mercoledì 1 ottobre 2008

Emanuele Filiberto pop: ci è o ci fa?

Il principe ha detto no. E, per la verità, nessuno dei comuni mortali se lo sarebbe mai aspettato. Sarà che Emanuele Filiberto di Savoia, classe 1972, figlio di Marina Doria e di Vittorio Emanuele, nonché nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, più che un uomo fino a ieri era un semidio, a metà strada tra l’umano e il divino. Sarà che attorno a lui si era formata un’aura di etereo e di immateriale. Sarà che non lo si era mai visto così, in carne e ossa, a tenere banco nella giuria di un programma televisivo più populista che popolare, con una modesta e timida parvenza chic. Eppure, alla fine il principe azzurro si è ribellato al suo destino da bravo ragazzo.
E lo ha fatto così, coi suoi incantevoli occhi blu, la sua soffice voce pacata, il suo perbenismo d’alto rango, la sua espressione flemmatica e rassicurante, il suo sorriso appena accennato.

E per farlo, ha scelto il Ballo delle debuttanti, lo show della domenica sera che lo vede ormai lanciatissimo. Tanto che neppure la conduttrice Rita Dalla Chiesa e una scatenata Platinette (per fortuna che c’è lei ad evitare che qualcuno possa sprofondare nel sonno…) riescono più a domarlo.
Ebbene sì, l’ultimo di casa Savoia ci ha preso gusto al vezzo della ribellione, mentre è lì a cavalcare la tigre di una giuria mezza stranita per i modi poco educati delle sue cortigiane, ben vestite e scalmanate.

Ma partiamo dall’inizio. In origine fu ancora lei, la signora Mediaset, l’istrionica Maria De Filippi in c’era una volta anche Costanzo. E’ tutto merito suo se l'alveo materno di Canale 5 ha partorito un altro reality show, senz’altro quello più effeminato della nuova stagione televisiva. Eccolo lì, Il ballo delle debuttanti, in onda tutte le domeniche in prima serata. Le protagoniste? Tante, tantissime, troppe femminucce sgallettate in calore, in attesa di piazzarsi in qualche angolo televisivo.

Attenzione, perché per rendere il gioco più accattivante, sempre la De Filippi ha avuto la brillante idea di dividere le lady in questione, acerbe e acide, in due squadre: le finte pop, un po’ rocchettare, un po’ maleducate e le false chic, mezze perbeniste e forzatamente retrò.

E il principe?
Sta in mezzo? Macché! Altro che centrista e moderato. Lui ha già scelto da tempo. Cresciuto sotto l’egida di una famiglia che qualche capitolo di storia del nostro Paese l’ha scritto davvero, imbrigliato nei rigidi dettami di un’educazione che ormai gli sta stretta (quella che, se sbagli magari lanciandoti addosso un solo tortello al ragù, proprio non perdona) ha già preso una posizione netta e precisa: finge spudoratamente di essere pop. Per partito preso, per rinnovare la sua immagine, per prostrarsi con umiltà dinanzi alla plebe affamata che tanto ha sofferto e che continua ancora a soffrire, e mostrare un volto rinnovato, dimostrando di saper essere vicino a chi gli è e gli sarà sempre lontano mille miglia.

E non occorre un’acuta capacità di osservazione per notare che Emanuele Filiberto farebbe carte false per scrollarsi via di dosso quel manto regale ormai divenuto un pesante fardello, talmente pesante da farlo risultare ai più anacronistico e antiquato, e di cui in fondo quasi quasi si vergogna anche.

No, lui sente assolutamente il bisogno di dire no a tutto questo e di riscattare una volta per tutte la sua immagine. In poche parole, il principe ha un disperato bisogno di snobbare i riti e i vezzi regali. E di farlo subito, prima che sia troppo tardi e la sua immagine venga compromessa per sempre.

Basta, basta, Emanuele Filiberto è un Savoia, d'accordo, ma del suo cognome così pesante e della sua famiglia non ne può più. E tra un po’ perfino della mesta mogliettina Clotilde Courau, che in barba a chi non ci avrebbe scommesso neppure una pizza, non solo si è fatta maritare, ma gli ha dato pure due splendide figlie.

Basta, adesso però basta. Il principe ha voglia di altro, di molto altro. Per esempio, di scorrazzare in giro vestito come gli pare, di fare il maleducato, come la maggior parte delle persone dimostra di essere, di adeguarsi senza riserve al fascino bruto e animalesco dell’uomo “servaggio”, che cammina per strada sputando per terra, noncurante delle buone maniere.

E guai se qualche ragazzetta gli dice che è chic, perché il principe si offende, fa perfino finta di arrabbiarsi sul serio e per un interminabile attimo prende la parola e alza pure il tono di voce.

E’ il momento in cui le acide maestrine di bon ton propongono alle ragazze, che nel corso del programma devono dimostrare di sapersela cavare in svariate situazioni sociali con destrezza ed eleganza, di mangiare un gelato. Che sia al gusto di fragola o di cioccolato, come si mangia un gelato? Beh, se è un cono, si lecca, il principe su questo non ha dubbi. Macché, gli rispondono indignate le maestrine, che invece impongono alle ragazze di usare il cucchiaino.

E no, il principe insiste, stavolta proprio non gli va giù. Scalcia, sbraita, non può fare a meno di inveire: “Andiamo, ma fatemi il piacere…Avete mai visto mangiare un cono col cucchiaino?”, ripete allo sfinimento Emanuele Filiberto, aspettando l'applauso. Incredibile, questa sì che è roba d’altri tempi. Poco male, tanto il principe in questa sua nuova veste inedita e performance favolistica, di certo, suo malgrado (per non fargli montare la testa, certe cose è meglio dirgliele subito), continuerà ad essere ancora una volta se stesso: ovvero molto chic, un filo snob e pochissimo pop.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo sia una trista figura.
La cosa che mi intristisce ancor di più è che da quest'anno ha iniziato a collaborare con il quotidiano con cui collaboro io da qualche annetto: L'Opinione delle Libertà.
E va bene che è il vecchio organo del Partito Liberale e che è stato fondato da Cavuor nel 1847, il quale fu il braccio destro della sua Regal famiglia....epperò !

Stella mattutina ha detto...

Dai, il principe è a suo modo perfino simpatico. Oddio, certo, proprio a voler esagerare...
potrebbe rappresentare la tua ultima chiance se la domenica sera non trovi nient'altro da fare. Che ne dici? :) E.

Anonimo ha detto...

Dici bene, i Savoia ex esiliati sono una stirpe che “qualche capitolo di storia del nostro Paese l’ha scritto davvero”. Una storia poco conosciuta, occultata, taciuta, controversa. Protagonista: sempre la casata sabauda. Il bilancio dei meriti e dei demeriti non si è ancora concluso. Gli Italiani ignorano la Storia, vivono a stento il contemporaneo.
Quando si parla di SAVOIA - è risaputo - l’immagine più diffusa in Italia è l’abbandono di un potere che lasciò il paese in condizioni disastrose di fame, di analfabetismo, di corruzione, di mafia, di camorra, di dittature, di sette; una famiglia “talent scout” che inventò Garibaldi e i garibaldini. Con i loro tentennamenti hanno portato l’Italia più volte alla guerra, hanno cancellato generazioni di italiani mandandole al macello, hanno ridotto in macerie la patria e le opere d’arte, hanno reso obbligatorio il servizio di leva, hanno assecondato la massiccia emigrazione fuori dai confini della penisola, ed hanno alimentato una cultura maschilista. Queste le opinioni più comuni e popolari.
Oggi il cognome Savoia ricorda soprattutto un dolce che Nanni Moretti ha internazionalizzato in “Sachertorte” .

Un battage mediatico italico, forse un po’ troppo permissivo, tenta di ristabilire l’effetto benefico simpatia-attaccamento-affezionamento ai membri superstiti dell’ex Famiglia Reale e con l’intento di recuperare all’Ideale Monarchico “lost”.
Qualcuno pensa che FILY è all’ennesimo incolore tentativo di sdoganare-salvare un ceppo dalle possenti radici ma ormai sovraccarico di troppi rami secchi. Superficiali le amicizie pericolose, poco carini gli attacchi ai loro parenti (come al Principe Amedeo di Savoia), divertenti i loro retroscena erotici.
S.A.R. IL PRINCIPE di Venezia e principe di Piemonte, camaleontico nipotino dell’ultimo re d’Italia, nato e vissuto in Svizzera, è effettivamente molto chic e un “tantino” snob, poco pop, molto shock [principe si scherza ;-)]. E col vizietto delle apparizioni nella tv trash.

Nella sua autobiografia "Sognando l'Italia" (1998) il ventiseienne racconta le sue esperienze di esule sfigato. Poi lo abbiamo visto in tv in veste di “ultrà”. Inizia anni fa con "Quelli che il calcio...": Paolo Brosio lo raggiunge in Svizzera per chiedergli della sua amata Juventus.
Successivamente, come testimonial si è “prestato” a fare uno spot pubblicitario (le “cipolline in agrodolce Saclà”) ma devolve tutto il compenso per fini benefici. Perché un principe fa una scelta del genere? Spiega la Saclà con affarista ironia che è stata «scelta come musica dello spot, “Torna a Surriento” (…); un film unico (!), di forte impatto, basato su un messaggio semplice: “ogni volta che vuoi sentirti re” non c’è niente di meglio delle bontà di Saclà».
Da un sito leggo: l’astigiana ditta lo fece per un “ironico fine”: “sorprendere sfruttando la notizia del rientro italiano dei reali, anche grazie alla ‘corona’ del logo Saclà e al riferimento al contestuale ritorno in comunicazione dell'azienda”.
Nel frattempo passa alle “calzature Alexander”, marchio che pompa lo slogan: "Collegio svizzero. Moglie francese. Nobiltà italiana".
Dà vita alla “Fondazione Principe di Venezia”. Corre alla ventunesima edizione delle "Mille Miglia" (2003). Le stroncature di “Striscia la notizia”; la magra figura del [ram] pollo a "Scherzi a parte" con il complice Alfonso Signorini.

All’inizio del 2008 con una fuoriserie intestata al 'savoiardo' (mmm buon immerso nel latte, parlo del biscotto!) è stato beccato a 140 all’ora a Cortona. Perché? Si giustifica: “Non ero io: la segnaletica è carente”.
In tv, nel 2007, Emanuele Filiberto rivela a “Ballarò” di aver inviato la richiesta a Prodi e a Napolitano di 260 milioni di euro a risarcimento di 54 anni di esilio. Risposta del governo: “Neppure un soldo, anzi vogliamo noi i danni”.
Fallimentare la candidatura alle politiche del 2008 per la circoscrizione estera “Europa”. Perché?
Per rafforzare le sue simpatie nei confronti dell’Udc e della Rosa Bianca? Per il ritorno dei monarchici in Parlamento?

L’Altezza Reale adesso prende di mira i reality come il “Ballo delle debuttanti” prodotto dalla «Fascino»: fanciulle pure e caste sognano il loro “principe azzurro” ed ecco che Costanzo e C. - per associazione di idee – chiedono l’autorevolezza di un parere qualificato e disinteressato, il «Filiberto-pensiero».
È di questi giorni la notizia che l’«erede al trono» avrebbe lanciato una linea di abbigliamento sportivo chiamata – pensa con che cratività stratosferica – “Principe d’Italia”. Perché? Per sentirci tutti un po’ più “regali”? è una linea uomo sport chic (e ti pareva)
L’impressione generale è che il Filibertone Nazionale non abbia nessuna voglia di recitare la parte del delfino sangue blu. Buon per “Fily”. Ogni scelta che fa non è scontata: dallo sport alla politica, dalla pubblicità alla moda tutto ha un senso. Dicono che è molto migliorato.

Ciao Principe Fily! Buona fortuna!