
Bellissima, vincitrice nel 1932 di un concorso Mgm come sosia di Greta Garbo ma frustrata nelle ambizioni dalla famiglia, a 25 anni Romilda s’innamorò «dell’uomo sbagliato, che non fu mai per lei un vero marito né per noi un vero padre, rinunciando a essere donna, e riversando su noi due tutto il proprio bisogno d’amore». Da allora lottò come una guerriera per le sue figlie e per dare loro un futuro migliore.
A interpretare la Loren sarà Margareth Madè, la protagonista siciliana di Baarìa, “una ragazza educata e molto dolce”, l’ha definita Sofia, sua madrina cinematografica. Nel ruolo del padre c’è Enzo De Caro, addestrato per bene dalla Loren sui vari tic del papà.
La madre della Loren aveva aspetti della personalità controversi. Amorevole e generosa con Sofia che, attraverso i suoi successi cinematograf
ici, le faceva realizzare i suoi sogni, soffocante e involontariamente cattiva con Maria. Romilda Villani viene descritta in tutti i suoi pregi ma anche difetti, senza nascondere nulla, grazie alla dettagliat ricostruzione delle figlie.
A interpretare la Loren sarà Margareth Madè, la protagonista siciliana di Baarìa, “una ragazza educata e molto dolce”, l’ha definita Sofia, sua madrina cinematografica. Nel ruolo del padre c’è Enzo De Caro, addestrato per bene dalla Loren sui vari tic del papà.
La madre della Loren aveva aspetti della personalità controversi. Amorevole e generosa con Sofia che, attraverso i suoi successi cinematograf

Insomma, una storia intensa, tutta partenopea, d’ amore e di ambizioni, di orgoglio e di rivalsa, ma soprattutto un inno al sacrificio più totale, nell’era dei reality, dove tutti vanno alla ricerca di un successo facile “usa e getta”, e nel mare magnum del cinema e della televisione si vedono continuamente barconi carichi di avventurosi “senza talento” in attesa di sbarcare a cercar fortuna nella dorata "isola dei famosi" .
E allora ben vengano le favole belle del dopoguerra, visto che i nostri tempi ce ne regalano davvero poche. Quando i sogni potevano ancora diventare realtà e i “figli del popolo” riuscivano davvero a riscattare, per dirla con la poetica di Giovanni Verga, la loro triste condizione di “umili”.
Morale della favola bella di Sofia: il fattore “C” nella vita aiuta, certo. Ma la bellezza senza dedizione e carattere è meno di zero.
Morale della favola bella di Sofia: il fattore “C” nella vita aiuta, certo. Ma la bellezza senza dedizione e carattere è meno di zero.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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