E’ in vetta alla classifica degli album col suo “Soldier of love”(etichetta Suk/Sony). Dopo dieci anni di assenza Sadè, nelle vesti impalpabili di amazzone, immersa anima e corpo in atmosfere oniriche, torna alla ribalta del pop, sempre con la solita raffinata miscela di rhythm’n’blues e jazz , sempre da reginetta del cool. Per la nigeriana cresciuta in Inghilterra, patita del black-soul e di Curtis Mayfield e Marvin Gaye, da giovanissima la musica non era esattamente nei suoi programmi, visto che studiava da stilista alla St. Martin ‘s School di Londra. Ma poi arrivano gli anni Ottanta e il gruppo di latin funk, denominato prima "Ariva", poi "Pride". E Sadè si trasforma d’incanto in raffinata interprete di r’n’b. Da lì nasce “Smooth operator”, che in un paio d’anni diventa il suo singolo più famoso. E nel 1984 il primo album, “Diamond Life”.
Sadè incanta con melodie sempre più sofisticate, brani dove si respira il soul della Motown ma anche il pop più tradizionale e bianco, in cui jazz e un groove pacato e suadente diventavano la base su cui adagiare accattivanti ritmi di samba, come in "When Am I Going To Make A Living", o delicate canzoni d'amore quali "Your Love Is King", scelta come singolo di punta e destinato a diventare uno tra i maggiori successi pop degli anni 80.
Dopo la vittoria del Grammy nel 1985 come "Best new artist" il Time la porterà in copertina con il titolo di "Queen of Cool", termine anche musicale per indicare tutto ciò che è "calmo" e "rilassante". Nonostante non fosse un'artista pop in senso stretto, genere in cui l'iconografia è fondamentale, Sade diventerà trend-setter di una sorta di revival musicale e non, tutto giocato sulle atmosfere "old-style" anni ‘40, verrà persino chiamata a recitare una parte nel film di Julian Temple del 1986 "Absolute Beginners" (con David Bowie e Patsy Kensit) ma soprattutto diverrà l'artista di punta (e unica a conquistare in modo duraturo anche il mercato americano) di quel movimento soul tutto inglese che annoverava tra le sue fila Everything But The Girl, Matt Bianco e Style Council (denominato appunto cool-jazz-pop) e che, passando per Simply Red e Lisa Stansfield, sfocerà nell'acid jazz all'alba del decennio successivo.
Oggi Sadè torna con le atmosfere di sempre. Dunque sempre fedele a se stessa, pur in continua evoluzione. In tutte le dieci tracce dell'ottavo album “Soldier of love” si avverte delizia in ogni sua sfaccettatura. La voce è perfetta, fluida, profonda, quasi irraggiungibile. Le melodie sono soffici e ipnotiche. E arrivano già ascoltando il primo brano, “The Moon and the Sky”, burroso ma non smielato, intriso di ritmi soul davvero incantevoli.
Scorrono altrettanto belli e delicati su un dolcissimo tappeto sonoro anche i pezzi "Morning Bird", "Babyfather" e "Long Hard Road", dove pianoforte e voce - come in "Morning bird"- regalano all'ascoltatore una formula quasi magica, quella di sognare ad occhi aperti paesi lontani. “Be That Easy”, “Bring Me Home”, “In Another Time” e “Skin” sono brani dal sapore primaverile e autunnale allo stesso tempo, tutti concentrati in uno stile che sta in perfetto equilibrio tra la forma stilistica di Sade (quella soul jazz) e la forma canora che la rende carismatica. Infine “The Safest Place”, l’ultimo brano, traccia dal sapore elegante, equilibrato e affascinante. Per sprofondare negli abissi più profondi del sogno.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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