Lo si vede ogni venerdì sera a 'I raccomandati', lo show in onda dalle 21.30 su RaiUno. Lo si vedrà al 60esimo festival di Sanremo a cantare l’amor patrio. Partner fisso Pupo, che non sarà alla sua altezza, ma che insieme a lui forma di certo una coppia televisiva quasi perfetta (se non fosse appunto per un gap di una decina di centimetri) . Il vero protagonista di questa stagione televisiva è lui, il principe di Savoia Emanuele Filiberto. Bello, gaudente, lieto e sorridente.
Elegante e mai sopra le righe. Sceso da un po’ dal suo cavallo bianco, ora veste i panni di anchorman apprendista sciolto e disinvolto. E ci ha preso gusto. Lasciata la consorte in Francia, ha deciso di entrare a gamba tesa, ma con i guanti di velluto, come l’educazione ricevuta impone, nel tritacarne sguaiato e sbracato della tv dei noantri. Ma come se la cava il figlio di Vittorio Emanuele, cresciuto in Svizzera a causa dell’esilio del padre? Di certo intende cavalcare la tigre fino in fondo. Lo si intuisce dalla flemma con cui si schermisce ogni volta che lo criticano ricordandogli che mamma Rai lo ha accolto tra le sue braccia molto probabilmente per il cognome che porta. Tutto a suo vantaggio, perfino le smorfie di disappunto. Lui va dritto come un treno. E ora, a un anno esatto dalla partecipazione come ballerino al programma di Milly Carlucci ‘Ballando con le stelle’, non solo fa il co-conduttore, ma insieme a Pupo ha confermato la sua partecipazione al festival della canzone italiana, sempre meno evento canoro e sempre più evento mediatico in cui ormai la musica è diventata una cornice opaca che fa da sfondo allo spettacolo.
Piccolo particolare: Pupo canta da 35 anni, tant’è che ormai il gelato al cioccolato gli si è sciolto da un pezzo. E il principe? “Io – dice - ho sempre vissuto con la musica. Ho avuto la grande fortuna, vivendo in Svizzera, di avere il festival di Montreux, ho passato settimane intere dietro le quinte, ho conosciuto Van Morrison, Prince, di molti sono diventato amico. Molti anni fa sull'isola di Cavallo venne a trovarmi Marianne Faithfull con una donna bellissima che si chiama Kate Moss, di cui m'innamorai perdutamente. Marianne aveva una bellissima melodia e scrivemmo insieme un testo. Da ragazzo stavo in un gruppo che si chiamava gli Aristorock, e la copertina del disco ce la disegnò David Bowie, ho suonato la batteria, il mio sogno, se avessi avuto il talento necessario, era fare il cantante”. Questo basta a rassicurare il pubblico. E a cancellare dalla testa l’ombra sfocata di Sua Altezza brillocco tra i brillocchi di famiglia. Lui è simpatico, popolare, telegenico e televisivo. Per la precisione, è versatile, proprio come Ulisse. Come dire… Nobile, sì. Ma proletarizzarsi un po’ solo per una stagione televisiva non è poi così male.
Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)
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