venerdì 18 dicembre 2009

Barack Obama si contiene. Homo novus ma non troppo

Barack Obama, l’homo novus, l’incarnazione afroamericana del riscatto, il simbolo telegenico del cambiamento. Nuovo piano sulla sanità? Eccolo. Nuova politica economica? Subito. Premio Nobel per la pace? Se proprio si deve… Ritiro delle truppe dall’Afghanistan? Just a moment, please! Ora non esageriamo. Calma e sangue freddo. Si comincerà dal 2011. Nell’attesa, si mandano giù un paio di bocconi amari e un po’ di rinforzi. Ad annunciare le rivoluzioni ci si mette poco. A farle davvero invece parecchio. Ma Obama è l’incarnazione del successo e non tradirà le aspettative degli americani che gli hanno voluto e gli vogliono bene. Ecco perché metterà a segno un altro tiro per acquistare qualche punto di consenso in più. E prima o poi porterà a compimento perfino il suo piano strategico in politica estera. La Provvidenza gli ha dato carta bianca. Obama ha in mano il futuro del mondo. E ora ha in dote, oltre alla 'signora in giallo' per consorte, anche un lungo faccia a faccia col premier cinese Wen Jiabao a margine della conferenza sul clima a Copenaghen. Con le migliori intenzioni, ovvero quelle di fare tutto il possibile per trovare un accordo per frenare il riscaldamento del pianeta, anche se questo accordo non dovesse essere "perfetto". Certo, al meglio non c’è mai fine...

Elena Orlando (
elyorl@tiscali.it)

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