La vigilia del voto di fiducia sul ddl sicurezza per maggioranza e opposizione non è la sera del dì di festa di leopardiana memoria. Nel senso che l’atteso voto su un provvedimento che stringe la morsa sui clandestini, dal crepuscolo di ieri la polemica l’ha infiammata davvero. A gettare altra acqua sul fuoco ci pensa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, arrivando a Sharm el Sheikh, dove partecipa al vertice italo-egiziano con il presidente Hosni Mubarak, si affretta a sottolineare che sui barconi che portano immigrati clandestini verso l'Italia «praticamente non ci sono persone che hanno diritto d'asilo», al di là di alcuni "casi eccezionalissimi". Ma c’è di più. I barconi di immigrati che salpano verso l'Italia «non sono fatti occasionali ma il frutto di una organizzazione criminale»: a bordo vi sono persone che vengono «reclutate in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali».
E sulle recenti perplessità xenofile sollevate dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che si era schierato contro il voto di fiducia al ddl sicurezza insieme al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti, ma ha voluto ancora una volta marcare la differenza con una sinistra che, secondo lui, "vuole che le porte del nostro Paese siano spalancate a tutti, quindi anche ai clandestini". "Noi invece - ha detto il premier - riteniamo che le porte debbano essere chiuse o socchiuse soltanto per chi viene in Italia per lavorare e integrarsi".
Fini, in visita ad Algeri, aveva posto l’accento sulle dovute distinzioni tra immigrati senza requisiti e coloro che invece li hanno per chiedere asilo politico all'Italia.
Sull’argomento l’opposizione sferra un pugno, indossando però guanti di velluto. «I barconi pieni di disperati sono stati trasformati in uno spot elettorale per le prossime elezioni, come se fossero un manifesto per raccogliere voti e questa è la cosa più immorale» è stato il commento del segretario del Pd, Dario Franceschini, «Sui respingimenti – ha poi aggiunto - vanno rispettate le norme internazionali, oltre che il buon senso . Non lo diciamo solo noi faziosi dell'opposizione, ma anche il Consiglio d'Europa, le Nazioni Unite, i vescovi italiani. Si tratta di rispettare la dignità dell'uomo e le leggi italiane e internazionali». Insomma, Caronte va in pensione. E, almeno per il momento, eviterà di traghettare le anime “barbare” verso la decantata fortuna del bel Paese e dei suoi orchestrali.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
martedì 12 maggio 2009
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