martedì 15 marzo 2011

Nando Colelli: un meschino autentico


Homo faber fortunae suae. L’uomo è artefice della propria sorte, per dirla con Appio Claudio Cieco. E Nando Colelli, l’operaio di Aprilia (provincia di Latina) “buono, tranquillo, burlone e compagnone” , se l’è proprio cercata. Il concorrente del Grande Fratello 11 ha davvero toccato il fondo. Appena uscito dalla casa, poteva impegnarsi a seguire un corso accelerato di italiano per rendere più decorose le sue comparsate televisive. E invece Nando ha preferito dedicarsi alla pazza gioia, rinnegando per sempre le coniugazioni dei verbi e la consecutio temporum. Vittima del tritacarne mediatico, si è offerto senza filtri alle telecamere rivelandosi in tutta la sua meschinità e pochezza. La sincerità premia sempre, certo. Ma Nando ha messo un po’ troppa carne al fuoco. E così, dopo la lettera a Margherita in cui si tirava fuori dagli impicci e una serie di foto equivoche con misteriose ragazze con cui ci sarebbe stata, come lui stesso dice, “una botta e via”, in un’intervista alle Iene ha confessato che essersi messo con Margherita sarebbe stata una strategia consigliata dagli amici per non essere eliminato e allungare così la sua permanenza nella casa del Gf. Poco male, visto che lo fanno la maggior parte dei concorrenti. Solo che nessuno lo dice né lo direbbe mai tantomeno in un’intervista televisiva. Ma lui no. Nando è tutto istinto e zero intelletto. In una società inaffidabile e arraffona, è uno che dice la verità, nient’altro che la verità: io sono una gran testa di...legno. E piango, ma alla fine un po’ me ne vanto.

Nato ai bordi di periferia, come cantava Ramazzotti, ma senza valori né principi e neppure un grammo di intelligenza per dissimularlo, Nando è l’esempio di come non avendo una formazione solida né gli strumenti culturali necessari per cercare di vivere discretamente in questo mondo, si possa fare il gioco dell’autodistruzione. In un attimo, Nando ha bruciato tutta la sua notorietà, quella notorietà di plastica da reality.
Nando in fondo ha seguito fedelmente il copione interpretando se stesso, un ragazzo profondamente ignorante, vuoto, opportunista, disilluso. Un morto di fama in cerca di un briciolo di notorietà e di facili guadagni. Esattamente come il resto dei concorrenti che però, a differenza sua, hanno venduto l’anima al diavolo e non lo confesserebbero mai, neppure sotto tortura. In fondo Nando Colelli è uno come tanti. Purtroppo. Perché i Nando ormai sono un oceano di gente che si riconosce ad occhio nudo. Capelli a spazzola, camicia sbottonata, bracciali d’oro, collana a catena, profumo fortissimo. Abiti taroccati che imitano le grandi griffe. Un sorriso di burro e un deserto arido dentro l’anima.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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