giovedì 26 febbraio 2009

Bavaglio in bocca ai pigmei dello sciopero


Una stretta che piace ai sindacati ma fino a un certo punto, quella prevista dal ddl delega di riforma della regolamentazione del diritto allo sciopero, che mette un freno alla rivolta dei pigmei del sindacato. Ormai c’è spazio solo per i giganti della protesta, la gente che conta, che ha i numeri in piazza e sufficiente voce in capitolo per protestare. Laddove, negli immaginifici campi flegrei della “Terza Repubblica”, la parola “protesta” evoca un lusso che ormai sempre meno gente si può permettere. Nessuna sigletta può più agitare le acque, eccitare le folle, sollevare un polverone, smuovere le montagne.
La stretta prevista dal ddl delega di riforma della regolamentazione del diritto allo sciopero mette un freno alla rivolta dei “pochi, ma buoni”. Molto meglio fare caciara in tanti. Anche se poi il risultato è sempre lo stesso. E tutto resta com’è.

Con le nuove regole in arrivo per gli scioperi nei trasporti, indire una giornata di protesta capace di bloccare bus, treni e aerei sarà più difficile
e, soprattutto, in alcuni settori sarà addirittura richiesta un'adesione individuale preventiva da parte del singolo lavoratore che intende incrociare le braccia. Il governo è al lavoro su un progetto di riforma della regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi di trasporto che dovrebbe arrivare venerdì in Consiglio dei Ministri.
In attesa di leggere il testo definitivo intanto è sullo sciopero virtuale che si concentra di più l'attenzione anche se la bozza è ancora generica. Al momento prevede che l'istituto dello sciopero virtuale, possa essere «reso obbligatorio per determinate categorie professionali le quali, per le peculiarità della prestazione lavorativa e delle specifiche mansioni, determinino o possano determinare, in caso di astensione dal lavoro, la concreta impossibilità di erogare il servizio principale ed essenziale».
E, se la bozza dello schema del ddl delega di riforma verrà confermata, sono molte le novità che arriveranno per regolamentare nel settore il diritto di sciopero. È prevista anche una stretta sulla rappresentatatività dei sindacati che possono proclamare un'astensione dal lavoro, con la previsione di un referendum consultivo prima degli scioperi indetti dalle organizzazioni più piccole. Ma, soprattutto, è previsto che in alcuni servizi vi sia un'adesione preventiva del singolo lavoratore che intende scioperare.

Pronto lo slalom dei sindacati. «C'é una cosa che non ci sembra molto utile, quella del preavviso individuale dell'adesione allo sciopero, mentre c'é una cosa che potrebbe essere molto interessante, che noi sosteniamo da molti anni, cioé quella dello sciopero virtuale», dice il segretario della Uil, Luigi Angeletti. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni conferma la disponibilità alla riforma del diritto di sciopero, ma solo nel sistema dei trasporti e invita il governo «a non andare oltre». Anche l'Ugl approva: «Se è solo per il trasporto va bene e credo che tutte le organizzazioni sindacali daranno serenamente il loro contributo» dice il segretario Renata Polverini.
Più politica, invece, la preoccupazione della Cgil: «Mi auguro che a guidare l'iniziativa del governo non sia, dopo aver favorito la rottura del sindacato, il tentativo di impedire che il dissenso possa manifestarsi», afferma il segretario confederale, Fabrizio Solari, ricordando che «la legge attualmente in vigore è la più severa d'Europa».
E sul fronte politico, il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero, promette le «barricate», perché le nuove regole portano «a compimento l'attacco al lavoro e alla democrazia». Anche l’ Italia dei Valori attacca: «In altri tempi la proposta dello sciopero virtuale sarebbe stata ritenuta semplicemente ridicola, oggi è un'altra dimostrazione della deriva autoritaria di questa maggioranza», dice il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi. A dire il vero un’altra forma di dissenso ci sarebbe. Ora non resta che attendere il testo definitivo del ddl. E, al limite, provare a ripensare seriamente alla categoria dello sciopero, un tempo arma democratica per riaffermare i propri diritti. Se il governo non vuole impicci, c’è ancora qualcosa di peggio dello sciopero virtuale. C’è il fascino indecifrabile e maledetto della ribellione discreta. C'è lo sciopero silenzioso.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it), pubblicato su www.politicamagazine.info

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