Il potere alla taranta. E chissà che questa non sia la volta buona. Eugenio Bennato, con la sua musica affastellata dal verbo musicale del mare nostrum, il complotto lo cospira da anni. Vuole portare la koinè musicale del sud in tutta Italia e in tutto il mondo, passando per Caulonia, il luogo ameno in cui il Festival della tarantella, dal 25 al 31 agosto, spegnerà sulla torta undici candeline.
La musica di Bennato pizzica le gambe e travalica i confini regionali, senza il test sulle tradizioni proposto dalla Lega. La musica supera la politica perché ha un’idea più alta del mondo. Per fortuna.
“Le nuove generazioni - dice Bennato - sono estremamente intuitive rispetto a ciò che riguarda i cambiamenti, forti di un immediato modo di comunicare e di interagire. Evidentemente il bisogno di recuperare la propria identità si oppone strenuamente al pericolo di una globalizzazione, che tende invece ad appiattire tutto e tutti. Questa esigenza latente genera la necessità della ricerca di valori specifici identificativi di proprie radici, culture e tradizioni».
Già Pasolini parlava di un’Italia dei dialetti. Una realtà che si conserva e che ha attraversato i secoli. “Basterebbe questo – aggiunge Bennato - per capire che non siamo in terra straniera portando ad esempio le tradizioni popolari e le forme dialettali del Sud in un Friuli dove c’è la grande tradizione e l’orgogliosa ricchezza di un linguaggio specifico, come il friulano”.
La musica supera la politica perché ha un’idea più alta del mondo. Per fortuna.
La musica di Bennato pizzica le gambe e travalica i confini regionali, senza il test sulle tradizioni proposto dalla Lega. La musica supera la politica perché ha un’idea più alta del mondo. Per fortuna.
“Le nuove generazioni - dice Bennato - sono estremamente intuitive rispetto a ciò che riguarda i cambiamenti, forti di un immediato modo di comunicare e di interagire. Evidentemente il bisogno di recuperare la propria identità si oppone strenuamente al pericolo di una globalizzazione, che tende invece ad appiattire tutto e tutti. Questa esigenza latente genera la necessità della ricerca di valori specifici identificativi di proprie radici, culture e tradizioni».
Già Pasolini parlava di un’Italia dei dialetti. Una realtà che si conserva e che ha attraversato i secoli. “Basterebbe questo – aggiunge Bennato - per capire che non siamo in terra straniera portando ad esempio le tradizioni popolari e le forme dialettali del Sud in un Friuli dove c’è la grande tradizione e l’orgogliosa ricchezza di un linguaggio specifico, come il friulano”.
La musica supera la politica perché ha un’idea più alta del mondo. Per fortuna.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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