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mercoledì 1 febbraio 2012

I Ghost: "Dateci uno specchio e ci guarderemo dentro"



Dategli uno specchio e saranno ben contenti di guardarsi. “Perché lo specchio ti aiuta a guardarti dentro”, dicono. Loro si chiamano Ghost ma non fanno paura. Alex ed Enrico Magistri sono fratelli, nati ad Albano laziale e quando hanno deciso, nell’ormai lontano 1995 di chiamarsi così, lo hanno fatto per un motivo ben preciso: “ Dientro un fantasma si può nascondere qualsiasi cosa. Anche qualcosa di magico come la musica”.
Perché per loro la musica è un universo pieno di magia , un luogo incontaminato dove poter sentire emozioni forti da condividere con gli altri.
Una storia musicale nata nel 1995, quando giovanissimi formano una band e cominciano a suonare in locali e piazze dell'ambiente romano. Nel corso degli anni allargano notevolmente il loro "raggio d'azione", realizzando dei veri e propri tour nazionali, grazie anche ad una bellissima struttura di camion-palco, realizzato con un loro progetto, grazie al quale contano oltre 850 concerti all’attivo. Due dischi d’oro con i singoli “Aveva perso la testa” e “Farfallina”, (rispettivamente 21 e 30 settimane consecutive di permanenza in classifica). Nel 2007 sono premiati al Mei di Faenza (Meeting Etichette Indipendenti) come Band Rivelazione Pop-Rock. Nello stesso anno esce “Ghost” il loro primo Album, un viaggio tra diversi stili musicali con varie “contaminazioni”. Il Singolo "Angie" (2008) rimane per 46 settimane consecutive nella Classifica Nazionale dei Singoli (M&D). Il 29 Maggio 2010 si esibiscono per la prima volta nella mitica Arena di Verona, in occasione del “Wind Music Awards". Da Settembre 2010 inizia la collaborazione con il produttore artistico Carlo Avarello (Isola degli Artisti). Il 25 Ottobre 2010 entra in distribuzione digitale il singolo “La Vita è uno Specchio”, che ottiene un clamoroso successo di vendite e dà il titolo all’album uscito lo scorso 23 gennaio. Una tappa importante per la band romana, che segna l’inizio di una nuova collaborazione con la Warner. “Speriamo di continuare questo percorso iniziato insieme”, dice Enrico, l’anima “razionale” e riflessiva del duo.

Il vostro rapporto con lo specchio?

Alex: “Guardarsi allo specchio è un po’ guardarsi dentro”.

Enrico: “Una vera tragedia. Mi vedo sempre un sacco di difetti.”

Il più grande complimento che si sono fatti di recente i fratelli Gallagher è stato prendersi a cazzotti, dopo una valanga di insulti. E voi, quand'è stata l'ultima volta che vi siete lanciati qualche piatto o padella?

Alex: “Sì, decisamente sì. Che non significa non litigare. Anzi. Questa, se vuoi, è la nostra arma vincente”.

Enrico: “Io sono del toro, mio fratello è un capricorno. Insomma, siamo tutt’e due un bel po’ tosti. I testi li scriviamo insieme a quattro mani e capita spesso che se uno dei due lascia il lavoro, l continui l’altro esattamente con lo stesso criterio. Insomma, siamo talmente diversi che ci completiamo a vicenda e dal punto di vista artistico c’è una simbiosi perfetta”.

Un disco, il vostro, di dieci brani inediti, compresi i già noti “Vivi e lascia vivre”, disco d’oro dell’estate scorsa, e “La vita è uno specchio”, il brano che ha poi dato il titolo all’intero album. Qual è il leit motiv di quest’ultimo lavoro?

Alex: “E’ il viaggio”.

Le valigie vanno di moda… Anche Ligabue e i Litfiba nei nuovi singoli ne parlano…

Alex: “Sì, ma il nostro è un viaggio che abbiamo fatto molto volentieri stando insieme alla gente comune. Abbiamo così fotografato impressioni, stati d’animo, immagini, emozioni…”

La crisi si sente?

Alex: “Certo che si sente. Ed è proprio così, stando a contatto diretto con la gente, che si riesce a descriverla un po’ meglio”.

Nel brano “Un cantante di strada” parlate della gavetta…

Alex: “Assolutamente sì. E ci schieriamo nettamente con chi sceglie di farla. La gavetta è una cosa assolutamente sana, buona e giusta”.

Enrico: "In questo brano il cantante di strada in realtà può essere metaforicamente un giornalista, un operaio, insomma, ogni lavoratore onesto che sceglie di arrivare al traguardo lavorando e facendo sacrifici”.

A proposito di gavetta: talent sì o talent no? Per esempio, per farvi conoscere prima al pubblico  non sarebbe stato più facile anche per voi fare un talent?

Alex: “Talent sì, dai... Nel senso che  io salvo la parte che riguarda la formazione, il fatto che c sia una scuola e che gli aspiranti musicisti vengano esaminati da professionisti del settore. E comunque continuo a stare dalla parte della gavetta, cioè di chi si spacca in due pur di arrivare al traguardo”.

Enrico: “Sì, però io proprio non sopporto in certi casi la totale mancanza di rspetto per l’insegnante e certi meccanismi studiati ad hoc per fare audience. E comunque viva il contatto diretto col pubblico a suon di concerti”.

X Factor o Amici?

Alex: “Nello specifico né l’uno né l’altro”.

Mai fatto un provino per uno dei due o per Sanremo?

"Per Amici e X Factor mai fatti provini. Mentre per Sanremo anni fa mandammo il classico plico per l'iscrizione ma all'epoca non avevamo ancora un'etichetta discografica. Ora chissà... Magari un giorno un bel Sanremo sarebbeil coronamento di una giusta gavetta".  

In un altro brano dell’album, “Chissà”, si parla delle difficoltà di una coppia a mettere al mondo un figlio. Un problema che, specie in questo momento di crisi, coinvlge milioni di giovani coppie...

Alex: “Infatti noi cerchiamo di parlare sepre d ciò che osserviamo e fotografiamo intorno a noi. Nel brano raccontiamo tutte le incertezze e i dubbi che stanno dietro a questo passo. Ma la coa bella è che in fondo c’è la forza di voler regalare a questo figlio un sogno e che quel sogno sia il più bello possibile”.

La classifica di Rolling Stone ha incoronato Vasco con Bollicine al primo poso della classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre e Ligabue con Buon compleanno Elvis è stato piazzato al n. 11. Domanda inevitabile: Vasco o Liga?

Alex: “Per me Vasco. Sono entrambi due grandi realtà italiane, ma scelgo Vasco per un discorso di affetto musicale e perché è più vicino a noi”.

Enrico: “Sì, dico Vasco anch’io”.

Chi avreste voluto quest’anno sul palco dell’Ariston?

(In coro): “Vasco”. (Ridono)

Alex: “ Sanremo è la più bella vetrina che c’è in Italia. Ma spero che si dia più spazio alle canzoni, visto che è il festival della canzone italiana, e un po’ meno a tutto ciò che gira intorno. Un po’ più musica e un po’ meno spettacolo”.

Enrico: “Sinceramente avrei voluto band come i Negramaro, i Subsonica. Comunque apprezzo Renga e Bersani per la carriera”.

Adriano Celentano. Promosso o bocciato?

Enrico: “Promosso”.

Alex: “Decisamente promosso. E’ un grande artista e un personaggio che divide, anche se mi piace quando dice le cose che pensa ma non mi piace quando fa di tutta l’erba un fascio…”.

I vostri cantanti preferiti al festival di Sanremo di quest’anno?

Alex: “Aspettiamo di ascoltare le canzoni”.

La band del momento?

Alex: “I Nickelback. Hanno un ottimo rapporto tra energia rock e modernità”.

L’ultimo libro letto?

Alex: “Il piccolo principe. Lo tengo sempre sul mio comodino. Ogni volta lo rileggo con un occhio diverso. Un po’ come la vita è uno specchio mi fa riflettere sulla semplicità e sull’importanza delle cose semplici”.

L'ultimo film visto al cinema?

Enrico: "Ci vado poco, sto sempre a suonare...".

Siete su face book e su twitter?

Alex: “Su twitter no. Facebook è meglio. Su twitter è tutto troppo stringato”.

Enrico: “Grazie a face book riusciamo a comunicare costantemente con il nostro fan club che ormai conta 20.000 iscritti”.

Domanda per le vostre fan. Siete fidanzati?

Alex: “No e sto bene così”.

Enrico: “ Sì, ho una storia non ufficiale in corso…”.

L’imperativo “con una fan mai” è tassativo o è ammessa qualche eccezione?

Enrico (ride): “No, no, qualche eccezione è ammessa… Scherzi a parte, è capitato, per carità, però capita molto più spesso che venga fraintesa la cordialità con qualche altra cosa. E poi avere una storia con una tua fan non è mai facile”.

Ultima domanda: c’è un occhio nella copertina del disco. Non è mica la citazione del Grande fratello…

Alex (ride): “No, un occhio in copertina è metafora di un modo per guardare oltre, per guardarsi dentro”.

Ah già, lo specchio. Ma non è che poi va a finire come la strega di Biancaneve, o peggio, come Narciso… A proposito: l’intervista è finita. Ma i fratelli Magistri iniziano a scaldarsi i muscoli perché in questi giorni li attende una serie di presentazioni dell’album nelle librerie d’Italia e, a partire da maggio-giugno, un tour in giro per le piazze. Ovviamente, nella loro valigia non potrà mancare assolutamente uno specchio. Sperando che non s rompa, che sennò porta male…

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

martedì 3 gennaio 2012

Sanremo 2012: col bis Morandi rischia un flop

Quando il direttore artistico Gianmarco Mazzi gli ha detto ufficialmente per la seconda volta sì, lui abituato a 412 presenze in campo con la Nazionale italiana cantanti, lui che ha contribuito a fondarla, quella squadra, in fondo non si è nemmeno meravigliato più di tanto. Gianni Morandi riconduce il festival di Sanremo. La notizia è ormai stranota. Al suo fianco, dopo Belen e Canalis, ci sarà Rocco Papaleo in un ruolo alla pari, cioè di divisione-condivisione del palco dell’Ariston. Morandi al timone di un secondo festival per il secondo anno consecutivo. Privilegio toccato a pochi nella storia del festival. Nell’ordine: Nunzio Filogamo, che ne condusse le prime quattro edizioni (dal 1951 al 1954), Mike Bongiorno (cinque edizioni di fila, dal ’62 al ’67), Claudio Cecchetto (dall’edizione dell’’80 a quella dell’’82) e Pippo Baudo, abbonato alla kermesse dal ’92 al ’96 e poi ancora nel biennio 2002-2003 e in quello 2007-2008.

Privilegio che invece rifiutò categoricamente di concedersi Paolo Bonolis, re di ascolti nell’edizione numero 59. Perfino il cauto Fabio Fazio cadde nel tranello, conducendo una prima volta nel 1999 con Laetitia Casta e poi l’anno dopo con Teo Teocoli, Lucioano Pavarotti e Ines Sastre. Ma Paolo Bonolis, no. Mossa astuta, che lo incoronò “Re Sole” di un’edizione inimitabile e unica per originalità e spirito innovativo.
Sulla stessa,linea, Antonella Clerici, il volto più popolare di Raiuno, che ha preferito calcare il palcoscenico della città dei fiori e chiudere dietro di sé il sipario per evitare di vanificare i fortunati risultati, di poco superiori a quelli di Bonolis. Ma lui, no. Gianni il temerario, dopo aver cantato con fare dinoccolato e voce vibrante in ben 18 pellicole e 7 sceneggiati, e aver partecipato sei volte a festival come cantante, con una vittoria nel 1987 insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri col brano “Si può dare di più” il problema di un probabilissimo calo di ascolti, fisiologico nella storia del festival a conduzione reiterata, non se lo pone nemmeno.

Eppure, se la matematica non è un’opinione, ogni volta che – dati alla mano – lo stesso conduttore con la stessa casacca si è ripresentato l’anno dopo su quel palco, lo share è sempre calato di almeno tre punti. E’ successo a Filogamo, a Mike, a SuperPippo. Insomma, un po’ a tutti. A questo punto sorge una domanda: perché mai non dovrebbe succedere anche al caro buon Gianni? E’ l’effetto che fa rivedere lo stesso conduttore. Ecco perché la scelta di rifare il festival dopo un’edizione di successo come quella dell’anno scorso, con una media di oltre 10 milioni di telespettatori a serata e picchi di share del 52 per cento, non è soltato azzardata, ma addirittura incosciente per un artista come Morandi, cinquant’anni di carriera alle spalle e la costante incognita di finirla quanto prima. Perfino Belen, a rivederla di nuovo all’Ariston, avrebbe ispirato qualche sbadiglio. Ma Gianni sembra non curarsene affatto. Lavora 10 ore al giorno al suo secondo festival, che se dovesse fare flop, gli farebbe chiudere anticipatamente i battenti. Ma Gianni è ottimista, fiducioso, entusiasta. E punta tutto su Adriano Celentano. Così come l’anno scorso aveva puntato su Roberto Benigni. Per carità, nessuna certezza:  tutto può ancora succedere. E sarà il risultato reale degli ascolti a confermare oppure a smentire questa tesi. Certo, "non si può avere culo per due volte consecutive", sentenzia Roberto Vecchioni, che preferisce essere ricordato come il vincitore dell'anno scorso piuttosto che ripresentarsi con un brano magari ripescato per miracolo e in fondo alla classifica.
In ogni caso, in bocca al lupo a Morandi, l’ eterno ragazzo della canzone italiana. Perché no, fino a prova contraria, si può sempre sfidare il destino e magari rivincere, anche ai tempi supplementari.


Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

domenica 5 giugno 2011

Sweet Gianna, ritorna rock, please...

In origine scorza dura e cuore tenero. Ora la scorza è decisamente molle. E’ Gianna Nannini infarcita di amor materno per la figlia Penelope, partorita sette mesi fa tra fior di polemiche a 56 anni. E che fa un artista quando gli cambia così tanto la vita? Svolta musicale. Inevitabile e assai prevedibile. E ora la rocker senese è tutta una sweet harmony. Dolci note su parole languide, fraseggi svenevoli, essenze caramellose, a tratti svenevoli. Gianna cuore di mamma. A seguire, un disorientamento dei fan storici. Che fine ha fatto Gianna Nannini? La signora del rock italiano, sempre arrabbiata, eccentrica, originale?
Sì, è vero, un figlio ti cambia la vita. La maternità per una donna è un’esperienza unica e irripetibile. A tal punto che la Nannini non poteva non dedicare alla figlioletta un paio di brani musicali. E così in concomitanza con la nascita di Penelope, esce il singolo “Ogni tanto”, che anticipa l’uscita dell’album di inediti “Io e te”, registrato a Londra in gran parte presso i celebri Abbey Road Studios.

I fan capiscono, comprendono, apprezzano. “Io e te” balza subito in quarta posizione. Ora è al settimo posto. «Penelope voleva nascere, è nata. E mi sono fatta fotografare sulla copertina del disco col pancione perché mi sentivo bella. Quando sei incinta viene fuori tutta la tua bellezza e la tua espressione. Sono diventata molto apprensiva, non me lo aspettavo, ma Penelope è più ribelle di me». Viva la maternità. Fantastica Gianna, ci hai insegnato che la libertà di essere madri non ha tempo. Ma, per favore, dopo questa parentesi dolciastra, potresti ritornare la Nannini sensuale e graffiante di Fotoromanza, dei Maschi innamorati, di Profumo? Ne abbiamo disperatamente bisogno!

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)