lunedì 28 settembre 2009

Quel muro del lago di Como...

“… che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti” […] adesso sarà soltanto un lontano ricordo. Per carità, strumentalizzare Alessandro Manzoni e l’incipit magico dei suoi “Promessi Sposi” non si vuole e non si puote. Specie per un caso di ordinaria deturpazione paesaggistica. Eppure… stavolta ci sta. Perché la notizia arriva proprio da Como. E perché molto presto il cosiddetto “muro della discordia” diverrà un’immagine letteraria che con la realtà non ha niente a che fare.

Ma partiamo dal primo capitolo di questa storia. Per difendersi dalle esondazioni ci vuole un muro. Sarebbe dovuto essere costruito proprio sul lungolago. Sarebbe stato alto 25 centimetri, per poi degradare nell'acqua. Si trattava però di una variante al progetto originale, compiuta in corso d'opera e priva di apparenti giustificazioni. In un primo momento, infatti, il progetto prevedeva la costruzione di un sistema di paratie mobili. Il sistema anti-esondazione, in costruzione da due anni, ha un costo di 15 milioni di euro ed è finanziato dalla Legge Valtellina in quanto rientra tra le opere giudicate necessarie dopo l'alluvione del 1987. Ebbene, dopo le sonore proteste della popolazione, oltre a quelle della Lega Nord e di alcuni esponenti della maggioranza, il sindaco di Como, Stefano Bruni, ha fatto sapere che il muro costruito sul lungolago verrà abbattuto e sostituito da paratie mobili. Si ritorna dunque al progetto originario. E per fortuna anche al buonsenso paesaggistico.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

Nessun commento: