Non è che il presidente del Consiglio sia uno stinco di santo, per carità. L’ha perfino detto lui stesso, con la sua bocca. Ma da qui a parlarne, un giorno sì e l’altro pure, su giornali nazionali e internazionali (dalla Bbc al Guardian al Times, oggi tutta la stampa straniera torna a occuparsi del nostro premier), così come in tv e su un mezzo potentissimo come you tube come si stesse parlando di nonno Nanni, ce ne vuole. Prima di tutto perché il presidente del Consiglio è pur sempre il capo del governo, con tutti i pregi e i difetti del caso. E poi, perché parliamo di Silvio Berlusconi, uno che avrà pure il delirio di onnipotenza, d’accordo, ma detiene pur sempre un impero economico di considerevole entità. Per l’esattezza, così ci rendiamo subito conto di che cosa stiamo parlando, secondo la stima elaborata dalla rivista americana Forbes, nel 2009 Silvio Berlusconi è il secondo uomo più ricco d’Italia e il settantesimo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato in 6,5 miliardi di dollari Usa. Mica noccioline.
E il potere economico (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista) è quello che conta di più, come ci ha insegnato la storia recente di un Occidente profondamente malato e in preda al folle amore per il business. Dovunque e comunque.
E il potere economico (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista) è quello che conta di più, come ci ha insegnato la storia recente di un Occidente profondamente malato e in preda al folle amore per il business. Dovunque e comunque.
Detto questo, chi mai rinuncerebbe al gusto della critica (quella sana, s’intende) ? O al tentativo, seppur disperato, di restaurare la democrazia per davvero? Credo che nessuno mai lo farebbe. E allora, che ben vengano le critiche, i sani richiami alla moralità pubblica e privata, perfino l’impietosa condanna (quando non è troppo in mala fede) dei vizi e quant’altro aiuti a capirci meglio nel marasma politico, sociale ed economico che stiamo attraversando. Ma, per favore, a patto che non si parli più di Silvio Berlusconi con tanta leggerezza e un pizzico di stupidità. Insomma, proprio come se si stesse parlando di nonno Nanni, quello dello stracchino, sì, proprio lui (con tutto il rispetto per il formaggio in questione...).
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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