venerdì 4 settembre 2009

"Europeana" è ancora troppo magra

Vi ricordate Alessandria la grande? E la sua Biblioteca fondata dalla dinastia greco-egizia dei Tolomei, coi suoi milioni di volumi? Ora fate un acrobatico salto in avanti e spostatevi nel III millennio. Cioè dai massicci scaffali dei sacri volumi del culto del sapere ellenistico alla cultura digitalizzata dei nostri tempi. Vi accorgerete di essere entrati a “Europeana”, che non è un centro commerciale, ma l’erede digitale della perla alessandrina. Che però, lanciata dall’Unione europea, a un anno di vita, avverte già una significativa e preoccupante battuta d’arresto e disattende le promesse. Altro che quadri, foto, spartiti musicali, libri antichi e moderni, tutti gratis e a portata di clic. Al momento, “Europeana” appare come un semideserto, visto che al momento ha raccolto solo un 5 per cento di tutti i libri digitalizzati nei 27 paesi dell’Unione europea. Praticamente la metà esatta delle opere del continente che si sperava di raccogliere.

Di chi è la colpa? Delle istituzioni culturali dei singoli Paesi, spaventate di disfare il proprio bagaglio culturale e dalle norme sui diritti d’autore? Per ora solo i francesi si sono concessi senza risparmio e hanno fornito quasi la metà delle opere finora raccolte. L’Italia è stata avara persino sulla “Divina Commedia”. L’unico testo sulla Commedia consultabile in italiano è un commento di Charles S. Singleton, offerto dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze. E poi, I Promessi Sposi: arrivano sempre dall’Italia, ma solo in forma di cartoline d’epoca e di film. Nessun testo.
La madrina di “Europeana”, Viviane Reading, commissaria europea per la società dell’informazione e i media, parla di “situazione preoccupante”. E non ha tutti i torti. Bisognerebbe capire che il sapere non ha confini, ma è di tutti e a servizio di tutti. Cari Paesi dell’Ue, fatevi sotto.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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