giovedì 1 dicembre 2011

Guzzanti e Dandini giù, Fiorello e Zalone su. Ma la satira?...


La breve incursione di Fiorello sul piccolo schermo sta per concludersi. Toccata e fuga. E allo showman resta soltanto un’ultima puntata con ospiti Jovanotti e Roberto Benigni. In totale quattro, le sue serate all’insegna del comico in stile nazional-popolare. E finora gli ascolti lo hanno premiato tantissimo, con punte di share del 43 per cento.
Ma il Tony Manero della risata sta per passare il testimone (si fa per dire, visto che si tratta della concorrenza) a tale Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone, pugliese di Bari, lanciato da Zelig, che sarà protagonista di uno show tutto suo su Canale 5. Due le puntate previste. E, oltre ai classici tormentoni, anche l’imitazione di Michele Misseri.

E se Fiorello piace un po’ a tutti e non fa arricciare troppo il naso perfino agli intellettuali, Checco se la gioca tutta sul sex appeal da”uomo della strada”. Cafonal o mammoriano (per dirla con lo slang etneo) fino in fondo.  Comicità in apparenza banale ma spiazzante, non troppo laccata e infiocchettata. Come dire: divertiamoci, però senza pensare troppo che, per carità, fa male. Checco è il comico preferito del mio panettiere, del salumiere che affetta la mortadella al supermercato e nel frattempo racconta divertito le sue gag ai colleghi.
Ad ogni modo, la tendenza è la stessa. Dare il pass alla vis comica per rinverdire un po’, seppur di striscio, i grigi e ripetitivi palinsesti tv.
Sale in quota la comicità pura, sparisce del tutto la satira, sempre più un lontano miraggio. Soprattutto quella di stampo politico, così urticante per i lor signori dei Palazzi. E così, per evitare fastidiose allergie bipartisan, con conseguenti shock anafilattici tradotti in oscuramenti censuranti, et voilà, meglio lasciar perdere i vari Guzzanti, Dandini, ecc.ecc. Senza contare la recente chiusura del Bagaglino di Pier Francesco Pingitore, che pure qualche capatina in tv, sempre dal salone Margherita, la faceva.



Adesso nel menu non c’è più spazio per quel piatto di primizie caratterizzato da vari tipi di frutta  degli antichi romani,  ma solo per minestre riscaldate e al massimo una pepata di cozze. Non si può più innaffiare la pianta del sano dissenso. E no, nemmeno per sogno. Al massimo una risatina innocua e, semmai, proficua.
Unica eccezione: gli Sgommati, unica voce fuori dal coro, il programma di Sky Uno con le caricature dei nostri politici di gomma. Altro segno dei tempi. Una voragine separa la politica dalla gente, tanto che ormai i politici si disumanizzano diventando pupazzi di gomma. Appunto pupazzi. Nell’eterno teatrino della politica made in Italy che, nonostante sul palcoscenico ci sia ora un governo tecnico, nel backstage ancora continua.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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