Pensavate che al massimo l’ossimoro potesse essere soltanto una lucida follia? Un felice errore?
Beh, vi sbagliavate. Perché DDM, al secolo David Di Michele, ex granata a corrente alternata di gloria, appena prestato al West Ham, formazione della Premiere League, è quello che si potrebbe definire, fuor di metafora, un vero e proprio ossimoro calcistico. Insomma, un ossimoro calcistico in carne e ossa. O meglio l’incarnazione di un re senza scettro, né corona.
Tocco vellutato, agile e perfido all’attacco, freddo e spietato nell’azione e nella rincorsa, ma col freno a mano tirato quando si spengono i riflettori sul campo. In poche parole, scalpitante, e sempre pronto a sferrare calci, stavolta in senso letterale e in piena metafora. Un fulmine dentro e fuori dal gioco. Ma con un cielo che annuncia tempesta. Quella stessa tempesta che il destino, suo malgrado, gli ha assegnato fin dal primo cross nelle giovanili della Lodigiani, in serie C1 e che lo ha accompagnato per tutta la sua avventura granata. Fino alla partenza.
Una partenza senza lacrime e nessuna moviola, dunque, soprattutto per chi resta. Perché, a detta di molti, DDM era davvero incontenibile come un fiume in piena, eppure incapace di far tremare le vene ai polsi fino in fondo a chi non gli aveva passato la palla al momento giusto. Incapace di farlo, perché incapace di avere al suo fianco stretti collaboratori pronti a proteggerlo all’occorrenza, della stregua di Pat Sala o Big Jim Ferri con gli Zaccarelli o i Dossena di turno.
Chi viene e chi va. E’ l’umana commedia, ma anche una delle regole base del calciomercato. E per un Di Michele che se ne va ed esce di scena con la coda tra le gambe, come una tigre ferita in attesa di rianimarsi, c'è qualche altro pronto a prendere il suo posto e a farlo precipitare nelle oscure stanze dell’oblio. Chi lo ricorderà? Chi sarà a celebrarlo? Tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile. E la vita continua. E quella del Toro, anche. E riguardo a Di Michele, resterà solo un lontano ricordo dai contorni sfumati, e dal retrogusto un po' amaro. Alle sue spalle, tanti sospiri di sollievo, poche lacrime e un’infinità di chiaroscuri, luci e ombre, ambiguità e misteri.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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