domenica 6 novembre 2011

Batman Santoro fa segnare un clamoroso autogol a mamma Rai: nuovo Robespierre o un altro Masaniello?

La rivoluzione di Robespierre o la rivolta di Masaniello? Ancora presto per dirlo. In ogni caso, Santoro la sua ribellione contro il degrado della tv generalista in mano ai partiti la porta avanti da fin troppo tempo. Talmente tanto da non poterne quasi più. E adesso affila le armi e riappare, senza la minima intenzione di rabbonirsi come folgorato sulla via di Damasco di un possibile compromesso. Per carità, Cerbero-Santoro non ha certo la faccia di uno che a compromessi scende facilmente. Lui è duro e puro.
Ecco perché sbattuto fuori dalla Rai si era rifugiato nell’androne di La 7 ma, alla prima riga di un contratto in odore di compromessi al ribasso, ha girato i tacchi e se n’è andato. Dove? Chissà… Per un po’ di tempo l’affaire Santoro era caduto nel dimenticatoio. I palinsesti senza di lui piangevano, gli ascolti pure, lo share calava e del Michele-Batman-Santoro, un po’ paonazzo dall’ira e dall’indignazione, con gli occhi sbarrati, la voce grossa e fior di filippiche adirate non restava che qualche immaginetta benedetta da tenere nel portafoglio.
Cerbero-Santoro insomma non appariva più sul piccolo schermo a rappresentare la voce del dissenso. Niente più liti con La Russa, niente più parolacce ai leghisti, niente più messaggi chiari a Berlusconi. Insomma, niente di niente. Poi, improvvisamente, si riapre il caso Santoro. E di nuovo tutti a parlare di lui. Dov’è finito? Da quale canale trasmetterà “Servizio pubblico”, il suo nuovo programmino?
Il Fatto quotidiano e l’amico Travaglio (e Padellaro, pure) lo aiutano, chiedendo un contributo ai propri lettori. Si parla di canali sparsi sul web. Si parla di comizi d’amore. Strascichi di romanticismo scapigliato alla Henri Murger. Ma Cerbero-Santoro resiste, non si arrende. Continua a combattere con la sua corazza pesante. Pesantissima. Fino a quando ottiene giustizia.

Ed eccolo finalmente assestare con orgoglio un colpo basso alla dirigenza Rai, con un debutto su internet salutato da 3 milioni di spettatori e da un 12 per cento di share. Tant’è che Mauro Masi, ex direttore generale Rai, non può fare a meno di congratularsi per un esperimento coraggioso come questo. E già, coraggio. Perché nulla spaventa Michele-Batman-Santoro. Il suo affaire è sempre un caso nazionale, diplomatico e politico insieme. Che scuote le coscienze. Riempie le pagine dei giornali. Anima i dibattiti televisivi.
E così, la prima battaglia di una lunga ed estenuante Guerra Santa combattuta in nome della libertà d’informazione per ora è stata vinta. Il suo nome e la sua figura passeranno alla storia. E quando un giorno gli animi si saranno placati, Silvio Berlusconi sarà soltanto un lontano ricordo,  di Cerbero-Santoro, libero di tornare in Rai, e del suo caso televisivo (che noia, che barba) finalmente non si sentirà più parlare. Alè!

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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