, uno dei più battuti dalle radio, ha raggiunto il secondo posto nella classifica dei singoli. Ora per la signora Ciccone si attende la performance del 6 settembre allo Stadio Olimpico (l’avevamo lasciata l’estate scorsa, nello stesso posto, appesa a una croce) .
Ma prima ancora, la sua partecipazione come regista, anche se non troppo ferrata in materia, bisogna dirlo, al "Traverse City Film Festival", in Michigan, kermesse creata dall'amico Michael Moore, dove presenterà il suo documentario "I Am Because We Are", già proiettato al Festival del cinema di Cannes. La pellicola parla della situazione degli orfani di Aids in Malawi, dove la pop star ha adottato un figlio assieme al marito Guy Ritchie. Perché per Madonna l’importante è esserci, sempre e comunque, col suo talento seppur discreto e impercettibile (non c’è ma, come dire, non ci fai caso).
E’ questa la risposta, con tutta la forza delle sue braccia scolpite da una dura e costante attività fisica, alla recente spallata del fratello Christopher, che non si è vergognato a lavare in piazza i panni sporchi e a definire la sorella meschina, falsa, interessata soltanto alla cabala, e suo marito Guy Ritchie una specie di idiota. Ma le incomprensioni, si sa, ci sono anche nelle migliori famiglie.
Tornando alle hit di quest'estate, vi sarete di certo accorti di una melodiosa romanticheria che fa “Non ti scordar mai di me […] in fondo siamo stati insieme e non è un piccolo particolare…”. Che in bocca a Giusy Ferreri, ribattezzata la nuova Amy Winehouse, sa ancora di più melodico. E lei, per l’occasione, si è fatta aiutare da Tiziano Ferro, coautore del testo, che come al solito in questi casi c’azzecca sempre, anche dal suo rifugio londinese, visto che il brano è per la quarta settimana consecutiva al primo posto nella classifica dei singoli più ascoltati.
Per chi invece non ha fissa dimora, è nomade dentro e vaga di continuo col corpo e con la mente alla ricerca di un’oasi di pace in cui approdare, c’è “Il Centro del mondo” di Ligabue, primo brano inedito del nuovo album “Secondo Tempo“, che lui stesso definisce “un inno al viaggio virtuale, al viaggio più leggero che esista”.
Se poi siete sedentari, pigri, sfaticati nullafacenti ed eterni sognatori in attesa del principe azzurro o della principessa blu che venga a rapirvi col suo cavallo bianco (destinazione ignota), “A te” di Jovanotti fa per voi. Da ascoltare mentre guardate il mare, sognando ad occhi aperti. State solo attenti a non scottarvi troppo, ché il sole è forte. Altro che plagio! Alle accuse di aver copiato "A la primera persona", canzone di Alejandro Sanz del 2006, Lorenzo risponde così: “l’ho scritta di getto, come succede spesso con le canzoni che poi arrivano al cuore della gente”. “L'ho scritta - aggiunge - seguendo un'armonia molto semplice presente in tante canzoni (é un giro armonico che dicono abbia inventato Bach)".
Resistono ancora in classifica, anche s eun po' più giù, “Underneath” di Alanis Morisette, la spilungona sexy di “Jagged little pill”, vincitrice di ben sette Grammy, e "Mercy”, il secondo singolo estratto dall'album Rockferry della cantante Duffy.
E, della serie il lupo perde il pelo ma non il vizio, non si smentisce l’inossidabile Sergio Mendes, con William & Siedah Garrett e la loro Funky Bahia, lui sì, al settimo posto in classifica. L’artista brasiliano più famoso al mondo ormai si è affidato alle mani esperte di Will I am, produttore e frontman dei Black Eyed Peas. E non tradisce le aspettative, visto che
ci ha abituato a grandi successi, orecchiabili e che ti porti dietro per molto tempo. Basti ricordare “Mas que nada”, un’evergreen da ballare dovunque e comunque.
E già, perché ballare è la nostra passione. Irrinunciabile. Basta solo lasciarsi andare e abbandonarsi senza inibizioni alle sensualissime note che ascoltiamo per piacere e per diletto.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
domenica 3 agosto 2008
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11 commenti:
Nel linguaggio degli attori il tormentone è una battuta ripetuta in modo ossessionante.
Una volta si diceva, quando un brano musicale seguiva i ritmi del momento, che era da "hit parade", era un "must". Poi, Jovanotti portò alla ribalta il termine "martello", di breve durata. Dagli Anni 90 funziona il termine "tormentone", gradito al giornalismo ma quasi sempre con ambivalente connotazione dispreggiativa e/o ruffiana. Il ritornello d'effetto, la modulazione o la clonazione metallica della voce, frasi sensa senso sono tra le cause di un codice ormai collaudato di musiche dalla popolarità indotta(a proposito, dopo due anni d'assenza, i tifosi si sono riappropriati nella recente gara calcistica in Austria e Svizzera dell'orribile "Po poroppo popo pò" nato nel 2006, preso dalla traccia 1, Elephant, degli "White Stripes"). L’industria discografica sta inventando qualsiasi cosa pur di vendere di più, avere maggiori introiti e portare avanti la baracca. Il brano della palermitana Giusy Ferreri con il suo "Non Ti Scordar mai di me" è una scimmiottatura stile Amy Winehouse per nulla originale. L'incoronazione di "regina dell'estate 2008" è comunque arrivata dal TG5 qualche giorno fa. Nel frattempo, malgrado le strombazzature di dischi di platino e altri metalli preziosi che definiscono il 'successo' di una canzone, i megacentri commerciali alla musica dedicano un numero di scaffali sempre più esiguo e al mercato nero (nero come quelli che li vendono) un cd costa adesso solo 3 euro! Madonna è un discorso a parte. É un prodotto massmediatico planetario come lo fu il tenore Caruso, i Beatles o Elvis Presley. Inattaccabile come il ddt.
Però, a questo punto, se sei stato contagiato anche tu da questo virus (anche se ne dubito fortemente...), devi rivelarci assolutamente qual potrebbe essere, in circostanze non sospette, il tuo potenziale tormentone. Un caro abbraccio, E.
E'commercialissimo, è stupidissimo, è imitatissimo ma scelgo "Fabri Fibra ft. Gianna Nannini - In Italia". Il suo video su Youtube conta 1.947.391 di visite. Non male.
E poi il testo del brano mi sembra "di denuncia", come da tempo non se ne sentivano. Sarebbe proprio bello cantare questa canzone quando ciò che vediamo attorno non ci convince. Le contraddizioni sono ovunque, non solo "In Italia". Piuttosto, si può affermare che ogni uomo o donna è un 'paese delle mezza verità'. Per curiosità, leggete tutti il testo del brano:
"Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezza verità
dove fuggi?
in italia pistole in macchine
in italia machiavelli e foscolo
in italia i campioni del mondo
sono in italia
benvenuto
in italia fatti una vacanza al mare
in italia meglio non farsi operare
in italia non andare all’ospedale
in italia la bella vita
in italia le grandi serate e i gala
in italia fai affari con la mala
in italia il vicino che ti spara
in italia…
rit. (x2)
Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità
dove fuggi?
in italia i veri mafiosi sono
in italia i più pericolosi sono
in italia le ragazze nella strada
in italia mangi pasta fatta in casa
in italia poi ti entrano i ladri in casa
in italia non trovi un lavoro fisso
in italia ma baci il crocifisso
in italia i monumenti
in italia le chiese con i dipinti
in italia gente con dei sentimenti
in italia la campagna e i rapimenti
in italia…
rit. (x2)
Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità
dove fuggi?
in italia le ragazze corteggiate
in italia le donne fotografate
in italia le modelle ricattate
in italia impara l’arte
in italia gente che legge le carte
in italia assassini mai scoperti
in italia volti persi e voti certi
in italia
rit. (x2)
Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità
dove fuggi… (x2)"
Per fortuna, ci sono rimaste la bella vita, le grandi serate e i gala, l'arte, le ragazze corteggiate e la pasta fatta in casa. In Italia... Bravo!
E.
Ah, dimenticavo le vacanze al mare... In Italia? Beh, meglio alle Maldive.
Riguardo poi alle mezze verità, i giornali le sparano grosse, ma ha ragione lui. I poteri forti la verità ce la dicono solo a metà. E.
A me invece quel Fibra mi sfibra.
Trovo la sua canzone sfibrantissima. La prima volta che l'ho sentita, in autobus, mi veniva voglia di fermarmi alla fermata sbagliata e fermi un 10 km a piedi ;-)
Luca hai ragione. E' questo l'effetto-tormentone, dà fastidio quanto vuoi, gira la testa, ma te lo ritrovi sempre intorno. Vedrai, tra cinquant'anni. Con le lacrime agli occhi dirai: quello sì che era un "cantautore". Guarda Jannacci su Google, di lui dicono "cantautore impegnato". Invece era lo "sfibrato" degli anni '60. Bei tempi... gli anni Sessanta. Bei tempi gli Anni Duemila...
Mi sa tanto che ti si addice di più Caparezza...E.
E gli anni Ottanta? I bellissimi e creativi anni Ottanta? Volete mettere?! Non c'è storia.
Comunque, io una cosa che mi chiedo spesso è proprio questa: come racconteranno gli storici, i sociologi, gli psocologi, gli antropologi e tutti questi signori qua i nostri anni? Di che abito li vestiranno? Che volto gli daranno? Che pagine scriveranno? Chissà...
Una cosa è certa: non sarà un'impresa facile raccontare gli anni Duemila.
Magari li aiuteranno gli scrittori, con le loro suggestioni immaginifiche. Magari loro, sì, proprio loro, considerati deformatori della realtà per professione e, ahimè, spesso per contratto, racconteranno i nostri anni coi loro romanzi molto meglio di quanto riusciranno a fare gli storici, essendo riusciti a cogliere tra le fitte pieghe delle loro trame, dei loro personaggi e dei loro paesaggi, le contraddizioni più profonde che oggi siamo costretti a osservare intorno a noi.
Peccato però che alcuni scrittori hanno pensato di ambientare i loro romanzi nel passato! Invito invece tutti gli scrittori, specie quelli di talento, a concentrarsi di più sul presente, seppur ambiguo e privo di un'identità chiara e ben definibile. E di farlo proprio per questo.
Solo così lasceranno a chi verrà dopo di noi (un libro da leggere non si rifiuta mai...) una fotografia che potrebbe rivelarsi tra le più autentiche del nostro tempo, di questi "strani giorni", tanto per dirla con Franco Battiato. E. O.
Come tormentoni ho sempre preferito quelli di Boncompagni e di Non è la Rai: l'unica cosa buona degli Anni'90.
Jannacci ? AAAAAHHHHH !!!!
Naaaa: è l'unico cantante degli anni '60 che non ho mai potuto soffrire e con il quale al massimo potrei tentare una sbronza colossale.
Mitici gli Anni '80, quelli sì.
Allora ero giovane e amavo Natasha Hovey pur senza essere ricambiato: io avevo 4 anni, lei 16.
Quanto agli scrittori, il mio amico Andrea Pinketts ambiente tutti i suoi romanzi nel presente. Peraltro in luoghi e situazioni che mi ha fatto conoscere personalmente quando sono andato a trovarlo a Milano.
Pinketts, però, in Italia è bistrattatissimo.
Per me è l'unico autore contemporaneo che riesco a leggere (e ad imitare a causa di una certa indole caratteriale comune ;-)).
Dal 1900 al 1910 vi si riscontrò la crisi delle campagne meridionali, uno spaventoso aumento di popolazione immigrata, si registra l'incremento esponenziale della popolazione mondiale, si sviluppa l'industria dell'intrattenimento (cinema e spettacoli di varietà) e dell'aeronautica, fu il laboratorio di due "guerre mondiali", fu il decennio di battaglie per il suffragio universale, segnò l'avvento delle classi lavoratrici. Mi fermo qui.
Dal 2000 al 2010 - appunto gli Anni Duemila - per cosa saranno ricordati? Non lo voglio sapere. Doveva essere la "Decade Internazionale per la Cultura della Pace e della Non-Violenza". Sono stati 10 anni di disastri: mucca puzza in Europa, polmonite atipica in Asia, l'11 settembre, la guerra in Afghanistan, la guerra in Iraq, la moneta unica, l'ennesimo Shuttle che si disintegra in diretta, i 156 bambini morti in Cecenia, il Malawi decimato dall'Aids, l'uccisione di tanti giornalisti, lo tsunami che spazza via 200mila essere viventi, la proliferazione delle armi nucleari, il G8 a Genova, la Birmania, il Sudan, i Fratelli Muccino, i 3MSC di Federico Moccia, Cuba indietro di 60 anni, un ciclone da 200 km/h che vaporizza il Myanmar e 100mila nostri simili, il black-out italiano del 28 settembre, la fine del ciclismo e dei referendum, la monnezza, le tifoserie del Catania e del Palermo in guerra, i V.Day,i crediti universitari, lo sfacelo delle scuole, il bingo, la morte della tv, la fine del cd, i reality show. Sono un sopravvissuto, siamo dei sopravvissuti.
Gli Anni Ottanta sono stati anni dopati, eccessivamente esaltati. Sono anni di plastica, di speculazioni, di sovrappolazione incessante, di disorganizzazione, di ricatti. Gli anni del post-dopoguerra si sono rilevati ben presto i veri anni d'inizio di una crisi economica perenne e non più arginabile, gli anni d'apertura della Cina destinata a dettare legge (nel bene e nel male) per i prossimi cento anni.
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