Non basta vestire un habitus da cinema, né avere il cinema nell’anima per colpire al cuore di un pubblico assuefatto a certe moine da star. Non a caso ora Pedro Almodovar punta tutto sull’esperienza acquisita negli anni. Apparentemente più distaccato, ma molto più attento alla cornice che avvolge il quadro. Un quadro magniloquente e patriottico, quello de “Gli abbracci spezzati”, l’ultima pellicola in concorso al Festival di Cannes, alla maniera dei dipinti del neoclassicista José Aparicio. Applausi, sì, ma con critiche contrastanti per un’opera già uscita in Spagna a metà marzo, che approda nelle sale italiane il 2 ottobre, distribuita dalla Warner Bros. Almodovar sente ora di voler rendere omaggio all'arte del cinema, citando ogni icona: da Audrey Hepbrun a Bunuel, da Antonioni a Hitchcock, quello che ha riportato per la quarta volta la Cruz sotto la sua direzione, dopo l'Oscar per il film di Woody Allen, Vicky Cristina Barcelona.
Lo sceneggiatore cieco Harry Caine (Lluis Homar) si trova a fare i conti con il suo doloroso passato. Prima di essere Harry era il regista Mateo Blanco che durante le riprese della commedia Chicas y maletas si innamora della sua protagonista, Lena (Penelope Cruz), attrice per diletto essendo l'amante mantenuta di Ernesto Maleto (Josè Luiz Gomez), un finanziere più anziano di lei disposto a fare il produttore. La relazione, spiata brutalmente da Ernesto, filmata dalla telecamera del figlio omosessuale di lui, Ernesto jr, e mal sopportata da Judith (Blanca Pontillo), la direttrice di produzione del film, un tempo in coppia con il regista che si rivelerà essere il padre del giovane Diego, evolve drammaticamente. I due amanti si rifugiano a Lanzarote fin quando in un sospetto incidente d'auto lei morirà e lui resterà cieco. Ma il passato riemerge: Harry rimonta il suo film, terminandolo con l'ultimo bacio di Lanzarote e torna ad essere Mateo Blanco.
«Nella storia del protagonista maschile c'è la metafora della Spagna. Alla metà degli anni '70 il mio Paese ha dovuto lasciar perdere il passato per guardare al futuro», ha detto Almodovar riferendosi all'amnistia generale post franchista del '77 . Ma cos’è diventata oggi la Spagna? «Ora, dopo 30 anni, la Spagna è diventata una democrazia adulta e solida e ha potuto fare i conti con il suo passato perché è impossibile rinunciarvi altrimenti quei fantasmi rischiano di corrompere la democrazia. È la legge della memoria storica, in parte però disattesa», ha aggiunto riferendosi alla legge di 4 anni fa che ha tentato di far luce sugli orrori del regime di Franco. Penelope Cruz emerge prepotente dallo sfondo. Segno tangibile che nei film del regista le donne sono sempre più forti, combattive e i maschi deboli. «Forse perché sono stato educato al grande spettacolo della vita da una famiglia diretta da donne forti», rivela. Come quelle che hanno tirato su la generazione degli anni ’50, dopo la guerra. Eccolo svelato, dunque, il fiore del suo segreto.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
mercoledì 20 maggio 2009
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2 commenti:
Facebook sostiene che Penelope Cruz sia la mia donna ideale....
Ho visto "Notte prima degli esami".
Guardando la Capotondi mi sei venuta in mente tu. Non so perché...che strana associazione d'idee....
Mi censurerai anche questa volta ?
Macché. Bentornato! E. :-)
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