martedì 15 novembre 2011

S come Show, g come Gaffe, c come Cabaret: ecco che cosa ci mancherà di Silvio B.

Se fosse una canzone la colonna sonora di quel film a metà strada tra una commedia all’italiana di Alberto Sordi e un cinepanettone di Christian De Sica che vede protagonista assoluto e incontrastato Silvio Berlusconi, ad accompagnare i titoli di coda alle 21:42 del 12 novembre, quando cala il sipario, si spengono i riflettori e il premier sale al Colle per rassegnare al Presidente della Repubblica le sue dimissioni, sarebbe di certo “La musica è finita” nella magistrale interpretazione di Mina. Ma siamo davvero sicuri che dopo quasi 20 anni di regno l’Arcorman abbia davvero deciso di ritirarsi a vita privata? Di sicuro i sondaggi lo danno in caduta libera, reo di aver badato troppo ai fatti suoi e ben poco a quello degli italiani. Il “contratto” sfoderato dal cilindro in un videomessaggio che nel lontano ’94 sanciva la fine di un ‘epoca segnata da Tangentopoli e la discesa in campo di un imprenditore che con un partito azienda, Forza Italia, prometteva agli italiani lo stesso impegno e quella fatica che aveva impiegato per accumulare in modo certosino il patrimonio economico-finanziario che oggi possiede, è stato tradito. Il miracolo non è avvenuto. E, tradite le promesse, il sogno berlusconiano si è scolorito lentamente, fino ad assumere i contorni inquietanti di una macchia. E proprio il macchiettismo sarà il carattere dominante che più mancherà di lui. Le sue irresistibili gaffe, lo show perenne a braccio come in un programma da avanspettacolo, l’arte sottile e ineguagliabile di comunicare con slogan e immagini a effetto, il marketing politico, gli spot continui senza interruzioni pubblicitarie, le sue barzellette da bar Italia, le simpatiche scivolate che rendevano Silvio Berlusconi più unico che raro. Non un premier, ma un uomo di spettacolo, un cabarettista nato, un animale da palcoscenico, uno showman consumato.




Dai duetti con Apicella al Bunga bunga festaiolo e innocuo ("che male c'è se uno la sera si svaga un po' il cervello"), dalle veline in Parlamento all’ “Obama bello, giovane e abbronzato”, fino ad arrivare al giallo sulle fidanzate dell’ultima ora, ai suoi regali galanti, a “Pier Silvio, buon partito”. Ma lo show di Silvio accompagnato in ogni istante dal suo inconfondibile sorriso cavallino risale a un bel po’ di tempo fa. E visto che ormai il palcoscenico politico si è spostato a Bruxelles, vale la pena ricordare che in Europa l’ ex premier ha sprigionato negli ultimi tempi tutto il suo estro. Come quando viene beccato a fare le corna dietro la testa del ministro degli Esteri spagnolo Josep Pique. Oppure quando, nel lontano luglio 2003, di rimbalzo a un attacco del parlamentare socialista tedesco Martin Schulz nel corso della presentazione della presidenza italiana dell’Ue di fronte al Parlamento europeo, se ne esce a sangue freddo con questa osservazione: “Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti. La proporrò nel ruolo di kapò. Sarebbe perfetto”. Indescrivibile il caos che, in un fibrillante crescendo rossiniano, si sviluppò nei giorni successivi sui media di tutto il mondo.



Un uomo di spettacolo, appunto. Che affila le armi usando l’argomento populista al momento giusto. Il più  gettonato, tirato fuori a quasi ogni occasione e recitato come un mantra è stato senz’altro quelli del machismo unito a un certo maschilismo di brancatiana memoria, che raggiunge il suo acme quando Berlusconi dichiara di aver usato il suo charme maschile per persuadere il presidente finlandese, Tarja Halonen, a lasciar cadere la richiesta del Paese di ospitare la nuova Authority europea sulla sicurezza alimentare. E’ il giugno 2005 e il premier fa sfoggio delle sue capacità di playboy consumato. La battutaccia a Rosy Bindi doveva ancora arrivare.
Niente a confronto con la dichiarazione choc di agosto, lanciata come un boomerang per esorcizzare una preoccupante battuta d’arresto del Pil nazionale. “Neanche l'economia va così male. Dalla mia villa ho una vista panoramica che si distingue anche quest'anno per i numerosi yacht... Nessuno può vantare più cellulari, più automobili, più televisioni degli italiani. Sapete quante delle nostre donne possono permettersi dei trattamenti di bellezza?" dice convinto Berlusconi in un'intervista al quotidiano "La Stampa".
E che dire invece di quella volta che il presidente del consiglio, nel gennaio 2006, promette di astenersi dal sesso fino alle elezioni generali di aprile? "Grazie Padre Massimiliano" disse ad un predicatore televisivo che lo aveva elogiato per la difesa dei valori della famiglia . "Cercherò di non deluderla e le prometto due mesi e mezzo di completa astinenza sessuale fino al 9 aprile". O ancora quando suggerisce a una ragazza precaria di puntare sul figlio Pier Silvio, lui sì un buon partito. Self-made man senza preamboli, molto naif. Scorza dura e cuore galante. D’ ora in poi tutti più seri a palazzo Chigi. E, ahimè, pure seriosi.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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