Che il Partito democratico sia un edificio pieno di crepe, più che una paura è ormai una certezza. Ma per la verità qualche turbolenza investe anche il “jet set” del Popolo della libertà. E dopo le ultime rassicurazioni di Silvio Berlusconi, che certifica l’ottimo stato di salute dei suoi rapporti politici con Gianfranco Fini, qualche altra polemica ci scappa. Stavolta, tra Fini e Bossi. Audace e funesta intermediaria del contendere: Alessandra Mussolini, sempre più in sintonia col leader di An.
Oggetto della contesa: il ddl sicurezza. Arma del delitto: la lettera indirizzata al governo, con oltre 100 firme di deputati della maggioranza all’assalto della norma che obbliga i medici a denunciare gli immigrati clandestini. E l’iniziativa, oltre a dividere subito il centrodestra, fa arricciare parecchio il naso al premier. La solita rivolta anti-Lega? Macché, si affretta a smentire Fini, che non ci sta a essere etichettato dal vertice come il manovratore clandestino di un’ostilità culturale nei confronti del Carroccio, o il solito guastafeste, proprio alla vigilia della complicata unificazione del suo partito con Forza Italia.
La Lega ed alcuni berlusconiani parlano di «manovre interne» per complicare i rapporti fra alleati di governo. E notano maliziosamente che le firme sono per due terzi di An, e solo per un terzo di FI. Al punto che Fini è costretto a precisare di essersi dichiarato contrario solo alla denuncia alla quale sarebbero tenuti i medici che curano i clandestini: un modo per smentire la regìa di un documento che legittima le critiche del Pd. Ma è evidente che l’obiettivo principale è di dissociarsi da una legislazione di marca leghista; di abbozzare un profilo più garantista sull’ immigrazione.
Peccato però che la Mussolini si ostini a rimarcare la piena sintonia politica sull’iniziativa con Gianfranco Fini: « C'é un'asse istituzionale tra me, come presidente della commissione Infanzia, Fini e il Quirinale. Con Napolitano ho parlato nei giorni scorsi e lui ha dimostrato di essere sensibile alla necessità di non penalizzare donne e bambini. Fini condivide la mia posizione. È la mia malattia. Alla fine sempre lì vado a finire». Sono oltre cento i firmatari della lettera, tra cui: Santo Versace, Gabriella Carlucci, Antonio Martino, Mario e Antonio Pepe, Enrico Costa, Manlio Contento, Valentina Aprea, l'ex cognata di Berlusconi Mariella Bocciardo, Fiamma Nirenstein, Mario Landolfi, Gennaro Malgieri e Lucio Stanca.
E se Fini sulla polemica in seno alla norma “medici-spia” si schermisce, il Carroccio va su tutte le furie. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si è detto «sorpreso» della lettera: « La norma che toglie per i medici il divieto di denunciare un clandestino è stata introdotta non dal governo ma dal Senato con l'unanimità del Pdl e della Lega. Non abbiamo mai avuto intenzione di porre la fiducia sul disegno di legge. Vogliamo che sia discusso dal Parlamento. È un'iniziativa strana, non è mai stata intenzione del Governo porre la fiducia». E Umberto Bossi sbotta: « Le chiacchiere stanno a zero, visto che il testo resta così com'é. Non mi risulta che ci saranno cambiamenti». Per gli amanti delle forze centrifuge, ci sarà ancora tanto da scommettere.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it), pubblicato su www.politicamagazine.it
giovedì 19 marzo 2009
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