sabato 2 luglio 2011

Alberto di Monaco e Charlene Wittstock: "Oui", c'eravamo tanto amati...

Una stretta di mano. L’unico segno tangibile di un amore profondo espresso poco e niente. Per il resto, nessun bacio appassionato, nessun complimento hard sussurrato all'orecchio, nessuno sguardo particolarmente malizioso o rivelatore di una particolare intesa. Solo sguardi furtivi e mezzi sorrisi dello sposo, e occhi ben piantati per  terra dall'inizio alla fine della cerimonia da parte della sposa. Morigerati, alteri, straordinariamente composti. O già stanchi, appassiti, dimessi e arrendevoli a un destino noioso e poco esaltante. Chissà. Il principe Alberto di Monaco e la sua Charlene, avvolta in una nuvola bianca firmata da Giorgio Armani, col volto incasellato in un velo semplice e discreto, alla fine ce l' hanno fatta a pronunciare quel fatidico sì . La cerimonia religiosa nella Corte d’Onore del palazzo Grimaldi trasformata per l’occasione in una cattedrale en plain air, non ha concesso niente o quasi ai fuori onda. Tutto si è svolto rigorosamente secondo protocollo.
I Grimaldi sono arrivati alle 16.30: tra di loro Charlotte Casiraghi, nipote di Alberto, vestita di rosa e con una discreta veletta, insieme al fidanzato. Presenti anche i fratelli, Pierre e Andrea, seguiti dalla principessa Stephanie, che avanzava visibilmente commossa al braccio del suo primogenito, Louis Ducruet.

Tra i primi ad arrivare, i due stilisti coinvolti: Karl Lagerfeld - autore, insieme alla sposa, dell’abito celeste polvere con cui Charlene si era sposata civilmente - e Giorgio Armani. Presenti anche le famiglie reali europee, la principessa Madeleine di Svezia, accompagnata da suo fratello il principe Carl Philip, e la sorella maggiore, la principessa futura regina di Svezia, Victoria, che si e’ sposata l’anno scorso. Direttamente dall’Italia, il vice premier Angelino Alfano, fresco d’investitura diretta come fedelissimo segretario del Pdl, ovvero di Silvio Berlusconi.
Molte le personalità del principato: l’ex musa di Chanel, Ines La Fressange, amica della principessa Carolina, accompagnata dalle figlie Violette e Nine; Clotilde Courau, in rosa corallo, accompagnata dal marito il principe Emanuele Filiberto di Savoia; Roger Moore molto applaudito; l’uomo d’affari, Bernard Arnoult e Bernardette Chirac, con un elegante cappello blu Navy. La top-model Naomi Campbel, in un lungo abito verde smeraldo.

Applauditissimo il presidente francese Nicolas Sarkozy provvisoriamente sprovvisto di moglie (la futura mamma Carla Bruni, in vacanza nella villa di famiglia in costa Azzurra, non poteva affaticarsi troppo).
A scandire i passi lenti della sposa ci hanno pensato le vellutate note di Bach. Charlotte, impeccabile, legge emozionata la Prima Lettura, in un abito corto rosa confetto.
L’”Ave Maria” di Schubert cantata da Andrea Bocelli ci stava come il pane. La decappottabile ibrida, un Lexus LS 600h Landaulet, concepita espressamente per l’occasione e rigorosamente eco-friendly un po’ meno.
Il ricevimento al casinò di Montecarlo, l’opera Garnier, ha riservato una cena preparata dal celebre chef francese Alain Ducasse: una commistione di “sapori di mare e montagna”, ha raccontato lui, specificando che non ci sarà carne nel menù, bensì pesce proveniente dalle acque antistanti il principato, e verdure dell’orto del principe nella tenuta di Rocagel.

A conclusione dei festaggiamenti da favola, uno spettacolo pirotecnico. Le emozioni invece non esplodono affatto. Il problema è uno solo: i due sposi sembrano usciti da una cella frigorifera. Inevitabile il confronto con Grace (che aveva senz'altro un fascino maggiore) per la sposa, ma soprattutto col recente matrimonio di William e Kate, che ora appaiono quasi “spinti”. Già nel giorno del rito civile c’era stato un bacio mesto, a stampo, talmente triste che gli internauti hanno preferito rimuoverlo.
Compostezza regale o fuoco di passione già diventato cenere? La prima notte di nozze, lontano da occhi indiscreti, andrà sicuramente meglio. Si spera disperatamente per gli sposi… Intanto vissero felici e contenti. Perché così ci piace immaginare. Costi quel che costi.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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