Con quel volto un po’ così, quell’espressione un po’ così… in fin dei conti, su facebook ci puoi stare. Ti ci puoi accomodare, puoi aprirti un profilo, elencare i tuoi gusti, gli hobby, le passioni, gli orientamenti politici, perfino credenze, superstizioni, allergie e quant’altro serva a parlare (e a far parlare) di te.
Puoi contattare gli amici di un tempo, gli ex compagni di scuola di cui pensavi di esserti liberato per sempre, personaggi famosi che invidi perché vorresti la loro stessa popolarità, politici importanti da cui speri che ti arrivi qualche benedizione che, dati i tempi, non fa mai male. Su facebook puoi perfino lanciarti in imprese sociali, creando gruppi d’ogni genere, sensibilizzando l’opinione pubblica, cercando di orientare gusti e tendenze (chessò, fondiamo il club della melanzana alla parmigiana oppure aiutiamo i bambini del terzo mondo, senza dover per forza andare in Africa). E, quando non hai da fare e proprio non ti si fila nessuno, puoi sempre chattare (ebbene sì, la chat è il male del secolo) con chi vuoi, sugli argomenti più disparati (Che si fa stasera? Cinema, pizza, aperitivo o letto?).
Eh già, gli amici veri, quelli meno veri e quelli di letto. Tutti lì, su facebook. Il social network (a voler essere precisi, è così che si chiama) più in voga del momento, fondato il 4 febbraio 2004 da un ragazzino di appena 19 anni: un certo Mark Zuckerberg, studente ad Harvard. Lo scopo era quello di riabbracciare, seppur virtualmente, s’intende, un vecchio amico di corso di un college americano.
E da lì è partito il passaparola che ha allargato il social network a macchia d’olio. Ormai stare su facebook va di moda. E nessuno può sottrarsi alle mode, fossero pure forzate e imposte dai più. Certo, nessuno ti obbliga, per carità. Ma se ci sta uno come Barack Obama, il primo politico in assoluto ad aver capito l’importanza di una rete sociale di queste dimensioni per acchiappare qualche consenso in più, scimmiottato molto bene in Italia da Daniele Capezzone e da molti altri politici di casa nostra (cliccando su Silvio Berlusconi, compaiono ben 12 profili con foto), se ci sta uno schivo e solitario come Franco Battiato, che se un fan anche solo per sbaglio prova ad avvicinarglisi, come minimo lo fulmina con un’occhiataccia, allora esserci diventa quasi un must.
Un dovere morale, si potrebbe dire, nei confronti di tutti quelli che ti conoscono, ma soprattutto che, per loro disgrazia, potrebbero conoscerti. Perché su facebook, l’amicizia, ovvero quel legame naturale che, per fortuna, ciascuno è libero di gestirsi come vuole, puoi richiederla. Semplice: fai appunto richiesta e, se ti va bene, dopo qualche giorno, se sei stato accettato, stringi amicizia (proprio così) col tuo nuovo amico/a che va subito a infoltire il tuo esiguo o numeroso gruppetto di amici. Tutti in fila. Anzi, tutti in lista. E la stessa cosa possono farla gli altri con te. Tanto per dire, se ti adocchia qualcuno/a, sei spacciato. L’unica via di scampo è rifiutare. Ma per così poco… si finisce quasi sempre con l’accettare. Non si discrimina nessuno.
Ma attenzione: se hai fatto tardi la sera, se non hai proprio una bella cera, nessun problema. Su facebook a parlare per te sono le foto che scegli con molta cura. Puoi essere venuto male se ti “taggano” in qualche album, ma quelle del tuo profilo sono tutte foto carine, a meno che tu non sia un masochista di professione. Tutto è virtuale, ovvio. Baci e strette di mano, compresi (forse il virtuale ha quasi rimpiazzato lo scambio più vero e autentico tra le persone, che è appunto quello reale?...).
Ci sono perfino i poke (gli affettuosi, si spera, buffetti sulla guancia) e ogni volta che qualcuno fa il compleanno, puoi rompergli le scatole perché facebook comincia ad avvisarti della ricorrenza con un bel pacchetto in bella vista qualche giorno prima.
E, per finire: se qualcuno, affetto per caso o di proposito dalla sindrome del fu Mattia Pascal avesse deciso di cambiare famiglia e città, di rifarsi il guardaroba e sparire per un po’ da tutto e da tutti, ma avesse malauguratamente scordato di “suicidarsi” sul facebook, si guardi le spalle. Prima o poi, qualche vecchia conoscenza potrebbe sempre rifarsi viva.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
5 commenti:
Su facebook ci sono tutti.
Tranne Luca Bagatin.
Perché ?
Perché beve Jegermeyster ?
Ma và !
Il perché è spiegato solo su:
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Il primo blog interamente BEAT !
PS: su facebook ci si può mettere anche qualcos'altro oltre la faccia....I suppose ! ;-)
A meno che le due cose non si sovrappongano in sé !
Vorrei stemperare: mi sono re-iscritto a Facebook.
Il motivo ?
Due parole: Pamela Saino.
Molti contenuti.
Punto.
A capo.
Cosa vuoi, ognuno ha le sue debolezze... E.
Mi sa che mi disiscriverò.
Pamela mi ha appena scritto che non mi aggiungerà agli amici di Facebook in quanto aggiunge solo chi non sente da tempo.
A me già sente via mail per cui...
E' proprio una giornata black.
Sarà che hanno vinto i mass media politically correct.
Bisogna saper perdere. Qualche volta... :-) E.
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