sabato 19 marzo 2011

Oltre il limite c'è... Mauro Talini


A un passo dal traguardo c’è la fatica, quella vera, i muscoli che tirano, il fiato che si accorcia, il sudore sulla fronte. Ma il traguardo è lì, a un tiro. E l'imperativo è non mollare. “E’ in quei momenti che sei solo con te stesso e ti misuri coi tuoi limiti. Ma senti di poterli abbattere e di vincere la sfida. Ecco allora che arriva immediatamente un grande senso di gioia”. Mauro Talini, nato a Viareggio 37 anni fa sotto il segno del leone, affetto da diabete da quando ne aveva 11, gira il mondo in bicicletta. Una bici rossa di alluminio, la tuta da ciclista, la borraccia nera piena d’acqua e un’impresa da compiere davanti agli occhi che ridono: percorrere oltre 9000 chilometri in solitario per raggiungere il Brasile. “Non è stato facile. Mi ha accompagnato l’affetto della gente”. Mauro a ogni tappa rispondeva alle decine di email che gli inviavano i tanti curiosi e sostenitori. Questa la sua ultima impresa, cominciata il primo dicembre 2009 e conclusasi a febbraio 2010, che lo ha portato da La Paz (Bolivia) a San Paolo (Brasile), fino a Buenos Aires (Argentina), sconfinando per un breve tratto in Cile per concludere il giro ancora in Argentina ad Ushuaia nella Terra del Fuoco.
Più che un’ impresa, ‘un viaggio dell’anima’. “Mentre pedalo, riscopro l’interiorità, parlo con Dio, spiega Mauro. Tutto inizia per la prima volta nel 2003, quando il ciclista dei record parte da Massarosa e va a Catania. Poi nel 2005 alza il tiro e punta Fatima, nel 2006 arriva fino a Czestochowa. Nel 2007 raggiunge addirittura Capo Nord e nel 2008 va in Terra Santa, passando per la Yugoslavia (Medugorje, Istanbul, Damasco, Gerusalemme). “Ho attraversato piogge e venti, nebbie e bufere. Ho visto di tutto, dai pinguini ai coccodrilli. Ma se l’obiettivo da raggiungere è facile, non c’è gusto. E a me piacciono le sfide”.

Mauro ha il diabete da 26 anni.
E’ costretto a cinque iniezioni d’insulina al giorno e a continui controlli. Ma questa malattia non ha mai rappresentato per lui una barriera insuperabile né per la sua vita né per i suoi viaggi.
Il diabete non è un limite”, continua a ripetere a chiunque racconti la sua storia come fosse un mantra, il suo mantra. Una bella lezione per chi sbuffa alla prima fatica e si arrende alla prima difficoltà. E non sono solo belle parole. I viaggi di Mauro hanno anche una marcia in più. S’ intrecciano con la solidarietà. E nell’ultima impresa, a ogni tappa, il messaggio rivolto ai bambini poveri delle favelas, vestiti di stracci e senza un libro da leggere, è stato: “il diabete non è un limite, e la povertà neppure”. Mauro ha così fatto proprio il progetto dell’associazione internazionale onlus “Padre Kolbe”, “La città della speranza”, che finora ha raccolto circa 100.000 euro, grazie anche al patronato della Presidenza della Repubblica e al sostegno del segretariato sociale Rai. “Coi fondi raccolti anche attraverso l’sms solidale è stato costruito un centro sociale già attivo nella periferia di San Paolo, a Riacho Grande – spiega Marta Graziani, missionaria Kolbe e presidente dell’associazione – che riesce ad accogliere quasi 400 bambini di strada. Sono già stati attivati corsi d’inglese, d’informatica, attività ludiche e di sostegno scolastico. Ma adesso si va avanti. Ci servono alimenti e vestiti”. Le coordinate bancarie a cui inviare il proprio contributo si trovano sul sito dell’associazione (http://www.aipkolbeonlus.org/). Le imprese di Mauro invece sono state raccontate da lui stesso in un libro e dvd , “Oltre il limite… la speranza!, diario di un ciclista diabetico che ha percorso il Sudamerica per solidarietà”, edizioni Pendragon.
Ma Talini non si ferma e continua a pedalare. E’ già in cantiere, ma ancora top secret per ragioni scaramantiche, il prossimo viaggio in bicicletta. Il percorso sarà ancora tutto in salita. La forza? Viene da dentro. Per un’altra impresa da record. In barba ai pigri, che mollano i propri sogni per strada.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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