
A dirla tutta, l’outing di Marco Pannella risale a un bel po’ di tempo fa. Senza contare poi il fatto che la notizia circolava da un bel po’ negli ambienti politici. Così come si sapeva del legame tra lui e i suoi “ragazzini” radicali. Quindi quale sarebbe la notizia? Semmai che a ottant’anni suonati Pannella non si pente di nulla, si racconta, e racconta la sua passione per la vita, con quel sogno nel cassetto di un’alternativa liberale, a suo parere ancora possibile. Eppure è da giorni che non si parla d’altro: della sua bisessualità dichiarata. Mica della sua speciale amicizia con Benedetto Croce, dei suoi storici digiuni, delle numerose battaglie per il divorzio e i diritti civili, cose anch’esse ben note, ma che non farebbe male ricordare soprattutto alle nuovissime generazioni. E invece? Tutti a parlare della sua bisessualità. Solleticando la pruderie gossippara che banalizza tutto alla questione dei gusti e degli orientamenti sessuali. Vecchia storia già feconda nell’antica Grecia (Socrate e Platone, Saffo e le sue allieve del tiaso, ecc.). Ma tale da rendere improvvisamente l’animale politico di aristotelica memoria un’icona di trasgressione, il totem della perversione, il santo protettore dell’ambiguità.
Che grande novità. Si fa finta di non sapere che la bisessualità in certi ambienti è come il prezzemolo. Diffusissima in politica, nei cenacoli letterari, tra gli scrittori, in tv, nel mondo dello spettacolo. E sempre di più. Anche se spesso chi lo è tende a nasconderlo. Pochi infatti hanno la disinvoltura di Pannella, la sua personalità. Il punto è un altro: inutile scandalizzarsi più di tanto. E’ come dire che Lord Byron è diseducativo. Lui che ebbe una moglie che probabilmente ha amato a suo modo, parecchi amori omosessuali e un disperato bisogno d’affetto. Al suo tempo volevano perfino punirlo con la forca o con la gogna, per aver commesso quella che era considerata una vera e propria offesa capitale. Oggi, nel 2010 mica siamo tanto lontani se la sessualità ambigua di Marco Pannella rappresenta ancora un caso nazionale. Per tornare a Byron, bisessualità a parte, una cosa è certa: perdersi tra le pagine di “Cielo e terra”, de “Il sogno” o de “L’assedio di Corinto” è un miracolo che si ripete sempre. A testimonianza del fatto che quella dei chiaroscuri personali è tutta un’altra storia…
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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