Femminilità zero. Niente fiocchi rosa, servizi sul mondo del fashion, trastulli femminili, nuove frontiere del fitness, le tendenze delle ultime sfilate, riflettori puntati sulle agghindate passerelle della Milano alla moda. Per il Tg di Enrico Mentana su La7 non c’è posto per materiale usa e getta, riempi pista trascendentali, arrampicate sugli specchi. Insomma, per le cosiddette “stronzate”, come le definisce lui stesso, il terzo lato del triangolo (isoscele, ovvero con due lati uguali) dell’informazione. Tra la frivolezza annacquata del Tg1 e Tg5, Mentana rappresenta il serio. Il faceto lo ha lasciato agli altri, a quelli sotto padrone. Lui, al momento sottopagato (un contratto, il suo, di appena 350 mila euro lordi l’anno ma destinato a raddoppiare, dato il risultato degli ascolti, con punte del 10 per cento di share) preferisce parlare di problemi veri.
Scelta in controtendenza anche per la conduzione: niente mezzibusti in odore di veline, ma solo brave giornaliste non troppo appariscenti. Il Tg di Mentana insomma non fa spettacolo. Zero sfilate ma anche zero concerti, zero presentazioni di libri, zero show-biz. E, naturalmente, zero gossip. Solo iniezioni letali di politica raccontata per filo e per segno senza fraintendimenti, furberie e ambiguità. Chiarezza e imparzialità sono il suo mantra, recitato ogni mattina a partire dalle sei, l’ora in cui Mentana già comincia a leggere le agenzie.
Serietà, dunque. Ma seriosità, per favore, no. Il rischio di scivolare nella trappola del “secchione” che spiega i fatti più importanti della giornata, ma non lascia sognare, respirare, svolazzare il pubblico neppure per un secondo c’è. E siccome nella melassa maleodorante delle cattive notizie si rischia di sprofondare, sarebbe bello dedicare almeno cinque minuti alla frivolezza. Perché c’è tanto bisogno di sognare, di ridere, di progettare un week end a teatro o magari in concerto. Cinque minuti, non di più. Al massimo sette. Che nulla toglierebbero alla serietà del tg in toto. Anche sognando, s’impara. Ma soprattutto si sopravvive.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
Scelta in controtendenza anche per la conduzione: niente mezzibusti in odore di veline, ma solo brave giornaliste non troppo appariscenti. Il Tg di Mentana insomma non fa spettacolo. Zero sfilate ma anche zero concerti, zero presentazioni di libri, zero show-biz. E, naturalmente, zero gossip. Solo iniezioni letali di politica raccontata per filo e per segno senza fraintendimenti, furberie e ambiguità. Chiarezza e imparzialità sono il suo mantra, recitato ogni mattina a partire dalle sei, l’ora in cui Mentana già comincia a leggere le agenzie.
Serietà, dunque. Ma seriosità, per favore, no. Il rischio di scivolare nella trappola del “secchione” che spiega i fatti più importanti della giornata, ma non lascia sognare, respirare, svolazzare il pubblico neppure per un secondo c’è. E siccome nella melassa maleodorante delle cattive notizie si rischia di sprofondare, sarebbe bello dedicare almeno cinque minuti alla frivolezza. Perché c’è tanto bisogno di sognare, di ridere, di progettare un week end a teatro o magari in concerto. Cinque minuti, non di più. Al massimo sette. Che nulla toglierebbero alla serietà del tg in toto. Anche sognando, s’impara. Ma soprattutto si sopravvive.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
2 commenti:
Nei cambiamenti si comincia sempre con estremi, per poi riequilibrarsi. Meglio correre il rischio di troppa serietà per ora, sebbene sarebbe meglio di no. Ma se anche fosse, per le frivolezze c'è tutta una rosa di altri canali che ne fanno il piatto forte, e sul telecomando i numeri sono tutti abbastanza vicini ;)
Vabbè però.. Ribadisco: cinque minuti di frivolezza non guastano. E.
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