Più che uno specchio d’acqua, un mare di rifiuti. Ma per fortuna ogni stato adotta un suo sistema, dallo stop categorico alle cannucce per bibite lungo le coste all’energia prodotta dal recupero delle reti di plastica. L’Unep (il Programma ambiente delle Nazioni Unite) ha presentato ufficialmente il suo rapporto sui rifiuti in mare. Il report propone un'analisi delle azioni intraprese da governi nazionali, autorità territoriali e industrie per circoscrivere i problemi indotti dallo scarico in mare dei rifiuti, proponendo anche alcune misure ''speciali'' e alcuni casi di successo. Ad esempio negli Stati Uniti locali e ristoranti che esercitano nelle zone costiere hanno l'obbligo di utilizzare solo piatti e bicchieri ''usa e getta'' di carta riciclabile e biodegradabile. Ed è addirittura scoraggiato l'uso delle cannucce per le bibite. E in molte comunità è stato introdotto un premio in denaro per i pescatori che recuperano attrezzature e rifiuti abbandonati in mare, un ''incentivo'' che ha permesso di ripulire i fondali delle Hawaii di quasi 75 tonnellate di rifiuti in due anni. E una partnership di soggetti pubblici e di privati a Honolulu è riuscita a raccogliere e riciclare circa trenta tonnellate di reti di plastica che, convertite in energia, hanno illuminato la città. Il rapporto Unep propone una serie di raccomandazioni rivolte soprattutto alle autorità pubbliche dalla sollecitazione a investire in prodotti e servizi di gestione dei rifiuti, al miglioramento della gestione delle discariche e dell'ambiente, al ricorso sempre più diffuso ai materiali biodegradabili, fino alla promozione di strumenti di mercato: fondi, incentivi e tasse, i più adatti secondo l'Unep per fronteggiare adeguatamente il problema. Ora non resta che drizzare le orecchie e attenersi alle regole. E farsi accarezzare, senza più riserve, dalla spuma di Venere.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
lunedì 18 maggio 2009
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