martedì 3 marzo 2009
Caro Medvedev, ti scrivo… Così mi distraggo un po’.
Barack Obama fa il lifting agli States. E nell’opinione pubblica mette a segno un bel punto a suo favore. In politica estera, dove il terreno per il cambiamento è più fertile per dimostrare l’inversione di tendenza rispetto alla vecchia e rugosa politica repubblicana del suo predecessore.
Col nuovo presidente torna alla ribalta il tema dello scudo antimissile, vero e proprio boomerang nella politica estera degli Stati Uniti. Ma stavolta con un netto cambiamento di rotta. Perché l’anti-Bush senza sconti ad alimentare e rinverdire il consenso ci tiene. Tant'è che non perde tempo a dimostrare che ora soffia davvero un vento di cambiamento. E si dice pronto a bloccare il progetto dello scudo anti-missile europeo voluto a tutti i costi dal suo predecessore a condizione che la Russia sia disposta ad aiutare gli Stati Uniti a risolvere la questione del nucleare iraniano. Come dire, una mano lava l’altra.
La notizia arriva dal quotidiano russo "Kommersant", secondo il quale il capo della Casa Bianca ha illustrato la proposta in una lettera al presidente russo, Dmitri Medvedev. Se Mosca aiuterà gli Usa a bloccare la corsa di Teheran verso le armi atomiche - continua l’agenzia di stampa russa Ria Novosti - il progetto di installare un mega radar e batterie di missili intercettori in Polonia e Repubblica ceca non sarebbe più necessario.
Al piano si è sempre opposto il Cremlino che aveva anche minacciato (e poi sospeso) il dispiegamento di missili Iskander nella enclave russa di Kalingrad. Un funzionario dell’amministrazione Obama ha confermato alla "Fox News" che il presidente ha scritto una lettera a Medvedev, ma non ha voluto rivelarne il contenuto. «Valuteremo il futuro del piano – ha spiegato - sulla base di un numero di fattori, sul rapporto costi-efficacia, se funzionerà, se ridurrà la minaccia e se la minaccia potrà essere ridotta attraverso la diplomazia con la Russia e gli alleati Nato».
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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