martedì 13 gennaio 2009

Grande Fratello 9, ovvero l'umana commedia dei tipi "socialmente utili"

Prima era affare di Menandro. Poi, il testimone passò nelle mani di Plauto. Le maschere della commedia antica ritornano in scena. Anzi, sul palcoscenico televisivo, quello fatto di luci bianche che ti accecano, di tempi stretti dalle pause pubblicitarie, di belle donne e di paillettes, di copioni da seguire, finti applausi e auditel.

E così è ripartito, tra critiche e dibattiti, il Grande Fratello, il reality di Canale 5 ormai giunto alla sua nona edizione. A condurlo, per la quarta volta ancora Alessia Marcuzzi. Nella casa più spiata, dove tutto è a portata di tutti e le carte sono scoperte, l’unico bluff che resta è la scommessa interiore con se stessi. Peccato che qui non si possa bluffare. Chi riuscirà tra i magnifici quindici a superare indenne i venti dell’odio, dell’invidia, le correnti avverse, la competizione più aspra? Chi riuscirà a tenere testa a una telecamera che ti segue implacabile ogni giorno, in ogni angolo, perfino il più recondito? Ma soprattutto chi riuscirà a non vendersi l’anima per il gioco dell’apparire e per far colpo a tutti i costi sul pubblico?

Sarebbe un prezzo troppo caro, questo. Eppure è il prezzo della celebrità, il pedaggio che si paga per entrare tra color che non si dimenticano e accaparrarsi, in un battito di ciglia e senza corsi di specializzazione o master di approfondimento, la patente per entrare nel dorato mondo dello show biz. Nella casa del Grande Fratello, come in qualsiasi reality, la quotidianità si fa teatro, la realtà diventa finzione, strategia, spettacolo.

Quest’anno si punta sui tipi “socialmente utili” dell’umana commedia, un tempo menandrea e plautina. La punta d’eccellenza spetta a Ferdi, rom montenegrino di 21 anni, sbarcato in Italia da nove anni con un gommone, oggi cuoco a Pesaro. Una storia di stretta attualità, di sana immigrazione, cominciata male e finita bene. Va di scena anche la disabilità. E già si annuncia nella prossima puntata l'ingresso del ragazzo cieco Gerri, 31 anni, che lavora all'aeroporto di Fiumicino. C’è perfino il maggiordomo di casa Savoia. Si chiama Fabrizio e ha 31 anni. E poi Daniela, 35 anni di Roma, la “pasionaria” diventata nota per aver sventolato un cappio durante le proteste di Alitalia e Cristina, 21 anni e una sesta misura di reggiseno.

Ma il Grande Fratello non è solo questo. È soprattutto un meccanismo perverso. Tutti lì, impegnati a raccontare qualcosa di interessante, a impacchettare un’immagine buona per essere commentata, a inventarsele tutte pur di entrare nell’immaginario collettivo e magari, perché no, pretendere di passare pure alla storia. L’equazione è più o meno questa: quanto più t’inventi qualcosa di sensazionale, tanto più il pubblico ti vota e tu resti nella casa.

Un meccanismo perverso. Ma alla perversione non c'è mai fine. E nessuno sarà mai disposto a mollare, a tapparsi le orecchie, a non spiare e poi criticare. Ormai la partita si sta giocando: tentare di scoprire tutto di tutti. Senza accorgersi che in realtà si finisce per scoprire solo quello che l’altro di volta in volta decide con cura che noi scopriamo.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it), pubblicato su www.alessandrorosina.it.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per capire il meccanismo del Grande Fratello è necessario leggere "Le 12o giornate di Sodoma" del marchese De Sade ed il film "Salò" di Pier Paolo Pasolini.
Non è una provocazione la mia.
Il GF è la versione "media-soft" di "quel" meccanismo eroto-psico-patologico.
Nulla di male, per carità, come sempre.
L'importante è esserne consapevoli.