sabato 2 maggio 2009

In Kenya si va in bianco

Voi litigate? E noi non ve la diamo! Mica un truculento scambio di battute da bar. Tutto vero e serio. Le donne in Kenya al momento richiudono le gambe. Proprio come nella Lisistrata di Aristofane, una delle sue commedie satiriche più brillanti. In alcuni casi lo sciopero del sesso ci sta. Ad esempio, per fermare la guerra del Peloponneso, che da lungo tempo travagliava l’antica Grecia, certo. Ma anche per far smettere di litigare gli esponenti dei diversi partiti della maggioranza di governo in Kenya.

Oggi come ieri. Stop: niente sesso per una settimana. E’ l’ultimatum lanciato dalle mogli per riportare la pace nell’esecutivo. Le attiviste della coalizione di gruppi femministi Women’s Development Organization (Organizzazione per l’avanzamento delle donne) lo hanno lanciato ai propri uomini noti, in Africa, per non riuscire a fare a meno del sesso per più di due giorni. Sono state invitate a partecipare anche le mogli del presidente Mwai Kibaki e del primo ministro Raila Odiga. E Ida Odiga ha già aderito. Ma c’è di più. Le attiviste hanno sollecitato le prostitute del Paese africano a non essere da meno e a incrociate le braccia.


Lo scopo è nobile: evitare in Kenya il ripetersi delle sanguinose violenze interetniche che nel 2007, poco dopo le contestate elezioni presidenziali, hanno devastato il Paese, provocando 1.500 morti e 300 mila profughi, quando la rivalità tra Kibaki e Odinga era sfociata nel sangue sparso dai sostenitori divisi, oltre che dalla politica, soprattutto dall’appartenenza tribale, scatenando così una semi-guerra civile fermata dall’accordo del 2008 che riconosceva in Kibaki il presidente mentre la guida del governo – una grande coalizione con 41 ministri – andava a Odinga.
Ancora una volta il potere della “f...”emmina si mette a disposizione dell’umanità. Riuscirà o sciopero de’ mugliere a rimettere pace tra gli illustri mariti?

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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