venerdì 27 novembre 2009

La poesia dà spettacolo

La poesia si spoglia dei suoi aristocratici panni per vestire costumi da spettacolo. Dopo il successo riscosso nella passata stagione dalle 'Lingue della poesia', la Fondazione 'Musica per Roma' tornerà a occuparsi di versi con una nuova rassegna dal titolo 'Via dall'Europa. La poesia del mondo'. Da novembre a maggio, un appuntamento al mese all'Auditorium 'Parco della Musica' di Roma per conoscere la grande poesia mondiale del Novecento.

Organizzati in forma di conversazione introduttiva all'ascolto della poesia, gli incontri dureranno circa un'ora ciascuno. Insieme al curatore della rassegna Valerio Magrelli, ognuno degli studiosi invitati affronterà alcune composizioni degli autori scelti. Si partirà dalla presentazione biografica e da un inquadramento storico-letterario, con un'analisi dei testi originali, per cedere la parola alla lettura della traduzione italiana da parte di alcuni fra i più noti attori italiani. Si partirà lunedì 30 col vate e l'ideologo della négritude, Léopold Sédar Senghor, letto da Margherita Buy. Sabato 12 dicembre toccherà a Laura Morante leggere i versi di Bei Dao.

Martedì 12 gennaio sarà la volta di Adonis, 'interpretato' da Cosimo Cinieri, mercoledì 23 febbraio Donatella Finocchiaro farà rivivere le impalpabili suggestioni di Jorge Luis Borges. Lunedì 29 marzo Fabrizio Gifuni richiamerà alla memoria la profonda sensibilità di Rabindranath Tagore e l' audace tentativo di conciliare Oriente e Occidente. Lunedì 19 aprile il protagonista sarà invece l'eclettico Kenji Miyazawa attraverso la voce e l'interpretazione di Michele Placido. A chiudere la rassegna sarà la forza trainante di Ezra Pound, considerato il motore di molti movimenti modernisti, principalmente dell'imagismo e del vorticismo, letto da Sandro Lombardi.
"Noi - ha spiegato il curatore dell'evento, Valerio Magrelli alla presentazione al Bookshop dell'Auditorium 'Parco della Musica'- ci troviamo tra le secche dello specialismo deleterio e devastante rappresentato da un linguaggio incomprensibile ed elitario che molto ha a che fare con le nostre Università e la deriva televisiva di totale incompetenza, che parla a tutti ma non dice niente. La nostra scommessa è quella di percorrere una terza via: strappare per un giorno lo studioso specialista di uno di questi grandi autori alle sue biblioteche e costringerlo a spiegare tutto con estrema chiarezza, senza sottintesi e senza dare nulla per scontato".

Con questa rassegna quindi la poesia, da sempre genere elitario e oligarchico, si apre a un pubblico più vasto. Non a caso sceglie un luogo come l'Auditorium 'Parco della musica', luogo dei grandi eventi. "Finalmente la poesia viene trattata come una vera e propria forma di spettacolo, entrando a far parte a pieno titolo del nostro programma", ha sottolineato Carlo Fuortes, amministratore delegato della fondazione 'Musica per Roma'. Gli fa eco Gianni Borgna, il presidente della fondazione: "Del resto ormai è da tempo declinata in mille modi nei vari spettacoli che presentiamo". Caratteristica che non stride affatto con la vocazione originaria del genere poetico, ovvero quella di arrivare direttamente a ciascun individuo, come ha precisato Cosimo Cinieri: "Da sempre è lo specchio dell'umanità. Mica una liturgia di massa come un concerto rock".

Elena Orlando per Adnkronos (elyorl@tiscali.it)

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