D’Alema esce allo scoperto, dopo quasi un anno di navigazione al largo. L’eminenza grigia del Pd, mente sublime del partito, unico e solo punto di riferimento di una sinistra allo sbando, che sta cercando in tutti i modi di rimontare la china, lancia ai suoi qualche prezioso dictat e fa il punto della situazione.
Al Democratic Party di Roma, alle Terme di Caracalla, in una calda serata di luglio, sospirando le solite amate vacanze in barca a Gallipoli e dintorni. Un D’Alema seriamente preoccupato per le orribili sorti progressive del nostro Paese, per l’autolesionismo imperante dei suoi che ancora non hanno capito che o ci si unisce tutti oppure è finita.
«Possibile che io debba essere insultato dal mio partito? Possibile che io che ho fatto il ministro degli Esteri, e ad agosto ero a lavorare per la pace in Libano anziché andare alle Maldive, debba subire questo? E’ ragionevole?». A D’Alema si concede tutto, perfino qualche sfogo.
Al Democratic Party di Roma, alle Terme di Caracalla, in una calda serata di luglio, sospirando le solite amate vacanze in barca a Gallipoli e dintorni. Un D’Alema seriamente preoccupato per le orribili sorti progressive del nostro Paese, per l’autolesionismo imperante dei suoi che ancora non hanno capito che o ci si unisce tutti oppure è finita.
«Possibile che io debba essere insultato dal mio partito? Possibile che io che ho fatto il ministro degli Esteri, e ad agosto ero a lavorare per la pace in Libano anziché andare alle Maldive, debba subire questo? E’ ragionevole?». A D’Alema si concede tutto, perfino qualche sfogo.
Né Robespierre, né Masaniello. La rivoluzione proletaria non è mai stata il suo forte. Ma progettare la linea politica e le strategie di combattimento, sì. D’Alema come Carlo Martello, determinante maggiordomo di palazzo, con tanto di mazza. Straordinariamente esigente, incontentabile, irraggiungibile. E meno male. Perché a capo del Pd mica ci vuole un Franceschini o un Marino. Personalità deboli, fin troppo per celebrare una resurrezione.
Ma mica tira fuori un altro nome? D’Alema le carte le scopre poco alla volta. Magari al prossimo giro. Certo, mica giusto - spiega - che siano gli elettori, con le primarie, a scegliere il nuovo capo? Semmai, le liste al Parlamento. Che ne sa la gente di chi è più adatto a reggere il timone di una nave che non può più permettersi di perdere di nuovo la bussola?
Ma mica tira fuori un altro nome? D’Alema le carte le scopre poco alla volta. Magari al prossimo giro. Certo, mica giusto - spiega - che siano gli elettori, con le primarie, a scegliere il nuovo capo? Semmai, le liste al Parlamento. Che ne sa la gente di chi è più adatto a reggere il timone di una nave che non può più permettersi di perdere di nuovo la bussola?
Piddini di lungo corso e dell'ultima ora, vi prego, dategli retta! E allora, a D’Alema la laica preghiera di ridare un'anima al pupazzo di gomma sonnacchioso e scoordinato del Pd. E di restituire alla sinistra italiana una volta per tutte quella fisionomia socialista riformista e democratica che i successori di Bettino Craxi non sono più riusciti a darle. Lei può.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it )
9 commenti:
Per pochi politici riesco a provare sincero disgusto come per D'Alema.
E' l'emblema del freddo calcolo politico di togliattiana (e quindi staliniana) memoria.
Nessuna passione: solo calcolo.
Mai lavorato in vita sua, poi. Vive da una vita di riflesso e...di calcolo, appunto.
Scalzò il povero (per quanto assai poco capace) Prodi quando gli convenne e mise in piedi un governo con TUTTI DENTRO. Fu il casino delle illibertà: con il caso Ochalan e persino una politica estera divisa fra atlantismo ed antiatlantismo.
Fu poi uno di quelli che pugnalò Bettino per poi riabilitarlo il un suo libro sul "paese normale".
L'Italia un Paese normale non lo è stato e non lo sarà mai sin tanto che la cultura cattocomunista peserà ancora così tanto.
E dunque il Pd ed il suo schieramento si rendano conto che non sono legittimati a governare in una democrazia occidentale compiuta.
Ignazio Marino è il III Candidato e D'Alema sfida Walter ( c'è qualcosa che non torna ?)...
Rutelli sta con Franceschini. Bersani quale antagonista dell'on. Franceschini. Molti sono in attesa del programma di Marino.
Subito dai blog militanti sono partite le scommesse con il titolo: "E tu, con chi..."
L'estate sarà lunga. Avanti il prossimo...
"L'atteggiamento è tuttavia quello che generalmente ci ostiniamo ad avere, cercando di scartare (il più delle volte incosapevolmente) quanto ci ostacola, quanto non ci interessa, quanto ci lascia indifferenti, invece di trascendere le cose proiettandoci verso il "nulla", verso lo spazio libero ed imprevedibile, quello non solo strumentale dal quale esse vengono verso di noi" (Jean Soldini, Il riposo dell'amato, Jaca Book, 2005, p.162).
Cara Elena,
ma lei "tu" dove pensi che fosse il leader "massimo" quando wolter pronunciava quella che io ritengo la più grande disgrazia mai capitata alla sinistra italiana,il ben noto:noi correremo da soli? Ma e mai possibile che uno come Massimo D'Alema non sia saltato su all'epoca per chiedere al caro wolter se si era bevuto il cervello? Ma per quale ragione nessuno si ricorda mai come fosse messo Berlusconi prima di quella fatidica frase? Ora sento dire possibile che che non capiscano che se la sinistra non si unisce e finita.Ma dove cavolo era il baffo nazionale quando prendevano ha "puassons in sur visage" a pesci in faccia, tutti quelli che gli dicevano che stavano gettando il pargolo con l'acqua sporca? Ora con la mossa del cavallo tenta di rimediare,come mettere un cataplasma su una ferita in cancrena.Auguri piero1.
Ma secondo voi alla fine dell'estate si metteranno d'accordo? Vabbè che i miracoli li fa solo Berlusconi. Però anche il Pd, volendo, potrebbe provarci... :-) E.
Veramente il III candidato è Adinolfi. Marino è il IV.
Ne proporrei un quinto: Silvio Berlusconi.
L'unico modo che avrebbero per avere un Pd vincente.
PS: parafrasando Elena: ma secondo voi alla fine dell'estate quelli del Pd si leveranno dalle scatole ?
Hai intenzione di telefonargli Luca, per suggerire l'opzione Berlusconi per il PD?
OLTRE alle 4 candidature annunciate, quelle ammesse all’elezione del Segretario Nazionale e dei Segretari Regionali scelte in base ai voti dei delegati eletti dai circoli da portare alla Convezione Nazionale del l’11 ottobre, ce ne saranno altre.
Ma ripeto..Luca... AVANTI IL PROSSIMO!!! Ti 'piace' Giuseppe (Pippo) Civati, detto il 'lingottino', consigliere regionale del PD lombardia, monzese, classe 1975, laureato in Filosofia.... Ha un blog interessante (clicca http://civati.splinder.com) e qui c'è il suo video
AVANTI IL PROSSIMO!!! AVANTI IL PROSSIMO!!! AVANTI IL PROSSIMO!!!
No, l'ho proposto ad Adinolfi, uno dei candidati (vero !).
Ovviamente era palesemente provocatorio, visto e considerato che ABORRISCO il Pd ed i suoi alleati e non mi sentirei mai di dare consigli alla cloaca massima del partitismo nostrano.
Caro Piero1, penso anch'io che la sinistra si sia giocata un bel po' di occasioni per la sua dannata vocazione secessionista. E' un file rouge nella sua storia recente e passata. Ma ora guardiamo al futuro, no? Chissà che non si riesca a tirar fuori qualcosa di meglio. Bersani potrebbe essere l'uomo giusto per far quadrare il cerchio, per esempio. Non pensi? E.
A Luca e a Stella Ely...
Vi propongo una raccolta di definizioni sulla Sinistra in Italia.
Perché la Sinistra italiana è stata dominata dalla correnti rivoluzionarie? perché le tendenze riformistiche sono risultate pressoché sempre minoritarie? perché una Sinistra orientata verso la rivoluzione non ha mai fatto alcuna rivoluzione?
La sinistra italiana è sempre stata neutralizzata dal suo rivoluzionarismo verbale, vale a dire «da un massimalismo ideologico che si sposava con un minimalismo pratico».
La cultura della Sinistra maggioritaria è stata caratterizzata «da un tenace antistatalismo che alimentava un'ideologia massimalista "passiva"».
- imprigionata in una nuova rivoluzione passiva di cui non conosce bene le coordinate
- paralizzata dalla mancata comprensione di realtà più semplici di quelle che formano oggetto di discussione ed analisi
- condizionata da una forma di 'finalismo'
- una famiglia dove nessuno parla la stessa lingua
- "preparata" sui temi istituzionali, "impreparata" su quelli sociali
- anomala, si riduce o a storia dei partiti tradizionali, comunista e socialista, o di gruppi, partitini, individualità
La sinistra è come i mobili Ikea: devi costruirtela da solo, ma senza le istruzioni; come il cane di Pavlov: ha il riflesso condizionato d'insultare.
La sinistra è come il cucchiaio di Matrix: non esiste, però si piega
La sinistra è come la balenottera Colin che insegue uno yacht pensando che sia la madre. Alla fine non resterà altra soluzione che l'eutanasia
La sinistra è come l'Araba Fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove stia nessun lo sa.
La sinistra è come quella pensata da Moretti: si ferma a dire qualcosa che sia di sinistra. Ma non ha sostanza, non ha anima, non ha un progetto, un cuore, un'espressione reale.
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