sabato 25 ottobre 2008

Caro Walter, a volte i conti non tornano

Il leader del Pd deve avere qualche problemino con le cifre. Se infatti due più due fa quattro, un operaio che, secondo Veltroni, guadagnerebbe oggi in Italia qualcosa come 25 mila euro l’anno, ovvero più di 2000 euro al mese, ha tutte le ragioni per stare sull’orlo di una crisi di nervi. Magari, si potrebbe dire. Se così fosse, gli operai, di questi tempi, potrebbero quantomeno dormire con un occhio.

Il bello è che il segretario del Partito democratico ne è sicuro, e lo grida a gran voce davanti alla platea di elettori ma soprattutto di simpatizzanti e curiosi arrivati a Roma da tutta Italia, che hanno deciso di trascorrere un sabato pomeriggio a sventolare bandiere al Circo Massimo.

Peccato però che Veltroni abbia trascurato un particolare a dir poco fondamentale: quelle cifre non esistono se non nel suo immaginario, visto che un operaio nel nostro Paese guadagna meno della metà di quella cifra. Ma non colpevolizziamolo più di tanto. Il poveretto come fa a sapere come stanno davvero le cose. Lui l’operaio non solo non l’ha mai fatto, ma non ci ha mai neppure pensato. Lui nella vita si occupa di tutt’altro. Fa l’opposizione. Che a conti fatti significa cercare ogni occasione buona per vomitare il suo disprezzo contro Berlusconi, la sua ricchezza, le sue tv. “Sapete come vuole educarci il nostro premier? Con la televisione!”, dice. E immediatamente scatta l’applauso.

Però non sfugge, sul palco retrostante, proprio alle spalle di Veltroni, l’espressione compunta e trattenuta di Massimo D’Alema, in prima fila insieme all’intero quartier generale dei democratici (Melandri, Rutelli, Franceschini e perfino l’orfano i Prodi, Sircana). D’Alema, chissà perché, ogni tanto abbassa gli occhi e china il volto. Come quando a un certo punto Veltroni sferra duri attacchi al premier e insiste sulla necessità che alcune banche si distacchino dalla politica.

Berlusconi despota, Berlusconi reazionario, Berlusconi pericolosamente filo-fascista. “Ma noi siamo un Paese molto meglio di chi lo governa. Lo ripete fino allo sfinimento, il leader del Pd. E non dimentichiamoci - aggiunge - che siamo all’opposizione pro tempore”, scandisce dal pulpito col suo volto serafico e rassicurante.

Prima di lui, su quello stesso pulpito era appena salito Rosario Crocetta, il sindaco di Gela, temerario nella sua lotta alla criminalità. Viva Falcone, viva Borsellino, Saviano siamo tutti con te. Si esulta, si applaude, si incita. L’atmosfera è calda, il clima da stadio. Tutt’intorno si sventolano le bandiere. Ma dei palloncini colorati non c’è traccia. E stavolta nemmeno del tormentone nevrotico e ormai superato del conflitto di interessi, che sembra essere sparito una volta per tutte dalla vulgata piddina.

Sono le sei del pomeriggio. Come si dice a Roma, s’è fatta na certa. E come se non bastasse ognuno deve organizzarsi la serata (è sabato!) e nel cielo a nord s’intravedono nuvoloni grigi e minacciosi. Il corteo finisce tra le graffianti note di “People have the power” di Patty Smith. Ormai nessuno se la sente di rispolverare l’antiquata "Canzone popolare" di Ivano Fossati.

Evviva, il dissenso è stato canalizzato. Il corteo di manifestanti defluisce lentamente. I veltroniani e i dalemiani sono stati contati. C’è chi dice due milioni, c’è chi dice 200 mila. Ma del resto, come si diceva all’inizio, il Pd non sa fare tanto bene i conti. E, mentre si cammina in fila indiana, con le bandiere in mano e gli striscioni avvolti sulle spalle, qualcuno più realista commenta: “Speriamo bene. Noi abbiamo dato un bel segnale. Adesso tocca a loro, ai dirigenti, mettersi all’opera. Speriamo che non facciano come al solito, cioè che se ne fregano”. Chi vivrà, vedrà.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Veltroni nel suo discorso citava le cifre e l'esempio riportati dall'Associazione Nazionale Famiglie Numerose in un comunicato stampa di qualche giorno addietro (Comunicato Stampa). Presumo che le cifre si riferiscano al reddito lordo e che la denuncia dell'ANFN, riportata da Veltroni, sia legata a quanto comunicato dal ministro Giovanardi in Comissione Affari sociali e cioè che: «In base a quanto previsto dall'attuale testo della legge finanziaria per il 2009, gli stanziamenti destinati al finanziamento del Fondo per le politiche della famiglia, comprensivi dei tagli già definiti dal decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, ammontano a 186.571 milioni di euro, a fronte dei 273.131 milioni di euro disponibili nel 2008. Tale contrazione delle risorse sconta tuttavia la necessità della copertura finanziaria di determinati interventi effettuati sin dai primi mesi di Governo, tra i quali alcuni aventi ricadute per le famiglie (ICI, Piano Casa, eccetera). Ciò comporterà una riduzione del 32 per cento delle risorse utilizzabili a sostegno degli interventi a favore della famiglia».

Stella mattutina ha detto...

Insomma, come dire, non stiamo messi poi così bene. E non basta dire che al fondo non c'è mai fine. Domanda: secondo lei/te, "dopo il buio viene sempre la luce", tanto per citare ancora una volta il segretario del Pd? E.

Anonimo ha detto...

Veltroni finge di non ricordare che prima del Berlusconi Quater c'era Romano Prodi....a Voltroni e sodali non estraneo.

PS: dopo tutte queste lusinghe (gratuite) al Cavaliere, che dici, mi daranno il posto di Capezzone o di Denis Verdini ?
;-)

Stella mattutina ha detto...

Quel posto te lo meriteresti, direi... :) E.

Anonimo ha detto...

Come danari direi di sì.
Per il resto....sarei un pessimo portavoce.
Tranne che di me medesimo ! ;-)