martedì 28 luglio 2009

La Palombella rossa vola da Capalbio a Filicudi, passando per RaiTre. Forse...

Ognuno ha le sue croci e la giornalista Barbara Palombelli, la sua se l’è portata dietro da quel 1982, anno in cui sposa con rito civile Francesco Rutelli, allora segretario regionale per il Lazio del Partito Radicale, in soldoni uno dei ragazzini di Marco Pannella. L’anno dopo, all’età di 29 anni, sarebbe diventato deputato alla Camera e capofila nelle battaglie radicali per i diritti civili, nonché presidente del gruppo parlamentare radicale. Tutta un’altra storia. Siamo alle prime battute di un cursus honorum che lo avrebbe portato a diventare il sindaco di Roma e l’ala cattolica e moderata del Pd, quella dell' ex Margherita, per intenderci.
Peccato però che all'epoca la Palombelli fosse già inserita nel mondo dell’informazione. “Sono entrata in Rai per la prima volta nel 1975-76, come ricercatrice e documentarista part time e sono stata assunta nel settembre 1977 (tre anni prima di conoscere Rutelli)", precisa nella sua lettera a Repubblica.

A smuovere le acque ci ha pensato la solita ansiogena girandola delle nomine Rai, che vede la Palombelli in lizza per il Tg3. Tutto merito delle lotte interne al Pd. Lo spostamento di Antonio Di Bella alla guida della rete con la promozione di Bianca Berlinguer a numero uno del tg è osteggiata infatti dai sostenitori dell’attuale direttore di Rai Tre Paolo Ruffini. Impasse che consentirebbe agli ex margheritini di avanzare anche la candidatura della moglie di Francesco Rutelli) alla guida del telegiornale.
E qui casca l’asino. E nasce l’accusa di giocare troppo in casa. La Palombelli, dal canto suo, si schermisce coi consueti toni soft: “Sono poco interessata ai pettegolezzi Rai e alle dietrologie. Ma difendo come una tigre, a volte anche con gli avvocati, la mia biografia e la mia storia professionale". Quanto alle indiscrezioni che le vorrebbero affidare il timone della terza rete Rai, nessuna smentita. E, sulla questione politica, sottolinea la diversità di sfumatura ideologica col marito (chi non ricorda la diversa presa di posizione sul referendum sulla fecondazione assistita?):Chi opera nell'informazione e nella politica sa bene che con Francesco siamo ben distinti nelle professioni e negli schieramenti: ero iscritta al Pds, non sono nel Pd, stimo Pierluigi Bersani".
Chissà come finirà. Certo, Rutelli in passato si è battuto duramente contro la censura televisiva. Oggi la Palombelli si batte ancora per un posto al sole, che ormai non è più né all’ultima spiaggia di Capalbio, né tantomeno in Rai, ma alle Isole Eolie, nell’incantevole scenario di Filicudi.

Elena Orlando (
elyorl@tiscali.it)

2 commenti:

Andrea Tricomi ha detto...

Stella Mattutina rilancio anche dal tuo blog una notizia che condivido. Viene da Londra, ma riguarda tutti noi e avverto questo disagio diffuso.

La notizia dell’ultima ora è che la Chiesa cattolica britannica apostrofa la nuova frontiera della comunicazione sociale: posta elettronica, sms e social network sono il nuovo fattore-chiave per spiegare il triste fenomeno dei suicidi tra adolescenti causati dai traumi della perdita di relazioni instabili e di tutte le forme di comunicazione 'incomplete', costruite attorno a comunità virtuali, relazioni transitorie che crollano all’improvviso, lasciando all'altro capo del web un adolescente disperato e solo, talvolta pronto a gesti estremi pur di farsi notare da qualcuno.

Pertanto l’autorevole arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, è contro tutti i mezzi della moderna comunicazione: in particolare i social network che inducono soprattutto i ragazzi a cercare relazioni provvisorie, poco durevoli, dove la quantità degli amici diventa molto più importante della qualità. I ragazzi vengono spronati ad avere più amici possibili, a collezionarli come fossero beni di consumo e non persone. Dietro al virtuale però si cela spesso una persona fragile, in carne e ossa, con un carattere spesso ancora da formare e dei sentimenti che possono venir facilmente feriti.

«L'amicizia non è una merce – sottolinea Nichols – è qualcosa che si conquista con l'impegno». E se capita che quel qualcuno si prende gioco di te, può anche finire malissimo… Di recente una studentessa inglese di 15 anni è morta per una dose fatale di antidolorifici, vittima del bullismo virtuale. Per Nichols il loro uso eccessivo dimostra che la società moderna è incapace di costruire relazioni attraverso la comunicazione interpersonale e delega ogni forma di dialogo alla fredda messaggistica.

Tutto passa per lo schermo di un pc o di un telefonino, non si è più capaci di interpretare il linguaggio del corpo di una persona semplicemente perché quando ci si parla, non ci si vede. Tutto questo rende la società meno umana, priva di vero spessore. E le vittime principali di questo impoverimento sociale sono senza dubbio i giovani.

L’impressione da quanto ho riportato è che la virtualità è il tema dominante per stigmatizzare la falsità imperante nelle relazioni. Bisogna ammettere però che è sempre esistita. È il modo e l’uso che se ne fa che è sbagliato. Se i ragazzi non sanno cosa fare, le loro energie si catapultano in un mondo di fantasie che la tecnologia sostiene. Fantasia, creatività, desiderio, curiosità, voglia di crescere si mescolano in un vortice di sentimenti che attendono risposte. Non hanno nessuno in famiglia disposto a perdere del tempo con loro, perché ognuno è attento egoisticamente ai propri personali bisogni e non sente la necessità di dare consigli ai giovani “ribelli” tecnologici. Sbagliatissimo cari genitori demotivati, siete poco attenti alla vostra missione, dovrebbe redarguire la società.

La fragilità ha bisogno di un confronto con l’esperienza, un supporto pedagogico per capire il perché delle cose, un abbraccio concreto e positivo per spiegare i misteri della vita. È la famiglia che deve aiutare i ragazzi lottando con loro e per loro con tutte le forze. Soprattutto contro quel pessimo progetto dell’omologazione globale che non tiene conto delle differenze, contro i gesti indotti dall’alto dei gruppi di potere che vogliono rincitrullire i giovani e i meno giovani con web e pay-per-view. Uscite all’aria aperta in bici, leggete quello che vi pare, andate al teatro, ascoltate la musica, scrivete poesie. Mandate a quel paese tutto ciò che luccica e cercate la semplicità con pazienza e ottimismo.

Stella mattutina ha detto...

D'accordissimo su tutto. Grazie per il post davvero interessante. L'unico vantaggio dei social network lo riscontro nella capacità di mettere in connessione gente di ogni parte del mondo. E. :-)