Il grande salto? Il salto al grande pubblico? Speriamo non sia il salto della quaglia. Dal cinema alla televisione. A traghettare in tv l’amore fragile come cristallo e fresco come l’adolescenza in fiore e in piena tempesta ormonal-sentimentale di Federico Moccia ci pensa la fiction, genere sempre più appetibile anche per attori del nostro cinema come Alessio Boni (l’ornitologo svitato di “Tutti pazzi per amore 2”), che finalmente hanno deciso di non snobbarlo più. Così dal prossimo autunno, “Scusa ma…” sarà per le reti Mediaset la nuovissima serie tratta dai due film “Scusa ma ti chiamo amore” e “Scusa ma ti voglio sposare”. Federico Moccia si spoglierà del ruolo di regista per prendere in mano le redini del soggetto e occuparsi delle linee narrative. Sulla scia di Alessio Boni, Raul Bova, uno mai stato con la puzza sotto il naso, sarà anche sul piccolo schermo Alex, mentre nel ruolo di Niki non ci sarà Michela Quattrociocche, ma un’altra attrice giovane e popolare, il cui nome però è ancora top secret.
Moccia chiude il cerchio, entrando a pieno titolo nel novero del più popolare cantore dell’amore adolescenziale di contemporanea memoria. Un'istantanea sul mondo degli under 30. Un prodotto perfetto per ragazzine alle prime armi, che sanno tutto del sesso ma ancora troppo poco in fatto di educazione sentimentale. Ma forse non per spettatori poco sprovveduti e ormai abbondantemente smaliziati. Eppure si preannuncia già l’ennesimo successo di pubblico. Del resto Moccia, anche e soprattutto per partito preso, non ha mai voluto essere un “prodotto di nicchia”, di quelli per intellettuali insofferenti, esigenti, annoiati e perennemente insoddisfatti. Moccia fa il filo a un pubblico “vergine”, scarsamente “politicizzato” ma sintonizzato 24 ore su 24 sugli sfilacciamenti esistenziali, sugli scivoloni del cuore, sulla pruderie consumistica, il “mordi e fuggi” quotidiano, lle gelosie e le ripicche dell’umana miseria. Moccia è uno di loro, dei pariolini della Roma bene ma anche dei ragazzi della media borghesia cresciuti nei quartieri residenziali di ogni città d’Italia, mostriciattoli imbevuti di consumismo ed educati per bene dalla pubblicità, sfornati con lo stampino. Sono i tipi e le tipe della generazione Internet, o Y come la chiamano i sociologi, tutta web e video, quelli che si lasciano con un sms ma sono “ragazzi con un gran cuore, pieni di sogni e con tanta voglia di innamorarsi”, giura Moccia. Legittima difesa dei suoi piccoli “mocciosi”, pronti a rivedersi nell’ennesima serie tv.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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