Non ho mai capito quelle che si ostinano a ripetere: “Non ho tempo per l’amore, penso alla carriera” o, peggio, “ciò che conta per me adesso è solo la carriera. L’amore può attendere”.
Mi sembra una presa in giro da paura. Una spudorata fandonia per mascherare la propria sfiga o un’ambizione talmente sfrenata da mettere in secondo piano tutto ciò per cui valga davvero la pena vivere oppure, nei casi più disperati, una scottatura che brucia ancora.
Ma chi l'ha detto che carriera e amore vanno necessariamente in conflitto? Tra una carriera non proprio penosa e una vita privata appagante si potrebbe eccome tentare, con una buona dose di sano impegno, una conciliazione armonica.
Mi sembra una presa in giro da paura. Una spudorata fandonia per mascherare la propria sfiga o un’ambizione talmente sfrenata da mettere in secondo piano tutto ciò per cui valga davvero la pena vivere oppure, nei casi più disperati, una scottatura che brucia ancora.
Ma chi l'ha detto che carriera e amore vanno necessariamente in conflitto? Tra una carriera non proprio penosa e una vita privata appagante si potrebbe eccome tentare, con una buona dose di sano impegno, una conciliazione armonica.
Eppure spesso i conti non tornano. Chiamatela “singletudine”, chiamatela “sindrome da donna manager”, sta di fatto che le donne, chissà perché, amano sempre di più sottolinearlo quasi a ogni occasione: io al momento penso a me stessa, alla mia personale realizzazione, al successo. E di lui? Me ne frego. E lo lascio lì, in una forzata penombra, relegato in un angolo ad aspettare (sempre che possieda la santa virtù della pazienza) .
L’ultima della serie è Michela Quattrociocche, la prediletta di Federico Moccia, che rifiuta senza se e senza ma di accompagnare la sua dolce metà, il calciatore Alberto Aquilani, a Liverpool, dove giocherà agli ordini di Rafa Benitez. Perché? Michela ha preferito volare a Los Angeles, ovvio, dove Neri Parenti ha appena iniziato a girare il suo cinepanettone, “Natale a Beverly Hills", prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis, in uscita il 18 dicembre.
Ma l’amore non era quell'apostrofo rosa che, quando bussa alla porta, lo fa senza chiedere permesso? Così come se a una storia metti il freno a mano tirato, che storia diventa? Il rischio c'è. Di diventare una donna davvero in carriera, sì certo, ma pur sempre tristemente single…
Ma l’amore non era quell'apostrofo rosa che, quando bussa alla porta, lo fa senza chiedere permesso? Così come se a una storia metti il freno a mano tirato, che storia diventa? Il rischio c'è. Di diventare una donna davvero in carriera, sì certo, ma pur sempre tristemente single…
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
Nessun commento:
Posta un commento