giovedì 28 luglio 2011

Emma Marrone provincial-chic. E fa la differenza

Se fosse vissuta al tempo di Omero, avrebbe incarnato Penelope. Fedele ai suoi principi, sempre e comunque. E sarebbe stata perfetta. Ma fa la cantante, Emma Marrone, creatura di Maria De Filippi, che in realtà - pur con la dovuta riconoscenza - si è smarcata già da un po’ dalla sua “mamma artistica” decisamente più liberal, imponendosi al grande pubblico come la ragazza pulita e casereccia del pop nostrano. E non è un’operazione di marketing. Emma è davvero così. Salentina doc (anche se nata a Firenze), verace, semplice, coi piedi ben piantati per terra e un provincialismo raggelante, che difende in ogni occasione a spada tratta. Come quella volta che, durante una conferenza stampa coi giornalisti a Sanremo, approfittò per precisare che lei era stufa di sentirsi sminuire dai media con quell’orrenda espressione “prodotto di Amici”. Genuina, Emma, fino in fondo. Anche quando si trovò a difendere a Domenica In, provocando l’ira forsennata di Vittorio Sgarbi, la manifestazione in difesa dei diritti e della dignità delle donne, ribadendo il concetto: “io canto con la voce, non con le tette. Chi si offre mi fa solo pena”.

E chissenefrega, direbbe lei, che si è ripresa il suo Stefano e ora se lo vuole maritare. Emma ha carattere. Anche quando parla, a Vanity Fair, di Amy Winehouse e di come fa una madre a non accorgersi che “la figlia puzzava di morte”, mentre la sua si accorge sempre di tutto?
Emma è fatta così. Canta “Calore” ma non scende a compromessi. Riconosce sportivamente i meriti di Roberto Vecchioni ed è grata al pubblico per essere arrivata dopo di lui in gara a Sanremo. Partecipa alla serata in onore di Giorgio Gaber e dimostra di averne approfondito i testi e la poetica.
Non scimmiotta nessuno, né tantomeno Rihanna, Lady Gaga o Jennifer Lopez. E rispolvera, a ogni occasione, i sacrosanti valori di una volta. Certo, sembrerà banale, troppo provinciale. Ma se essere provinciali vuol dire mostrare quel lato sano che può fare la differenza e ormai in un oceano di trasgressioni rappresenta l'oasi felice della stravaganza vera, anche in un meccanismo così cinico, costruito e dopato come quello dello show-biz, allora per una volta, stavolta, viva il provincialismo. Di Emma, s'intende.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)