
Vittoria consumata in fretta, senza troppi giri di parole, con l’approvazione di Marco Mengoni, del trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici e, naturalmente, di Antonella Clerici, contenuta nella sua flemma, nel suo chignon e nel suo abito nero, in un Festival totalmente in mano al televoto. Un televoto che sa di bruciato. Non si sa quando è stato aperto, ma soprattutto quando è stato chiuso, visto che sono mancati del tutto sul palco gli annunci ufficiali di apertura e chiusura da parte della conduttrice. Un Festival che ha mandato forse definitivamente in cassa integrazione la giuria demoscopica, sempre più una cariatide sfilacciata nei meandri dell’Ariston, senza alcuna voce in capitolo. Questa è stata la novità assoluta della sessantesima edizione del Festival. Ormai comandano loro, i telespettatori da casa, quelli senza nome e senza volto che votano digitando il codice con le dita. Chi saranno stati? Giovani, anziani, bambini? Fan, amici, parenti, conoscenti o sinistre compravendite? Poco importa. Ciò che conta è che hanno riammesso il loro idolo in gara dopo l’espulsione. E non solo. Regalandogli una tempesta di voti, alla fine ne hanno decretato la vittoria. Ecco. Al Festival di Sanremo ormai è cambiato davvero tutto.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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