sabato 10 ottobre 2009

C'è più comfort a... guardare il mondo da qualche centimetro più in giù

E’ la donna dinamica, certo, quella che gli impegni di lavoro imbrigliano fuori casa quasi tutto il giorno, ma che non rinuncia a femminilità e comfort. L’identikit emerge dalla girandola di consuete dichiarazioni a raffica rilasciate dai nostri più grandi stilisti ogni volta che presentano una nuova collezione. E’ questa la donna del Duemila e qualcosa, griffata al punto giusto, maniacalmente seducente.
Però, a ben guardare la scarpa nella foto, regina delle ultime sfilate e colpevole di aver trascinato in ginocchio più di una modella che tentava di galleggiarci sopra, non si può non notare, nel ragionamento dei nostri stilisti, qualche grinza, di quelle da far rabbrividire qualsiasi tessuto, se avesse un’anima.

Perché qualcosa proprio non va. Nel senso che, anche a volercela mettere tutta, esercitandosi per ore intere su e giù per il corridoio di casa con un libro in testa e il pigiama di flanella addosso, come fa una donna “normale” a indossare queste scarpe? Anzi, per l’esattezza, la donna “dinamica e che non rinuncia al comfort”, per dirla come i nostri cari stilisti? Bisogna ammetterlo: il corridoio di casa è assai diverso dalle strade asfaltate e brulicanti di tram e auto delle nostre città.
Mettiamo caso che una donna, seppur dinamica e seducente, debba calzare le scarpe della foto in non più di cinque secondi, uscire di casa, recuperare il ritardo in cui si trova e prendere al volo il primo mezzo urbano per raggiungere al più presto il luogo di lavoro. Le cose sono due: o il tacco s’infilza da qualche parte, oppure i piedi e la colonna vertebrale si vanno a fare… un bel giretto dall’ortopedico. Vi prego, cari stilisti, la donna dinamica e seducente, se proprio non vuole rinunciare al proprio comfort, ha bisogno di abbassare la cresta di qualche centimetro. Questione di humanitas…

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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