lunedì 26 aprile 2010

Stephen Hawking: "Occhio a quegli infami degli alieni"

E.T. parte seconda. Diversità è stranezza. E stranezza vuol dire essere alieni. Dal mondo, o meglio, dalla terra. Guardarla da un altro punto di vista. Con occhi diversi. Che forma avranno gli alieni? Perché una cosa è certa: loro esistono davvero. E’ pronto a giurarci e a giocarsi una brillante carriera Stephen Hawking, l’astrofisico britannico considerato un vero anticonformista. La tesi da lui sostenuta e spiegata in una serie di documentari in onda nei prossimi giorni sull’emittente britannica Discovery Channel, è molto semplice: non siamo ingenui. In un universo con cento miliardi di galassie, ciascuna contenente milioni di stelle, crediamo davvero che la Terra sia l’unico luogo dove si sia evoluta la vita? Certo che no, è la sua risposta. Hawking, 68 anni, matematico e fisico con un quoziente intellettivo di 160, fino all'anno scorso titolare a Cambridge della cattedra lucasiana di Matematica e Fisica, carica ricoperta anche da Isaac Newton, affetto da atrofia muscolare progressiva (vive su una sedia a rotelle e comunica con un sintetizzatore vocale), però tiene a precisare che gli uomini e gli alieni è meglio che non si conoscano mai: l’impatto potrebbe essere devastante.

Ma che forma hanno gli alieni?
Dal microbo al bipede intelligente, le forme di vita più probabili potrebbero essere microrganismi e animali semplici. E perché incontrarli potrebbe essere devastante? “Gli alieni – spiega Hawking - potrebbero tentare di sfruttare la nostra Terra per le sue risorse, per poi proseguire”. Un po’ come ai tempi della scoperta dell'America nel 1492: “Quando Colombo sbarcò in America, le cose non sono più andate così bene per gli indigeni”. Insomma, una nuova e spietata forma di colonialismo: sono alieni nomadi che sfruttano i vari pianeti e poi li abbandonano. “Questi nuovi esseri – afferma lo studioso - potrebbero sottomettere i pianeti a bordo di navi giganti”. Terrorismo fantascientifico? Realtà ai confini della fantascienza? Chissà… Certo che sembra la sceneggiatura di “Avatar” all’incontrario. Anche se così descritto, come spietato colonialista, l’alieno ci fa davvero una magra figura. Ma non erano gli esseri umani a peccare di smanie imperialistiche, esasperanti manie di grandezza, irreversibile egocentrismo e consumistica superbia? C’è sempre chi sta peggio…

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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