mercoledì 1 luglio 2009

E' bella, piaciucchia, ha il suo sex appello

L'anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di sè non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza".

-“Oggi pomeriggio ho letto e riletto questo passo del Fedro di Platone. Vorrei ancora giocare con le bambole. E invece guarda che faccio”.
- “Un’occupazione più piacevole potresti trovartela. Fare un salto in centro, per esempio”.
- “Ah, certo, nuotando nello smog e bruciandomi i piedi sull’asfalto”.
- “Meglio di bruciarsi il cervello con Platone. Io l’ho rimosso dai tempi del liceo e di quel noiosissimo professore di filosofia. Spiegava con la bava alla bocca. Ed era così snob che mi faceva venire la nausea. Che schifo, ora che ci penso, un po’ me lo ricordo ancora”.
- “Ma cosa dici? Da tempo giro in bicicletta alla disperata ricerca della Bellezza, che non trovo. Ma non per questo ho intenzione di arrendermi".
- “Eh....... Non ti sembra di essere un po’ esagerata?".
- “Esagerata? Ma ti rendi conto dove viviamo?"
- “Credo in un mondo ancora più noioso e prevedibile del mio professore di filosofia. Mi sembra di essere la comparsa di un film in bianco e nero del tutto privo di colpi di scena, in cui il finale è sempre lo stesso".
- Appunto. Sguardi alienati, persi in un indefinibile vuoto, vite affogate nell’opacità del grigiore, laddove non splende mai la luce accecante dell’energia che ognuno dovrebbe avere dentro”.
- “E in tutto questo, della Bellezza neanche l'ombra".
- “Ovvio. Anziché fermarsi ad ammirare La Pietà di Michelangelo o un quadro di Van Dyck, guardare un tramonto, respirare il vento, farsi attraversare dal calore del sole o dalla freschezza dell'acqua, ci si trascina lenti e pesanti come massi. Non si vola più alto come aquile, ma si striscia nel fango come bisce ".
- “Oddio che ansia! Con questa visione così catastrofica, quasi quasi mi barrico in casa e non metto più la testa fuori”.
- “Ti prego, non dire sciocchezze. Errore imperdonabile. Vivresti solo a metà. Noi viviamo solo per scoprire nuova bellezza. Tutto il resto è una forma d’attesa. E’ per questo che non ho intenzione di arrendermi e continuerò a pedalare con la mia bicicletta, finché non l'avrò trovata”.
- "Ma guarda che la Bellezza c'è. Non se n'è mai andata. Siamo noi che non riusciamo più a vederla".
Le lancette dell’orologio segnavano le otto di sera. La tv del soggiorno proiettava la scena de “I cento passi” di Marco Tullio Giordana in cui Luigi Lo Cascio, a un certo punto, dice : “Bisognerebbe ricordare alla gente che Grassettocos’è la Bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla”. In camera da letto, la luce filtrata dalle tende di velluto colorava appena di azzurro il lato destro del comò di ciliegio scuro, dove da un paio di giorni qualcuno aveva lasciato la “Storia della bellezza” di Georges Vigarello, il prossimo libro da leggere.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

4 commenti:

Andrea Tricomi ha detto...

A proposito di anime. Fino al 31 luglio nella Biblioteca del Senato c'è una splendida proposta culturale: "Dalla piuma alla penna": mostra sul giornalismo femminile dal 1804 al 1943"!!!!
È stata inaugurata l’11 giugno 2009, nella Sala degli Atti Parlamentari. La storia di 5 storiche testate – direi elitarie - dell’immensa preziosissima collezione della Biblioteca del Senato: Corriere delle Dame (1804-1874); La Donna Italiana (1848); Il Circolo delle Donne italiane (1848); Regina (1904-1924); La Donna Italiana (1924-1943). Ci sono riproduzioni di articoli e foto che danno l’idea di una storia dell'editoria al femminile fatta da donne (o almeno così sembra) e per le donne. Non mancano ‘antiquati’ consigli di comportamento, rubriche di moda 'superchic', i primi ardori dell'emancipazione (???), le prime rubriche politiche (!), una sorta di eredità da tramandare, valutare, criticare.
Perché non proponi una tua particolare e speciale riflessione su questa bella iniziativa dopo una visitina? Magari con una bella foto!!!
Clicca qui per vedere la bella 'brochure' preparata dal Senato.
Come sempre, grazie dell’ospitalità nel tuo blog intellettuale, mai scontato, interessante e... divertente.

Andrea Tricomi ha detto...

HO VISTO CHE DA QUALCHE GIORNO SI E' 'MODIFICATA' UNA VOCE DELLA SCHEDA PERSONALE DI STELLA EMME.

AUGURONI LETTERARI STRAMPALATI RITARDATI MACABRI… BLOB DA RIDERE

Ventotto! Ci pensa? I diritti di una donna di ventotto anni!
(Non identificato, Il Dramma, v. 30, 1955, p.15)

- Ma siete sempre un fiore di ragazza. - Ce ne sono a dozzine, che a ventotto anni non hanno ancora marito, e lo trovano dopo. Lo troverete anche voi.
(Maria Antoinetta (Torriani) Torelli-Viollier, In risaia, 1890, p.105)

- Capisco che arrivata a ventotto anni hai paura di rimanere nubile. - Veramente le tue amiche non dicono nubile, dicono zitella.
(Miriam Mafai, Pane nero: donne e vita quotidiana nella Seconda guerra mondiale, 1987, p.30)

A ventotto anni Caterina de' Medici divenne regina di Francia: a quaranta era vedova
(Alfred von Reumont, La gioventù di Caterina de' Medici, 1858, p.145)

Nei suoi ventotto anni in questo mondo, Paula aveva raggiunto una maturità che altri non toccano mai, aveva compreso quanto sia effimera l'esistenza e si era liberata di quasi tutte le cose materiali, più preoccupata per le inquietudini dell'anima. Nella tomba scenderemo avvolte in un lenzuolo, perché ti affanni tanto? mi disse una volta in un negozio, quando volevo comprarle tre camicie. Aveva lanciato fuori bordo anche le ultime zavorre della vanità, non voleva ornamenti, niente di inutile o superfluo; nella sua mente chiara c'era spazio e pazienza solo per l'essenziale. Vado cercando Dio e non lo trovo, mi disse...
(Isabel Allende, Paula, 1994, p.206)

La verità è che, a ventotto anni, un uomo non può più abitare nella casa del padre e della madre, senza diventare buffo.
(Vitaliano Brancati, Gli anni perduti, ediz. 1973, p.15)



AUMENTANO BUFFI E BUFFE NEL MONDO!!!!!!!

Stella mattutina ha detto...

Fantastico. Grazie di cuore! Io infatti ho seguito il consiglio di Brancati. Alla lettera! :-) E.

lucabagatin.ilcannocchiale.it ha detto...

Evidentemente Brancati non aveva una madre anziana e/o, se l'aveva, non se ne curava punto.
E a capo.