E allora molto meglio volare e far volare ad alta quota idee, progetti di vita, aspirazioni e passioni. Ecco perché i piccoli sognatori di Librino non ci hanno pensato due volte e sono subito passati all’azione. Proprio lì, nell’ampio cortile della loro scuola, un istituto nuovo, di dimensioni ciclopiche, nel cui perimetro c’è perfino una piscina piena d’acqua.
Così, in fila per due (o quasi), accompagnati dalle maestre che di tanto in tanto sussurravano di fare meno chiasso, hanno assaporato l’ebbrezza di lanciare in volo gli aquiloni del trio Claudio Capelli, Anna Rubin e Robert Trepanier, aquilonisti per professione e “angeli custodi” dell’impresa. Tutto si è svolto nello spazio compreso tra le due colline della scuola.
“Questo è solo l’inizio”, annuncia il dirigente scolastico Lino Secchi: “La prossima primavera, ci sarà il festival degli aquiloni. Un’iniziativa che permetterà ai nostri ragazzi di imparare a costruire gli aquiloni da soli, nei nostri laboratori tecnici”. La “Campanella-Sturzo” va a nozze con l’arte, dunque. Anzi, con “Fiumara d’Arte”, l’associazione presieduta da Antonio Presti, che con questo progetto s’impegna a legare la periferia, “isolata per la mancanza di una crescita parallela col resto della città”, dice Presti, al centro metropolitano, attraverso la riconquista degli spazi da parte di chi in periferia è nato e ci vive quotidianamente.
Colori e forme giocano d’anticipo sul suono stridulo della campanella, puntuale a segnare il trascorrere delle ore scolastiche, e finiscono per esplodere in forma di eteree amebe, caleidoscopi cromatici, volti severi di guerrieri d’Oriente. Tra gli aquiloni, vere e proprie opere d’arte che si alzano in volo, c’è perfino la spirale di un angelo che fa pendant con le nuvole. Tutte forme trascendentali, com’è trascendentale la bellezza, già celebrata attraverso le formelle che rivestiranno l’asse attrezzato di Librino e che gli studenti, col contributo del prof. Rosario Genovese, direttore artistico del progetto e docente di Decorazione all’accademia di Belle Arti, stanno già cuocendo negli appositi forni della scuola.
Chissà se, nella costruzione degli aquiloni, si tornerà alla colla di farina, ingrediente casereccio molto gettonato da chi ha qualche anno in più. “Il mio aquilone sarà a forma di cuore”, rivela Noemi. “Io invece lo costruirò a forma di pipistrello”, suggerisce Gabriele. “Io ne ho già costruito uno insieme a mio padre. Aveva i colori dell’arcobaleno, ma ho srotolato talmente tanto il filo che alla fine è andato troppo in alto e l’ho perso”, racconta Lusiana mentre addenta in fretta l’ultimo quarto di merendina al cioccolato, poco prima di prepararsi alla prova.
Tutti pronti, per la fantasia è arrivato il momento del decollo. Dettaglio anch’esso non trascurabile e parte integrante di un destino: quello dell’aquilone etico dei bambini di Librino. Anche questo vuol dire volare alto.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it), pubblicato su "La Sicilia" del 24/09/2008
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