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giovedì 16 febbraio 2012

Sanremo 2012: Arisa e la sua notte insonne...



Sanremo. La Notte porta consiglio. Ma Ad Arisa non deve averne portato poi così tanto, se per esprimere “"il doloroso e intricato turbinio di emozioni vissute alla fine di un amore, emozioni che riempiono i pensieri di una donna da sola durante una lunga notte" la cantante lucana che quando è apparsa sembrava appena uscita da un romanzo di Lewis Carroll ha abbandonato i suoi vecchi panni e ha indossato le vesti di una pantera ma per nulla agile.


Arisa, ci spiega perché la dolorosa scelta di togliersi gli occhiali?

“Ogni tanto cambiare fa bene. E poi non è vero che l’Arisa con gli occhialoni di Sincerità (Sanremo 2009, tra i giovani) non c’è più. E’ solo che stavolta ho voluto dare una luce alla parte più intima di me stessa”.

 E quale sarebbe?
"Quella parte più introspettiva che ognuno di noi ha”.

Ma noi nel suo look alla Alice nel Paese delle meraviglie ci avevamo creduto davvero…
“Infatti mai stata un’operazione commerciale. Sono sempre stata me stessa”.

Ne è proprio sicura? A dire il vero nei suoi tacchi sul palco dell’ Ariston sembrava galleggiare non proprio bene…
“ (ride) E invece d’ora in poi dovrò abituarmici!".

Anche noi. Celentano grande artista o predicatore fuori luogo, tempo e spazio?
“Decisamente grande artista”.

Anche lei come Francesco Renga ce l'ha con lui per essersi mangiato i cantanti in gara?
"Beh, in effetti si è parlato tantissimo di lui, ma era prevedibile. Quando si parla di Celentano, si parla di un vero ciclone. Ma va bene così. L'importante è che la gara e soprattutto la musica e le canzoni di noi artisti non passino troppo in secondo piano"."

Che voto dà al suo amico-conterraneo Rocco Papaleo?
"E' semplicemente fantastico. Bravissimo. Rocco poi è una gran bella persona".
Rifarà X Factor, nonostante l'abbiano accusata di non avere personalità?
“Se Dio vuole, sì. Cioè se me lo chiedono, lo rifarò molto volentieri”.

Progetti per il futuro?
"Il brano di anremo fa parte di un nuovo album, Amami. E poi sto per partire per un tour teatrale che inizierà il 17 aprile. E poi ancora, dopo "Il paradiso non è un granché - storia di un motivetto orecchiabile, ed. Mondadori,  mi piacerebbe scrivere un altro libro".
Torniamo a Sanremo. Le è piaciuta di più Belen o Elisabetta Canalis?
“Direi con un pizzico di invidia entrambe bellissime (ma non ne sembra troppo convinta).

Ma secondo lei Belen Rodriguez le mutande ce le aveva?
"(Ride) Non so... Bisognerebbe chiederlo a lei. Comunque penso proprio di sì, anche se lo spacco era davvero vertiginoso".

Chi ha apprezzato di più tra gli artisti in gara?
“Domanda di riserva? Un po’ tutti”.

Non mi dica che non c'è competizione dietro le quinte...
"Infatti non glielo dico, perché la competizione c'è ed essendo una gara è giusto che ci sia. Ma per fortuna si scherza insieme e non ci si prende troppo sul serio".

Ma lei, Arisa, è sempre così politically correct?
“Sì, ma solo nel lavoro. Nella vita provata sono un vero disastro”.

La prego, ci faccia qualche esempio…
“Sono piuttosto insicura, mi metto sempre in discussione e penso sempre di non farcela ma poi ce la faccio”.

Nello show di Fiorello Marco Baldini l’ha imitata…
“(Ride) Sì, e lo ha fatto anche bene. E’ interessante vedere come sei vista dagli altri ”.

Ultima domanda: chi vincerà questa 62esima edizione del Festival?
“Ehmmm, non posso sbilanciarmi troppo. Davvero".

Sì, ma ce l'avrà un favorito o una favorita?
"Non vorrei fare nomi per orientare in qualche modo i gusti del pubblico. Diciamo che Emma ha molte chance di vincere, ma anche Renga, Nina Zilli e molti altri. E poi  la Bertè è davvero straordinaria. Quest’anno devo dire che ci sono gran belle canzoni, non proprio canzonette”.

Scusi, ma lei non si vede tra i possibili vincitori? “E no, sono scaramantica. Non vorrei portarmi iella da sola…”.


Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

Le pagelle di Sanremo 2012


Sanremo. Nella seconda serata, tornano protagoniste la canzoni. E finalmente appare la bellissima Ivana Mrazova. Eliminati per il momento Dalla e Carone, Irene Fornaciari, i Marlene Kuntz e la strana coppia Bertè-D’Alessio, ripescabili tutti e quattro col televoto.


Dalla-Carone: canzone a dir poco antiquata. Quasi alla Nino D'Angelo. Interpretazione quasi demodè. Dire che il brano assomiglia anche solo vagamente a 4 marzo 1943 sarebbe come avere le traveggole. Dalla ha già dato. Ma per Pierdavide Carone, ex Amici, occasione mancata. Peccato. La prossima volta, vada da solo, che è meglio. L’eliminazione ci sta. E ora, Dalla, non sparare sul festival. Voto 4

Bertè-D’Alessio: lui scugnizzu in frac, lei ribattezzata Richard Benson, resta istrionica e fedele a se stessa. Il brano “Respirare” è orecchiabile e radiofonico, ha un testo ovvio, d’alessiano, ma l’interpretazione di Loredana Bertè gli regalava una marcia in più. Ingiustamente eliminato. Speriamo venga ripescato. Voto: 7 e mezzo.

Nina Zilli: reginetta di questa edizione del festival. Elegante, mai sopra le righe. Il brano “Per sepre” le calza a pennello. Il garbo dell’interpretazione le regala un bel voto: 8.


Arisa: impacciata nel nuovo look, che sembrava promettere faville. E invece si è rivelato un fuoco di paglia. Patetica nell’interpretazione. Meritava l’eliminazione. Voto 4

Marlene Kuntz: sono gli incompresi di questa edizione del festival. Non condivisibile l’eliminazione. Speriamo li riammettano in gara. Voto: 7 e mezzo


Emma: la favorita, non emoziona più di tanto. Il testo del brano appare retorico e un filo melenso. Voto: 7

Eugenio Finardi: per dirla con Dante Alighieri, sanza infamia e sanza lode. Voto 5 e mezzo


Chiara Civello: ci si aspettava di più. Ma non disturba. Interpretazione contenuta, look sobrio per la cantante jazz più conosciuta all’estero. Si attende il suo duetto. Voto: 7

Irene Fornaciari: in una sola parola insignificante. Il brano non adatto alle sue doti vocali, le appiattisce e quasi le mortifica. Giusta eliminazione, condivisibile in pieno. Voto: 4

Matia Bazar: i soliti noti. Habituè del festival. Sempre fedeli a se stessi. Che noia… Voto: 5

Samuele Bersani: decisamente di nicchia, ma resiste. Look interessante e spermentale. Forse non è proprio al meglio di sé ma sempre originale. Voto: 8

Dolcenera: senza pianoforte perde qualche punto. Il brano “Ci vediamo a casa” non è un capolavoro. Voto: 5

Noemi: deludente nella mise e nell’interpretazione. Voto: 5 e mezzo

Francesco Renga: elegante, melodico ma non troppo. Eppure pian piano il brano “La tua bellezza”, che ne esalta a pieno le sue doti vocali, sta entrando a pieno titolo nella terna dei favoriti. Potrebbe conquistare i piani alti del podio e arrivare secondo o terzo. Voto: 7 e mezzo

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

martedì 3 gennaio 2012

Sanremo 2012: col bis Morandi rischia un flop

Quando il direttore artistico Gianmarco Mazzi gli ha detto ufficialmente per la seconda volta sì, lui abituato a 412 presenze in campo con la Nazionale italiana cantanti, lui che ha contribuito a fondarla, quella squadra, in fondo non si è nemmeno meravigliato più di tanto. Gianni Morandi riconduce il festival di Sanremo. La notizia è ormai stranota. Al suo fianco, dopo Belen e Canalis, ci sarà Rocco Papaleo in un ruolo alla pari, cioè di divisione-condivisione del palco dell’Ariston. Morandi al timone di un secondo festival per il secondo anno consecutivo. Privilegio toccato a pochi nella storia del festival. Nell’ordine: Nunzio Filogamo, che ne condusse le prime quattro edizioni (dal 1951 al 1954), Mike Bongiorno (cinque edizioni di fila, dal ’62 al ’67), Claudio Cecchetto (dall’edizione dell’’80 a quella dell’’82) e Pippo Baudo, abbonato alla kermesse dal ’92 al ’96 e poi ancora nel biennio 2002-2003 e in quello 2007-2008.

Privilegio che invece rifiutò categoricamente di concedersi Paolo Bonolis, re di ascolti nell’edizione numero 59. Perfino il cauto Fabio Fazio cadde nel tranello, conducendo una prima volta nel 1999 con Laetitia Casta e poi l’anno dopo con Teo Teocoli, Lucioano Pavarotti e Ines Sastre. Ma Paolo Bonolis, no. Mossa astuta, che lo incoronò “Re Sole” di un’edizione inimitabile e unica per originalità e spirito innovativo.
Sulla stessa,linea, Antonella Clerici, il volto più popolare di Raiuno, che ha preferito calcare il palcoscenico della città dei fiori e chiudere dietro di sé il sipario per evitare di vanificare i fortunati risultati, di poco superiori a quelli di Bonolis. Ma lui, no. Gianni il temerario, dopo aver cantato con fare dinoccolato e voce vibrante in ben 18 pellicole e 7 sceneggiati, e aver partecipato sei volte a festival come cantante, con una vittoria nel 1987 insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri col brano “Si può dare di più” il problema di un probabilissimo calo di ascolti, fisiologico nella storia del festival a conduzione reiterata, non se lo pone nemmeno.

Eppure, se la matematica non è un’opinione, ogni volta che – dati alla mano – lo stesso conduttore con la stessa casacca si è ripresentato l’anno dopo su quel palco, lo share è sempre calato di almeno tre punti. E’ successo a Filogamo, a Mike, a SuperPippo. Insomma, un po’ a tutti. A questo punto sorge una domanda: perché mai non dovrebbe succedere anche al caro buon Gianni? E’ l’effetto che fa rivedere lo stesso conduttore. Ecco perché la scelta di rifare il festival dopo un’edizione di successo come quella dell’anno scorso, con una media di oltre 10 milioni di telespettatori a serata e picchi di share del 52 per cento, non è soltato azzardata, ma addirittura incosciente per un artista come Morandi, cinquant’anni di carriera alle spalle e la costante incognita di finirla quanto prima. Perfino Belen, a rivederla di nuovo all’Ariston, avrebbe ispirato qualche sbadiglio. Ma Gianni sembra non curarsene affatto. Lavora 10 ore al giorno al suo secondo festival, che se dovesse fare flop, gli farebbe chiudere anticipatamente i battenti. Ma Gianni è ottimista, fiducioso, entusiasta. E punta tutto su Adriano Celentano. Così come l’anno scorso aveva puntato su Roberto Benigni. Per carità, nessuna certezza:  tutto può ancora succedere. E sarà il risultato reale degli ascolti a confermare oppure a smentire questa tesi. Certo, "non si può avere culo per due volte consecutive", sentenzia Roberto Vecchioni, che preferisce essere ricordato come il vincitore dell'anno scorso piuttosto che ripresentarsi con un brano magari ripescato per miracolo e in fondo alla classifica.
In ogni caso, in bocca al lupo a Morandi, l’ eterno ragazzo della canzone italiana. Perché no, fino a prova contraria, si può sempre sfidare il destino e magari rivincere, anche ai tempi supplementari.


Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

domenica 20 febbraio 2011

Sanremo 2011: vince Roberto Vecchioni, cantore di amore, dissenso e libertà


Era nell’aria. E nel televoto. La vittoria di Roberto Vecchioni al 61esimo festival di Sanremo non è stata una sorpresa. Il professore era già in testa alla classifica delle preferenze. Ed era anche trapelato. Morandi e Mazzi si erano infuriati, già si gridava all’impeachment. Ma poi il buon senso ha voluto che a “Chiamami ancora amore”, il brano più bello in assoluto e più apprezzato dal pubblico a casa, da quello in sala e dagli addetti ai lavori, venisse data la giusta ricompensa. Una scelta condivisa a pieno anche dai giornalisti che quest’ anno hanno avuto parte attiva anche loro nel voto, grazie alla golden share. Una sala stampa soddisfatta, in festa, a mezzanotte e mezza, orgogliosa di aver contribuito ad una vittoria più che meritata. All’una arriva il verdetto. Vecchioni è il numero uno, seguito dai Modà con Emma e dal popolarissimo Al Bano, fiero del suo appeal musicale da sagra paesana e genuino come gli acuti vocali di "Amanda è libera". E già, la libertà. Quasi il suggello, di quello che è stato, insieme all’unione, il motivo dominante della formula Morandi, dove il motto “restiamo uniti”, tra il serio e il faceto ha catalizzato per quasi una settimana intera l’attenzione del pubblico che quest’anno il festival l’ha seguito davvero. Un risultato da record per gli ascolti. Buona anche la tenuta dell’ultima serata, con 12 milioni 136 mila, pari a uno share del 52.12%. La media ponderata della finale risulta di poco inferiore a quella del festival 2010 di Antonella Clerici (53.21%) e di quella dell’edizione 2009 di Paolo Bonolis (54.24%).
E Morandi ringrazia il direttore artistico Gianmarco Mazzi (“ci conosciamo da trent'anni, questo festival l’ho fatto con lui e con Lucio Presta”) e tutti i dirigenti Rai e ammette "questo festival non lo vorrei chiudere". Vecchioni ha raccolto quasi il 50 per cento dei consensi, i Modà con Emma il 40 per cento e Al Bano il dodici per cento, risultato che, dopo l’eliminazione da parte della giuria demoscopica e il ripescaggio, non è male. E’ l’una di notte quando viene dato l’atteso annuncio. Tutti sul palco a celebrare il vate della libertà, il cantore di un’umanità ferita, il portavoce di un malessere diffuso e di un dissenso legittimo, che nessuno può riuscire a imbrigliare. “Chiamami ancora amore, chiamami ancora amore, chiamami sempre amore perché noi siamo amore”, Vecchioni ricanta per la terza volta il suo brano, stavolta in maniche di camicia e senza gli inseparabili occhiali. “Grazie a te, Gianni. Se non mi fossi venuto a prendere tu, non ci sarei mai venuto qui. Sono contento di aver fatto capire che la canzone d’autore unita alla musica popolare può essere la vera grande scommessa per il futuro, la strada giusta da seguire”. Il pubblico dell’Ariston applaude, grida “Bravo Roberto, grande Roberto”. Vecchioni abbraccia tutti, compreso Beppe Vessicchio. Luca e Paolo si ricompongono, dopo essere andati a briglie sciolte su Arcore e aver passato in rassegna i valori della sinistra (“guardare il mondo con gli occhi dei più deboli, lotta dura senza paura, porte aperte agli immigrati, siamo tutti fratelli”). Niente censura. "Tanto è l'ultima sera e ormai nessuno vi può più cacciare", fa notare maliziosamente Morandi. E niente censura nemmeno per l' eleganza smaccata di Elisabetta Canalis che, a conti fatti, ha superato quella di Belen Rodriguez (anche se la statuaria argentina l'ha sorpassata in spontaneità e doti canore e danzanti), concludendo col sublime Giorgio Armani. E adesso? Un velo di malinconia. Spenti i riflettori su Sanremo, cala il siparietto della festa, dell'evento, della sfacciata celebrazione di un’ italianità frivola e pettegola, provincialotta e pacchiana. Che però, come sempre, è riuscita ancora una volta a far parlare di sè e a catturare anche solo per due minuti perfino l’ attenzione dei più distratti.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

sabato 15 gennaio 2011

Sorridete: Il 15 febbraio torna Sanremo

Il sorriso incontinente di Gianni Morandi ci salverà da un’altra edizione del Festival di Sanremo. La sessantunesima. Il suo fair play ci trasmetterà un senso non troppo serio dell’evento. E meno male. Perché quest’anno un’altra edizione simil paesana davvero non si reggeva. E un’altra Clerici neppure. Lui, Gianni, saprà ricordarci che Sanremo è innanzitutto un gran divertimento. Dove, sì, certo, lo spettacolo è al primo posto, di gusto rigorosamente nazional popolare come vuole la tradizione della kermesse canora, ma la musica, la buona musica, tornerà ad avere la sua parte. Discografici avvertiti: quest’anno niente scherzi. Chi vince, venderà. Chissà. Intanto Morandi e Gianmarco Mazzi, direttore artistico del Festival, hanno già da un po’ sfoderato dal cilindro i 14 nomi dei cantanti in gara. Si punta su un misto di vecchio e nuovo. Come dire il classico trench e il nuovissimo pullover i cashmere appena acquistato. Non solo baby star da talent show, dunque, ma anche i grandi nomi della musica italiana.
Per intenderci, ci saranno Nathalie Giannitrapani, vincitrice dell’ultimissima edizione di X Factor, Emma Marrone, la vincitrice dell’ultima edizione di Amici in coppia coi Modà e Giusy Ferreri, la Amy Winehouse de’ noantri, leader incontrastata e campionessa di vendite dell’edizione 2008 di X Factor, ma ci saranno anche Franco Battiato, Roberto Vecchioni, Patty Pravo, Anna Oxa. E poi Max Pezzali, assente dal palco dell’Ariston dal 1995, quando presentò in gara il brano “Senza averti qui”. Ci saranno gli immancabili Al Bano e Anna Tatangelo, il duetto romantico di Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, il “lombardo” Davide Van De Sfroos e la sua musica popolare, Tricarico e i La Crus.
Ospiti d’onore del Festival, salvo smentite e sorprese dell’ultima ora, dovrebbero essere i Take That, Robert De Niro, Justin Bieber, Lady Gaga, Monica Bellucci e Fiorello.
Insomma un’edizione fashion. Resta solo da sperare che gli ascolti premieranno l’impegno, che si eviteranno casini col televoto e soprattutto che il duello Belen-Canalis verrà combattuto solo a colpi di abiti, senza tirate di capelli varie ed eventuali.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)