Un parallelismo seppur vago è d’obbligo, l’accostamento nemmeno troppo forzato, la similitudine ci scappa eccome e ogni riferimento potrebbe non essere puramente casuale. Peccato che Antonio Albanese, alla vigilia dell’uscita nelle sale del suo “Qualunquemente”, smentisca categoricamente che Cetto la Qualunque possa anche solo vagamente rappresentare Silvio Berlusconi. Magra consolazione, ancora tutta da verificare. Certo, semmai potrebbe esserne la parodia, l’esagerazione, la caricatura. Eccetto per un piccolo particolare: Berlusconi tutto è tranne che ignorante.
Il film, prodotto da Fandango e diretto da Giulio Manfredonia, è una riedizione del brano Onda Calabra, scritta e portata al successo da Il Parto delle Nuvole Pesanti. Da quando è nato nel remoto 2003 (dentro il programma Rai Non c’è problema), il personaggio creato da Antonio Albanese ha accompagnato, anzi previsto l’evoluzione della forma più spregevole di homo italicus in ogni suo aspetto. Fino a raggiungere l’apoteosi di quella che poteva essere un’esagerazione ma ora invece è la “normalità”. Per esempio il fatto che Cetto aspiri addirittura al Quirinale.
La storia narra della carriera politica di un particolarissimo personaggio, inventato dallo stesso Albanese nel lontano 2003, goliardico con il partito dell’amore (slogan: Chiù pilu pi tutti!). Antonio Albanese impersona i panni di un politico che risalta l’essere animale che campa alla giornata, vive dando ascolto ai suoi più bassi istinti, tratta le donne come oggetti e non mostra nessun rispetto per gli anziani ed è infastidito dalla democrazia. E senza troppi voli pindarici ci si rende subito conto che la finzione cinematografica stavolta è più che mai una chiara fotografia della realtà politica attuale, di una situazione diffusa e generalizzata del Palazzo, senza prendere per forza di mira il premier e i suoi fatti privati.
Durante la conferenza stampa, Albanese ha infatti spiegato che l’intenzione non era quella di fare un film satira sulle vicende di Berlusconi e del caso Ruby. “Cetto la Qualunque guarda alla politica con Qualunquemente e parla in generale del nostro Paese, non di una singola persona ma è vero che da quando il mio personaggio è stato inventato, nel 2003 ad oggi, la realtà ha superato la fantasia”. Sul caso Ruby, Antonio Albanese ha aggiunto: “Non so che dire, certo sembra fatto apposta, ma è anche vero che se il film fosse uscito sei mesi fa o due anni fa non sarebbe stato diverso”. Dunque solo una fortunata coincidenza. Servirà a eguagliare lo strepitoso record d’incassi di “Che Bella Giornata” di Checco Zalone con i suoi otto milioni incassati nel secondo weekend di programmazione e l’attuale stratosferica cifra di 31 milioni e mezzo di euro?
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
Il film, prodotto da Fandango e diretto da Giulio Manfredonia, è una riedizione del brano Onda Calabra, scritta e portata al successo da Il Parto delle Nuvole Pesanti. Da quando è nato nel remoto 2003 (dentro il programma Rai Non c’è problema), il personaggio creato da Antonio Albanese ha accompagnato, anzi previsto l’evoluzione della forma più spregevole di homo italicus in ogni suo aspetto. Fino a raggiungere l’apoteosi di quella che poteva essere un’esagerazione ma ora invece è la “normalità”. Per esempio il fatto che Cetto aspiri addirittura al Quirinale.
La storia narra della carriera politica di un particolarissimo personaggio, inventato dallo stesso Albanese nel lontano 2003, goliardico con il partito dell’amore (slogan: Chiù pilu pi tutti!). Antonio Albanese impersona i panni di un politico che risalta l’essere animale che campa alla giornata, vive dando ascolto ai suoi più bassi istinti, tratta le donne come oggetti e non mostra nessun rispetto per gli anziani ed è infastidito dalla democrazia. E senza troppi voli pindarici ci si rende subito conto che la finzione cinematografica stavolta è più che mai una chiara fotografia della realtà politica attuale, di una situazione diffusa e generalizzata del Palazzo, senza prendere per forza di mira il premier e i suoi fatti privati.
Durante la conferenza stampa, Albanese ha infatti spiegato che l’intenzione non era quella di fare un film satira sulle vicende di Berlusconi e del caso Ruby. “Cetto la Qualunque guarda alla politica con Qualunquemente e parla in generale del nostro Paese, non di una singola persona ma è vero che da quando il mio personaggio è stato inventato, nel 2003 ad oggi, la realtà ha superato la fantasia”. Sul caso Ruby, Antonio Albanese ha aggiunto: “Non so che dire, certo sembra fatto apposta, ma è anche vero che se il film fosse uscito sei mesi fa o due anni fa non sarebbe stato diverso”. Dunque solo una fortunata coincidenza. Servirà a eguagliare lo strepitoso record d’incassi di “Che Bella Giornata” di Checco Zalone con i suoi otto milioni incassati nel secondo weekend di programmazione e l’attuale stratosferica cifra di 31 milioni e mezzo di euro?
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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